«C’è troppa confusione, Intesa fuori dal risiko» L’utile sale a 2,6 miliardi
Chi di risiko non vuole sentir proprio parlare è Carlo Messina, che in occasione di una trimestrale da incorniciare, preferisce restare concentrato sui fondamentali di una banca: «Ciò che si vede oggi — ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo riferendosi alle cinque ops in corso nel mondo del credito tricolore — è l’incremento della […] L'articolo «C’è troppa confusione, Intesa fuori dal risiko» L’utile sale a 2,6 miliardi proviene da Iusletter.

Chi di risiko non vuole sentir proprio parlare è Carlo Messina, che in occasione di una trimestrale da incorniciare, preferisce restare concentrato sui fondamentali di una banca: «Ciò che si vede oggi — ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo riferendosi alle cinque ops in corso nel mondo del credito tricolore — è l’incremento della confusione sul mercato. Si conferma la mia opinione che è molto meglio restare focalizzati sull’erogare risultati per gli azionisti, c’è molto potenziale da offrire». Anche perché in Ca’ de Sass «stiamo realizzando importanti sinergie senza bisogno di fare acquisizioni ed evitando i rischi collegati».
Intesa Sanpaolo ha infatti chiuso i tre mesi a marzo battendo le stime degli analisti sull’utile netto del 9%: 2,6 miliardi di profitti, in crescita del 13% dai 2,3 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso, che al ceo fanno parlare di «miglior risultato netto di sempre nel primo trimestre». E che corrispondono a un rendimento annualizzato del patrimonio netto (Roe) pari al 20%, indice di resilienza in piena volatilità sui listini.
Il gruppo ribadisce per il 2025 un obiettivo di profitti «ben oltre i 9 miliardi». Numeri che confermano la posizione di Messina sul risiko: «Con una delle remunerazioni per gli azionisti più elevate nel panorama bancario europeo, quest’anno restituiremo almeno 8,2 miliardi di euro agli azionisti, considerando il saldo dividendo di maggio, il buyback di giugno da 2 miliardi e il prevedibile interim dividend di novembre». Solo nel primo trimestre il 40% degli 1,8 miliardi dividendi maturati è destinato a famiglie italiane e fondazioni azioniste. Intesa prevede un payout ratio cash pari al 70% dell’utile netto consolidato.
Secondo Messina «il nostro modello di business ben diversificato, la nostra solidità patrimoniale e la forte capacità di generare reddito sono i pilastri del successo di Intesa Sanpaolo. Siamo convinti che il potenziale già presente all’interno del gruppo confermerà la nostra banca leader in Europa nei prossimi anni».
La trimestrale parla da sola: l’aumento delle commissioni (+7% a 2,4 miliardi, trainate dalla gestione del risparmio) ha compensato la flessione del margine di interesse (-8% a 3,6 miliardi), il risultato dell’attività assicurativa ha visto una crescita dell’1,5% a 462 milioni, i costi operativi quasi stabili a 2,5 miliardi (-0,5%) perché scontano i bonus ai dipendenti. «I circa 1.400 miliardi di attività finanziarie della clientela (+45,5 miliardi rispetto allo stesso periodo 2024) e gli oltre 900 miliardi di raccolta diretta e risparmio amministrato, alimenteranno il nostro Wealth Management, Protection & Advisory business», ha poi annunciato l’ad. L’esposizione verso la Russia è diminuita di circa il 90% (circa 3,3 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa sotto lo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del gruppo. «Le aziende italiane stanno riprendendo a fare investimenti. E questo le vediamo anche dal fatto che gli impieghi stanno crescendo. Secondo me — ha aggiunto Messina — ci sarà un rimbalzo nella seconda parte dell’anno. In Italia ci troviamo in una posizione unica di stabilità e questo lo si deve al governo. Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni stanno gestendo bene il tema del debito pubblico dando credibilità al Paese».
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