Dai vaccini ai test, le farmacie come presidi territoriali in supporto al Ssn: ecco tutti i servizi che possono fornire
Dopo 26 anni, è stato aggiornato l’accordo collettivo nazionale che regola il rapporto tra farmacie e Servizio sanitario nazionale. Prenotazione di visite ed esami, somministrazione di vaccini ed esecuzione di test diagnostici, ma anche monitoraggio per pazienti con patologie croniche, attività di telemedicina e prestazioni infermieristiche e fisioterapiche: sono solo alcuni dei servizi erogabili dalle […] L'articolo Dai vaccini ai test, le farmacie come presidi territoriali in supporto al Ssn: ecco tutti i servizi che possono fornire proviene da Il Fatto Quotidiano.

Dopo 26 anni, è stato aggiornato l’accordo collettivo nazionale che regola il rapporto tra farmacie e Servizio sanitario nazionale. Prenotazione di visite ed esami, somministrazione di vaccini ed esecuzione di test diagnostici, ma anche monitoraggio per pazienti con patologie croniche, attività di telemedicina e prestazioni infermieristiche e fisioterapiche: sono solo alcuni dei servizi erogabili dalle farmacie. La nuova convenzione, infatti, inquadra definitivamente le farmacie come presidi sanitari territoriali, fissando standard uniformi su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è quello di alleggerire il carico delle strutture ospedaliere e delle altre sedi della sanità pubblica, distribuendo l’offerta di salute capillarmente sul territorio. In base al tipo di prestazione richiesta, il servizio può essere gratuito, in convenzione o a pagamento. In questo caso, in regime di libero mercato, ciascuna farmacia può stabilire autonomamente il prezzo delle attività. Per Federfarma e per la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) si tratta di un accordo importante, che sottolinea il ruolo delle farmacie nella sanità di prossimità e che rafforza l’assistenza ai cittadini, con particolare attenzione ai bisogni di anziani, malati cronici e persone fragili. D’altro canto, l’accordo ha suscitato forti critiche da parte di medici e microbiologi, che denunciano uno sconfinamento di campo e contestano la qualità di alcuni servizi.
Pubblicata in gazzetta ufficiale, la nuova convenzione riguarda circa 19mila esercizi privati e 1700 pubblici. L’accordo – sottoscritto da Sisac, Federfarma e Assofarm, con durata triennale – ridefinisce definitivamente il ruolo delle farmacie, identificandole come veri e propri presidi sanitari sul territorio. L’erogazione dei servizi in farmacia mira a facilitare l’accesso alle cure, in particolare per gli anziani, i malati cronici e per chi vive in zone meno servite dalle strutture ospedaliere. Oltreché a ridurre i tempi di attesa per visite ed esami. Non si tratta di un fenomeno nuovo. Già negli anni Novanta alcune Regioni avevano avviato progetti pilota per la prenotazione delle visite tramite Cup. Nel 2009, è stato introdotto un elenco strutturato di prestazioni sanitarie erogabili in farmacia, poi ampliato dopo la pandemia Covid. L’accordo attuale rappresenta un ulteriore passo avanti in questa direzione, con una regolamentazione più chiara e uniforme a livello nazionale.
I servizi offerti sono numerosi. È possibile prenotare prestazioni specialistiche ambulatoriali presso strutture pubbliche o private accreditate, con la comodità di pagare il ticket direttamente in farmacia e di ritirare i referti senza doversi recare nuovamente nelle strutture sanitarie. Un altro servizio importante è l’assistenza domiciliare integrata, che supporta medici e pediatri nella cura dei pazienti del territorio. Questo include la consegna a domicilio di farmaci e dispositivi medici, la preparazione e dispensazione di miscele per la nutrizione artificiale o di antidolorifici, e persino la possibilità di ritirare i farmaci forniti dal Ssn senza doversi recare in ospedale o nelle sedi Asl. Inoltre, la farmacia può coordinare l’intervento di operatori socio-sanitari, infermieri e fisioterapisti direttamente a casa del paziente.
Le farmacie offrono servizi di primo e di secondo livello, mettendo a disposizione personale abilitato (infermieri, fisioterapisti) e strumenti per misurazioni non invasive, come la pressione, la saturazione dell’ossigeno, l’auto-spirometria e persino esami come Ecg e holter cardiaco o pressorio (questi ultimi in collaborazione con centri di cardiologia accreditati, che emettono i telereferti). Tra i servizi diagnostici rientrano anche analisi di autocontrollo, come test per glicemia, colesterolo, trigliceridi, emoglobina, creatinina e altri parametri ematici, oltre alla misurazione di componenti delle urine, test di ovulazione e gravidanza, e screening per il sangue occulto nelle feci. Possono anche essere prelevati campioni di sangue capillare ed eseguiti tamponi nasali od orofaringei. È importante sottolineare che, in ogni caso, il farmacista non svolge alcuna attività di prescrizione o diagnosi, né effettua prelievi di sangue con siringhe o dispositivi analoghi.
Particolare attenzione è riservata ai pazienti cronici, grazie alla telemedicina e al servizio di accesso personalizzato ai farmaci, previsto dal Piano nazionale della cronicità: le farmacie forniscono informazioni sulle terapie, consigli su conservazione e assunzione dei medicinali, e monitorano la regolarità del trattamento. Un’altra prestazione sempre più diffusa è la vaccinazione, sia contro il coronavirus che antinfluenzale, eseguita direttamente da farmacisti abilitati.
Nonostante i servizi offerti dalla nuova convenzione, non mancano le critiche al provvedimento, soprattutto da parte di medici e biologi. Per la Federazione società scientifiche di medicina di laboratorio (Fismelab), l’Associazione microbiologi clinici (Amcli) e la Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi (Fnob), l’accordo non tiene conto delle professionalità di chi opera nella medicina di laboratorio. Per le associazioni va smentita l’idea che gli esami in farmacia siano equivalenti agli esami in laboratorio. Così come devono essere definiti in maniera corretta i ruoli e le competenze tra i professionisti che operano in questo campo e i farmacisti.
Per Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, l’accordo compromette la tutela della qualità delle prestazioni, oltreché l’attendibilità dei servizi resi agli utenti: “Non possiamo accettare – dichiara – che la refertazione degli esami di laboratorio venga delegata al farmacista per gli esami eseguiti su sangue capillare, senza prevedere il rispetto di tutti i requisiti strutturali, organizzativi, tecnologici e professionali previsti per i servizi di medicina di laboratorio accreditati. L’intesa Stato-Regioni è in netta contraddizione con la normativa in vigore che non prevede queste competenze per il farmacista”, commenta.
Pronta la replica di Federfarma, secondo cui non sussiste alcun rischio che la farmacia si possa sostituire a ospedali o laboratori. La possibilità di eseguire test in farmacia, per Federfarma, è un aiuto al sistema di salute pubblica. Permette di individuare precocemente eventuali problemi e di indirizzare i pazienti verso approfondimenti specialistici quando necessario, mettendo in pratica un importante lavoro di prevenzione. “Tutte le farmacie opereranno secondo gli standard previsti, in qualità di presidi sanitari di prossimità, anello di congiunzione tra cittadino e Ssn, rafforzando l’assistenza sanitaria con una particolare attenzione ai bisogni di salute degli anziani, dei malati cronici e delle persone fragili”, dicha dichiarato il presidente nazionale di Federfarma, Marco Cossolo.
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