Campari, trimestrale deludente con crollo dell’utile
Il gruppo degli apertivi avvisa di un impatto potenziale dai dazi, non incluso nell’attuale previsione sul 2025, in un contesto che resta di incertezza macroeconomica e ridotta visibilità.

Non basta la conferma della guidance 2025 per Campari dopo una trimestrale deludente dal punto di vista del fatturato e dell’utile operativo. Delusione che attira le vendite sul titolo, in calo del 3% nei primi minuti di scambi a Piazza Affari, sceso a 5,776 euro.
La società degli aperitivi ha comunicato ieri un calo organico delle vendite nette pari al 4% nei primi tre mesi del 2025, mentre l’utile operativo adjusted è crollato del 17% a livello organico.
Leggero aumento (+0,3%) delle vendite nette (666 milioni di euro) nel periodo, ma al di sotto delle attese degli analisti (686 milioni), con un margine lordo al 58,8% (391 milioni), in aumento del +1% a livello totale, mentre è diminuito organicamente del 4,3%.
L'Ebit rettificato si attesta a 136 milioni, pari al 20,4% delle vendite nette, in calo del 10,2% su variazione totale e del 17,2% a livello organico. L'Ebitda rettificato è di 174 milioni, in calo del 10,9% organicamente e complessivamente del 4,1%, con un margine del 26,1%.
L'utile del gruppo prima delle imposte risulta pari a 107 milioni, in calo del 26,1%, mentre quello prima delle imposte rettificato si attesta a 114 milioni (-22,5%).
L'indebitamento finanziario netto si attesta a 2,46 miliardi rispetto a 2,377 miliardi dell'anno precedente, con il multiplo del debito finanziario netto rispetto all'Ebitda rettificato pari a 3,4 volte rispetto a 3,2 volte a dicembre 2024.
La società ha confermato la guidance 2025 ma ha avvisato di un “contesto di incertezza macroeconomica e ridotta visibilità”, pertanto “rimane prudente nel breve periodo e focalizzata sui fattori che possono essere controllati tra cui la riduzione della leva finanziaria, la qualità dell'execution commerciale, la disciplina in materia di prezzi, nonché lo snellimento del portafoglio, non prevedendo acquisizioni”.
Il gruppo specifica che il potenziale impatto dei dazi, non incluso nella guidance, è stimato in circa 25 milioni a livello di Ebit nel 2025 prima di potenziali azioni di mitigazione. Inoltre, avvisa, l'indebolimento del dollaro americano potrebbe generare un ulteriore impatto negativo.
Confermata anche la guidance di medio termine, con il gruppo che si aspetta di “continuare a ottenere una sovraperformance rispetto al settore di riferimento e guadagnare quote di mercato grazie alla forza dei suoi marchi in categorie in crescita con un graduale ritorno nel medio-lungo termine a una crescita organica delle vendite mid-to-high single digit in un contesto macroeconomico normalizzato, escludendo l'impatto di potenziali dazi”.
“Le sfide logistiche che abbiamo avuto nel trimestre sono state un po' in funzione del fatto che stiamo cercando di muoverci il più rapidamente possibile in un ambiente piuttosto incerto. Quindi, per essere corretti nei confronti del team della catena di approvvigionamento, gli abbiamo chiesto molto per cercare di esportare il più velocemente possibile”, sottolinea il Ceo di Campari, Simon Hunt, durante la call di presentazione dei risultati del primo trimestre a chi gli chiedeva delucidazioni sul fatto che le spedizioni verso gli Usa sono rallentate nei primi tre mesi, in parte a causa dei ritardi logistici, in parte a causa dell'atteggiamento cauto dei distributori.
“Se consideriamo i risultati di aprile, abbiamo assistito a un mese forte su tutta la linea, che ha compensato l'andamento delle spedizioni un po' più debole di quanto previsto inizialmente”, proseguiva il manager.
In merito ad una possibile corsa alle scorte negli USA, Hunt ha specificato: “in questa fase ci stiamo trattenendo. Alcuni dei nostri concorrenti, lo so, hanno aumentato le scorte. Noi ci stiamo trattenendo, ma certamente continueremo a monitorare la situazione e a rispondere di conseguenza”.
"I risultati del primo trimestre della società sono stati deludenti, mancando significativamente le attese del consenso", spiegano gli analisti di AlphaValue che sul titolo mantengono una raccomandazione buy, con prezzo obiettivo a 8,11 euro.
Secondo EQUITA, che ha tagliato il prezzo obiettivo sulle azioni Campari a 7,9 euro (buy) i risultati del gruppo sono “sotto le attese in termini organici, ma in gran parte per fattori temporanei. Guidance sull'intero anno confermata, seppur in un contesto più incerto".
Fonte sito web di Campari Group