Due fidanzati in fuga nella villa dei misteri. Il “thriller d’attori“ firmato Elisabetta Sgarbi
Letterale e letterario si fondono sempre in un film di Elisabetta Sgarbi, dunque se diciamo "in una buia laguna due...

Letterale e letterario si fondono sempre in un film di Elisabetta Sgarbi, dunque se diciamo "in una buia laguna due fidanzati, ladruncoli in fuga braccati da un boss, approdano all’isola/dimora degli intellettuali Reffi, i quali hanno un piano per redimerli", siamo in un ambiguo, smorzato, gioco di rappresentazione, non estraneo all’ironia. Nella sontuosa villa di sale e passaggi segreti, dipinti e pianoforti, citazioni e servitù, una casa/personaggio altera e imprevedibile, i Reffi sembrano una combinazione dissacrante e divertente tra La scuola di Atene di Raffaello e la casa degli Usher di Poe, ma secondo l’intima biografia artistica di una cineasta che sa plasmare l’oggettivo (l’intreccio) per esprimere il soggettivo (un vissuto), la sua passione profonda per l’arte, i luoghi e la famiglia. Cura e cultura (i film di Zurlini e Di Leo), spazi e primi piani, luce e dettagli, specchi e nebbie: le immagini parlano di un amore al lavoro, con una équipe di fedeli e fidati (da Eugenio Lio cosceneggiatore a Maldonado, per fotografia e montaggio). Dal romanzo di Giorgio Scerbanenco ritrovato dopo decenni (La nave di Teseo), questo "isolotto", il suo mystery e i personaggi, sperimentano con intenzione un modello di investigazione teatrale, già nella recitazione "disegnata" da un cast super: è un thriller d’attori.
S.D.