Dazi USA: le imprese chiedono un fondo per il Made in Italy

L'associazione imprenditoriale presenta una serie di proposte per contrastare i dazi USA, da un fondo per compensare le perdite del Made in Italy a strategie di diversificazione per l'export.

Apr 8, 2025 - 11:27
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Dazi USA: le imprese chiedono un fondo per il Made in Italy

Un fondo per il Made in Italy che attraverso diversi strumenti copra le perdite che le imprese italiane sono destinate a subire a causa dei dazi USA. E nel frattempo strategie per aggirare l’ostacolo, riducendo quindi la dipendenza dalle esportazioni negli Stati Uniti.

Sono le richieste di Unimpresa per contrastare l’impatto sul tessuto produttivo italiano delle tariffe doganali al 20% imposte dall’Amministrazione Trump sulle merci europee a partire dal 9 aprile 2025.

Fondo Made in Italy a tutela dei dazi

Il Fondo per il Made in Italy potrebbe comprendere un mix di incentivi fiscali, contributi a fondo perduto e prestiti agevolati a tasso zero per compensare i maggiori costi delle barriere doganali all’ingresso negli USA. Dando priorità ai settori maggiormente colpiti, come moda, agroalimentare, meccanica.

«Le nostre proposte mirano a combinare interventi immediati di sostegno con strategie di lungo termine, proteggendo le imprese italiane da un impatto economico che potrebbe costare, secondo tempi preliminari, fino a 100 euro a famiglia americana, per i prodotti esportati e mettere a rischio migliaia di aziende» ha spiegato il vicepresidente, Giuseppe Spadafora.

Doppio binario per i negoziati USA

Sul fronte delle trattative con Washington, Unimpresa ritiene che i negoziati potrebbero svolgersi su un doppio binario. Un’azione dell’Unione Europea che punti a ridurre i dazi e a contrastare il rischio di una guerra commerciale ed una coordinata dall’Italia, che potrebbe guidare una coalizione di Paesi mediterranei per ottenere deroghe specifiche per prodotti simbolo del Made in Italy (es. vino, olio, formaggi).

Al momento, la Commissione UE ha proposto la formula “Dazi zero contro zero“, ossia l’annullamento totale di tutti i dazi sui prodotti industriali (che però Trump ha rimandato al mittente in quanto il suo scopo adesso è fare cassa e ridefinire i commerci internazionali valorizzando le produzioni locali). Nel frattempo, è stata stilata una prima lista di prodotti sottoposti ai contro-dazi, previsti a partire dal 15 aprile.

Diversificazione dei mercati per l’export

Sul fronte dell’export, le imprese propongono di procedere sulla strada della diversificazione dei mercati, riducendo la dipendenza dagli Stati Uniti e potenziando i rapporti commerciali verso Sud America, Cina, India, Giappone, Paesi del Golfo, anche attraverso azioni istituzionali come accordi bilaterali agevolati oppure fornendo supporto logistico alle imprese che esplorano nuovi sbocchi commerciali.

Azioni per la competitività delle PMI

Infine, ci sono due proposte che riguardano la competitività delle PMI, per aiutarle a posizionarsi sui mercati globali.

  • azioni per ridurre la burocrazia e rivedere norme penalizzanti, come quelle del Green Deal europeo che impone requisiti di sostenibilità stringenti con tabelle di marcia difficili da rispettare.
  • nuovi strumenti di digitalizzazione delle imprese, per ottimizzare i processi produttivi e sviluppare strategie di e-commerce per raggiungere più facilmente i consumatori americani mitigando l’impatto dei dazi.