Edilizia, vantaggi e barriere dell’Off-site construction

In Italia riqualificare il parco edilizio è una priorità, visto che oltre il 65% degli edifici è stato costruito prima del 1976 e non risponde agli attuali standard di efficienza energetica per le nuove costruzioni. L’imminente recepimento della direttiva Epbd richiederà di accelerare su questo fronte. Una soluzione innovativa potrebbe essere rappresentata dall’Off-site construction (Osc), […] The post Edilizia, vantaggi e barriere dell’Off-site construction first appeared on QualEnergia.it.

Mag 12, 2025 - 09:13
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Edilizia, vantaggi e barriere dell’Off-site construction

In Italia riqualificare il parco edilizio è una priorità, visto che oltre il 65% degli edifici è stato costruito prima del 1976 e non risponde agli attuali standard di efficienza energetica per le nuove costruzioni.

L’imminente recepimento della direttiva Epbd richiederà di accelerare su questo fronte. Una soluzione innovativa potrebbe essere rappresentata dall’Off-site construction (Osc), pratica basata sull’utilizzo di componenti prefabbricate assemblate in cantiere, che combina sostenibilità e rapidità di esecuzione.

Un esempio citato dal settore è Energiesprong, il modello olandese per riqualificare il patrimonio immobiliare attraverso un processo innovativo con soluzioni tecniche a elevata prefabbricazione.

Dell’Off-site se ne parla nella pubblicazione “Costruire il Futuro – Off-Site e Riqualificazione Edilizia in Italia” (link in basso), curata dall’Enea nell’ambito del progetto “Officio”, che ha come scopo di sviluppare una filiera italiana dell’Off-site attraverso sinergie tra enti di ricerca, università, associazioni di categoria e aziende che operano nel mercato della riqualificazione energetica edilizia.

Cosa è l’Off-site construction

Nota anche come “industrializzazione edilizia”, si tratta di una pratica che prevede la produzione dei componenti degli edifici in un contesto industrializzato, il loro trasporto presso il cantiere e la successiva installazione in un luogo permanente.

L’Osc offre una serie di vantaggi, perché introduce logiche di efficienza tipiche del settore manifatturiero in un contesto di edilizia tradizionale: aumenta il controllo sul processo produttivo, permettendo maggiori verifiche sull’uso dei materiali e delle risorse.

Numerosi studi citati da Enea dimostrano come l’Osc possa offrire benefici concreti in diversi ambiti:

  • ambientale: riduzione dei consumi di risorse, delle emissioni e dei rifiuti;
  • sociale: minore impatto sui residenti durante i lavori e maggiore sicurezza per gli operatori;
  • economico: contenimento dei costi di produzione e cantiere, oltre a un’accelerazione dei tempi di intervento.

Questa pratica si può applicare al meglio nella riqualificazione degli involucri, uno dei principali interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici.

Nonostante i vantaggi, l’Osc è ancora poco diffusa, soprattutto nell’ammodernamento di edifici esistenti, che presentano maggiori complessità rispetto alla costruzione ex novo.

La sostenibilità dell’approccio Osc

Il concetto di sostenibilità all’interno della filiera Osc si articola su vari aspetti, tra cui l’efficienza energetica dei processi produttivi o l’utilizzo di materiali naturali e riciclabili.

In merito a questi ultimi, lo studio evidenzia come siano state identificate 164 varianti idonee per l’isolamento termico degli edifici, conformi alla norma UNI/TR 11936:2024, che fornisce una panoramica dei principali metodi normalizzati per valutare le prestazioni termiche dei materiali isolanti e delle finiture.

Questi materiali, tra cui i più promettenti figurano gli scarti di lavorazione di lana di pecora, cellulosa e poliuretano rigenerato da imballaggi, hanno una conducibilità termica inferiore a 0,09 W/mK. Servono per produrre principalmente pannelli e materiali sciolti perfettamente adattabili anche a sistemi prefabbricati Osc.

Gli ostacoli allo sviluppo

Combinando sostenibilità, alte prestazioni termiche e rapidità di realizzazione, le soluzioni Osc sembrano una grande opportunità per la riqualificazione edilizia.

Tuttavia, per rendere queste tecnologie una scelta comune, bisognerebbe accelerare su alcuni aspetti come formazione, normazione, politiche industriali e la creazione di un mercato stabile e orientato all’innovazione.

Tra le principali barriere citate dall’Enea emergono:

  • difficoltà di integrazione e gestione della filiera produttiva;
  • frammentazione del settore caratterizzato da un’elevata presenza di piccole e medie imprese;
  • resistenza al cambiamento da parte dei diversi attori coinvolti;
  • vincoli architettonici e urbanistici legati agli edifici storici;
  • necessità di manodopera ad alta specializzazione.

Il contesto italiano è caratterizzato da una limitata domanda e capacità produttiva da parte dei fornitori. L’indagine sottolinea inoltre la mancanza di conoscenza e di consapevolezza rispetto alle tecnologie disponibili e di esempi che permettano la valutazione di costi, benefici, tempi e performance.

Ad oggi, l’alto costo dei sistemi Osc, determinato da un utilizzo ancora marginale, risulta forse l’ostacolo principale.

Le possibili soluzioni

Un punto chiave per la crescita del settore, secondo gli analisti Enea, è la costruzione di collaborazioni e partnership lungo l’intera catena del valore.

Sebbene la filiera Osc sia relativamente semplice, in Italia è ancora poco sviluppata e coesa e non sono ben definiti i ruoli e le responsabilità dei vari attori.

Sono necessarie pertanto azioni di sensibilizzazione e programmi di formazione rivolti ad aziende, progettisti e clienti finali, oltre a incentivi stabili nel lungo periodo

La creazione di standard tecnici di installazione e manuali operativi potrà garantire qualità e conformità, riducendo l’incertezza tra progettisti e clienti finali.

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