F1, obbiettivo Verstappen: essere più influente di Newey
Verstappen e Newey hanno vinto parecchio assieme, sino a quando l’inglese ha deciso di abbandonare la scuderia di Milton Keynes. In F1 da diversi decenni si consuma un paradosso. In base a un’opinione piuttosto diffusa, i piloti che hanno portato al successo le monoposto progettate da Adrian non hanno fatto altro che raggiungere traguardi scontati. […]

Verstappen e Newey hanno vinto parecchio assieme, sino a quando l’inglese ha deciso di abbandonare la scuderia di Milton Keynes. In F1 da diversi decenni si consuma un paradosso. In base a un’opinione piuttosto diffusa, i piloti che hanno portato al successo le monoposto progettate da Adrian non hanno fatto altro che raggiungere traguardi scontati. Sorte toccata a Mansell, Hill, Hakkinen, Villeneuve e Vettel.
Un campione vuole vincere e basta
Diciamolo chiaramente: era necessaria una Red Bull claudicante nella seconda parte della scorsa stagione e in avvio del mondiale 2025 per chiarire una volta per tutte ciò che era evidente da tempo: l’olandese, al netto di intemperanze figlie di un’aggressività mai addomesticata del suo carattere fumantino, fa davvero ciò che vuole con un mezzo che in alcuni casi si è dimostrato improbabile.
Sono certo che a questo punto dello scritto qualcuno potrebbe dissentire. “Facile prendersi i meriti quando si vince e dire che il mezzo non è all’altezza quando si perde” è la solita critica mossa verso il quattro volte campione del mondo da chi purtroppo non ha memoria per ricordare, o non c’era, quando Senna agognava la Williams di Prost. Oppure possiamo parlare dei mal di pancia di Schumacher.
Michael, di fatti, nelle amare prime stagioni in Ferrari ammetteva candidamente che, con un altra scuderia, con ogni probabilità avrebbe vinto molto di più. È sempre andata così: il pilota migliore vuole il mezzo migliore. E non c’è nulla di sbagliato, perché fare gli per un po’ è bello, ma arrivati ad un certo punto non bastano più i soli complimenti e la necessità di vincere diventa troppo grande.
Spostare gli equilibri per un’impresa impossibile
In una stagione che almeno sulla carta potrebbe essere avara di soddisfazioni, Verstappen ha la possibilità di raggiungere un risultato dal valore simbolico enorme. Nessun team orfano di Newey è riuscito a conquistare un titolo iridato. La Williams nel 1998 e la McLaren nel 2006, una volta persa la guida tecnica del geniale progettista inglese, non riuscirono a replicare i successi degli anni precedenti.
Con la prima monoposto del dopo Newey, il talento di Hasselt è riuscito sinora a cogliere una vittoria, altri due piazzamenti a podio nonché due pole position. In maniere intima, il figlio di Jos sa bene che questa stagione lo può consacrare in misura maggiore rispetto ai mondiali in cui ha dominato in lungo e in largo. Ha nelle sue possibilità di ripetere annate come quella 1993 di Ayrton Senna o il mondiale 1996 di Michael Schumacher.
Due stagioni che all’interno della storia che racconta la massima categoria del motorsport rappresentano il manifesto del talento dell’uomo al di là dei limiti del mezzo. Forse, al termine dell’attua campagna agonistica, Max cederà la corona iridata a un suo collega: parliamo di uno scenario molto probabile a meno che Red Bull non riesca a fornirgli un mezzo per potersela giocare.
Verstappen: l’astio dei media britannici
Nello scorso settembre lo stesso Newey ammise di essere amareggiato per la scarsa considerazione attribuita ai successi conseguiti soprattutto da Vettel e Verstappen. Una valutazione approssimativa dei due piloti alimentata soprattutto dai media britannici, in una disciplina dalla forte connotazione anglosassone. Del resto Max è un ragazzo sveglio e ha capito ben presto come funziona la giostra adeguandosi.
Al termine della strepitosa vittoria in Brasile 2024 derise la stampa inglese nelle interviste post gara, chiedendo dove fossero finiti i media britannici. I fischi ricevuti alla presentazione delle livree sono la dimostrazione che tra i fan d’oltremanica e Verstappen non ci sarà mai grande feeling. Conoscendo la tempra del pilota olandese, sopravviverà senza patemi a fronte dell’accesa reazione che la sua persona suscita a certe latitudini.
Date una macchina a Max
Tocca a Red Bull fornire al suo campione una monoposto magari meno competitiva della McLaren, perché sa bene che Verstappen la differenza la fa eccome. Uno sforzo mirato anche ad allontanare le sirene della concorrenza in chiave futura. Del resto Horner e soci sono perfettamente consapevoli di un fatto: senza Max, Red Bull si troverebbe al livello di competitività espressa sino al 2008.
Pertanto, il progresso della RB21 non è solo funzionale alla stagione in corso ma anche per dimostrare che la struttura di Milton Keynes, nonostante le numerose uscite di figure senior, resta un team attrezzato per competere ai massimi livelli con o senza Verstappen. Non riuscirci metterebbe in serio dubbio l’intero programma Red Bull nella classe regina del motorsport.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Red Bull – F1Tv