Detrazione con taglio di 260 euro

Dichiarazione dei redditi con taglio di 260 euro della detrazione per i contribuenti con reddito complessivo oltre i 50 mila euro. Gli effetti della disposizione, nata per calmierare nel 2024 il risparmio fiscale ottenuto dai contribuenti con redditi oltre i 50 mila euro in conseguenza del nuovo sistema di aliquote Irpef, passate da quattro a […] L'articolo Detrazione con taglio di 260 euro proviene da Iusletter.

Mag 9, 2025 - 15:01
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Detrazione con taglio di 260 euro

Dichiarazione dei redditi con taglio di 260 euro della detrazione per i contribuenti con reddito complessivo oltre i 50 mila euro. Gli effetti della disposizione, nata per calmierare nel 2024 il risparmio fiscale ottenuto dai contribuenti con redditi oltre i 50 mila euro in conseguenza del nuovo sistema di aliquote Irpef, passate da quattro a tre, in molti casi non era nota e è attualmente percepita come una brutta sorpresa emersa in fase di predisposizione della dichiarazione dei redditi 2025 per l’anno d’imposta 2024. L’impatto si fa sentire in maniera più decisa sui contribuenti con figli a carico che subiscono il taglio su pacchetto di spese relative allo studio (scolastiche-universitarie) o con costi legati all’acquisto dell’abitazione principale colpendo, la citata riduzione, anche gli interessi passivi per i mutui e le spese per l’intermediazione immobiliare sostenute in fase di acquisto dell’immobile.

Il taglio dei 260 euro. L’articolo 2 del decreto legislativo sulla riforma Irpef (dlgs 216/2023) ha stabilito che, per i contribuenti titolari di un reddito complessivo superiore a 50.000 euro, l’ammontare della detrazione dall’imposta lorda, spettante per l’anno 2024, in relazione ad una specifica serie di oneri, è diminuito di 260 euro. Come ribadito nella circolare 2/E pubblicata il 6 febbraio 2024 dall’agenzia delle entrate ed avente ad oggetto le prime analisi sulla riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema di imposte sui redditi derivanti dal citato decreto legislativo, si tratta degli oneri per i quali la detrazione delle spese sostenute è fissata nella misura del 19% dal Tuir o da qualsiasi altra disposizione fiscale (ad esclusione delle spese sanitarie), delle erogazioni liberali ai partiti politici e dei premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi. L’amministrazione finanziaria nel documento evidenzia che la riduzione dei 260 euro deve essere operata sull’importo della detrazione come determinato ai sensi dell’articolo 15, comma 3-bis, del Tuir. Il citato comma 3-bis dispone che l’ammontare detrazione spetta per l’intero importo qualora il reddito complessivo ecceda i 120 mila euro e per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 240 mila euro, diminuito del reddito complessivo, e 120 mila euro, qualora il reddito complessivo sia superiore a tale ultimo valore.

Riduzione non equa. Come rilevato anche dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) nel documento rilasciato in occasione delle audizioni preliminari all’esame del disegno di legge recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026” e pubblicato il 14 novembre 2023, il taglio dei 260 euro non centrerà infatti in maniera indistinta ed “equa” l’intera platea dei soggetti irpef over 50 mila euro ma solo quei soggetti che sosterranno gli oneri individuati nella normativa e colpiti dalla riduzione. L’Upb aveva sottolineato infatti come non risultano infatti nell’ambito oggettivo della disposizione ad esempio le detrazioni legate ai bonus edilizi, sia quelli per ristrutturazione “ordinaria” sia ecobonus e superbonus, non sono toccati dal taglio che restano pienamente detraibili come anche le detrazioni “automatiche” per i familiari a carico. Di fatto quindi si genera una disparità di trattamento tra contribuenti over 50 mila euro di reddito, alcuni dei quali continueranno a detrarre senza alcun taglio le spese sostenute perché non rientranti per perimetro della disposizione ed altri invece che ne partiranno l’effetto perché avranno quella serie di oneri puntati dal legislatore.

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