Fintech tra innovazione e regole
Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti: nel mondo dell’IA e delle tecnologie esponenziali in ambito fintech è sempre più difficile distinguere quale ruolo svolga e quali siano i confini regolamentari dell’innovazione finanziaria rispetto al mercato e alle disposizioni delle Autorità di vigilanza. Come cambia la finanza Il nuovo sistema della finanza digitale, i suoi... Leggi tutto

Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti: nel mondo dell’IA e delle tecnologie esponenziali in ambito fintech è sempre più difficile distinguere quale ruolo svolga e quali siano i confini regolamentari dell’innovazione finanziaria rispetto al mercato e alle disposizioni delle Autorità di vigilanza.
Come cambia la finanza
Il nuovo sistema della finanza digitale, i suoi prodotti, le sue piattaforme, il suo processo di continua evoluzione rappresentano territori complessi per gli attori del mercato e per i regolatori. che vanno approfonditi soprattutto in termini di valutazione e interazione con gli strumenti tradizionali e di asimmetria informativa rispetto a tutti gli investitori, anche quelli qualificati. Il tema centrale è quello di procedere a regolamentare tali interazioni e tali asimmetrie in modo equilibrato al fine di compensare le asimmetrie senza, però, appiattire i processi innovativi del sistema.
Pensiamo, ad esempio, al tema dei pagamenti e degli scambi criptati. In questo contesto in evoluzione rapidissima, è ormai difficilissimo distinguere, con certezza tecnica e giuridica, come si posizionino la moneta e i prodotti finanziari perché il mercato usa metriche diverse da quelle della normativa e dei processi delle Autorità di vigilanza. E tali difformità creano nuovi problemi al funzionamento dei mercati per le relazioni che instaurano con gli strumenti tradizionali.
Dimensione virtuale
Siamo di fronte a un mondo innovativo di produzione di “strumenti” virtuali che i regolatori e le banche centrali non riescono ancora a rendere comprensibile al mercato nel suo complesso. Soprattutto a quello dei clienti/consumatori di base, quelli che sono veramente in asimmetria informativa e più facilmente vittime di processi di mancata comprensione dei parametri di rischio/rendimento, diversificazione, liquidabilità.
Perché il problema è proprio quello dei confini dell’innovazione. Per quanto vogliano e possano, le Autorità di regolazione e vigilanza difficilmente riusciranno a contenerlo perché esso agisce nella sfera della data driven finance con cui si può interagire solo cambiando i protocolli delle piattaforme sottostanti e del sistema di scambio dei dati che li governa. Una mutazione profonda che impatta in maniera straordinaria il funzionamento di tutto il sistema, che sia tradizionale oppure no.
L’esempio di Bretton Woods
Una trasformazione profonda che pone sfide importanti al sistema bancario, ai regolatori e al potere quasi “assoluto” delle banche centrali sulle valute che si perpetuava dalla fine degli accordi di Bretton Woods del 1971. In un mondo decentralizzato e di scambi P2P (peer to peer), il recupero delle informazioni da parte delle autorità solleva il delicato tema di stabilire normativamente chi è autorizzato a essere nel meccanismo decentrato ed entro quali limiti esso può usare i dati di cui viene a conoscenza.
In altri termini: come si garantisce la segretezza del dato e l’uso che ne fa l’Autorità di vigilanza, ammesso che riesca ad accedervi? Ma la stessa domanda andrà posta alle Autorità stesse, nonostante l’ipotetica pseudo anonimizzazione dei dati (ma l’IP del wallet sarà sempre quello di ognuno di noi), quando scenderanno in campo le CBDC’s, le Central Bank Digital Currencies, come ad esempio dollaro ed euro digitale.
Ecco perché siamo in un mondo innovativo sul quale ci sarà ancora tanto da riflettere.