Zuppi svela retroscena sul Conclave e lancia una frecciatina
Tra i favoriti per il soglio pontificio, oltre a Parolin e Tangle, c’era anche Matteo Maria Zuppi, che nelle ultime due settimane è diventato popolarissimo sui social. L’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana è tra i cardinali più amati dalla generazione Z, ma anche tra tanti giovani cattolici che hanno a cuore […] L'articolo Zuppi svela retroscena sul Conclave e lancia una frecciatina proviene da Biccy.

Tra i favoriti per il soglio pontificio, oltre a Parolin e Tangle, c’era anche Matteo Maria Zuppi, che nelle ultime due settimane è diventato popolarissimo sui social. L’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana è tra i cardinali più amati dalla generazione Z, ma anche tra tanti giovani cattolici che hanno a cuore temi come l’inclusione, i diritti LGBTQ e la lotta alle discriminazioni. Il 69enne però non sembra troppo dispiaciuto di non essere diventato Papa: “Io Papa? Mai sperato. Prima lo scudetto per il Bologna, cominciamo dalla Coppa Italia. Il nuovo Santo Padre? Per principio il papa è sempre bravo, tutti“.
Zuppi: “Io Papa? Mai sperato. Prima lo scudetto per il Bologna, cominciamo dalla Coppa Italia” pic.twitter.com/pOQO0XVasx
— Repubblica (@repubblica) May 9, 2025
Zuppi e la frecciatina ai cardinali: “Molti si sono esercitati più fuori che dentro”.
Ospite di TV 2000, l’arcivescovo di Bologna ha parlato delle congregazioni che hanno preceduto il Conclave ed ha anche lanciato una bella frecciatina ad alcuni confratelli: “Il conclave è un’esperienza molto spirituale, con l’allenamento che sono state le congregazioni, bisogna dire, le congregazioni sono state tutti i giorni precedenti, con sia gli elettori sia tutti i cardinali, quindi era un vero concistoro, con degli interventi molto liberi, aperti, franchi, un grande scambio di opinioni, proprio come voleva Papa Francesco, che ha sempre detto che “le cose si dicono qui, non fuori”. A dire il vero però io ho come l’impressione che molti si sono esercitati più fuori che dentro, ma comunque, lì si è detto, si è parlato, si sono guardati i problemi, si è guardato il futuro”
Le parole sulla rapidità del Conclave.
“Il conclave stesso, non c’è dubbio, sia nei momenti di fraternità, a Santa Marta per fortuna non c’era il cellulare, tutto staccato, e quindi siamo stati tutti più attaccati, più concentrati, sia nella fraternità, nel mangiare insieme, nello stare insieme, e soprattutto poi nel momento del voto, della scelta. Nella Cappella Sistina c’è un grande giudizio davanti, si vede soprattutto la parte sotto, l’inferno, e quindi si sta molto attenti, siccome ognuno giura di scegliere quello che per lui è la cosa migliore per la Chiesa. Quindi un grande senso di consapevolezza, di responsabilità, di comunione, e di senso di Chiesa.
Cosa è successo nel Conclave? Ovviamente senza rivelare troppo, ma se è stato votato in poco tempo, vuol dire che c’è stata una convergenza, un ritrovarsi quasi subito. Non perché le cose rapide siano migliori, qualche volta, come sappiamo alla fretta è molto pericolosa, ma ovviamente con tutta la ponderazione che c’è stata, è un bel segno di unità, di consapevolezza, di volere colui che presiede nella comunione il servo dei servi, che serve e che ci ricorda che anche noi siamo servi, non piccoli o grandi padroni. Nella Chiesa siamo tutti a servizio, ed è una grazia essere al servizio di questa famiglia universale, di questa unità che in un mondo così frammentato, così segnato da divisioni, dall’idea della forza, di vincere sugli altri, di fare a meno degli altri, di schiacciarli, di umiliarli, un’unità come questa penso che sia in un momento come questo una bellissima indicazione“.
Zuppi sull’importanza dell’umiltà.
Il cardinale Zuppi ha poi sottolineato l’importanza dell’umiltà, soprattutto nella Chiesa, un’umiltà che non appartiene a chi si mette “medaglie e pennacchi”: “L’umiltà uccide la superbia, e l’umiltà fa fare cose grandi, perché le cose grandi sono quelle di chi è umile, non di quelli che si mettono i paraventi, le medaglie, i pennacchi, quelli qualche volta purtroppo in una logica di potere… nella Chiesa deve essere il contrario. Sant’Agostino lo ha insegnato agli agostiniani, ma anche a tutti, e mi sembra che anche il tratto stesso del Papa Leone XIV lo manifesta. Mi sembra abbia un senso di mitezza e grande ascolto“.
E chi è che mette questi pennacchi? Sarà anche questa una frecciatina?