Quasi mille fedeli: "Obiettivo: aprirsi alle altre comunità"

Una croce rossa e un’insegna bilingue indicano la sede della Chiesa Cristiana Evangelica Cinese al Soccorso. Non solo un luogo...

Mag 10, 2025 - 07:18
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Quasi mille fedeli: "Obiettivo: aprirsi alle altre comunità"

Una croce rossa e un’insegna bilingue indicano la sede della Chiesa Cristiana Evangelica Cinese al Soccorso. Non solo un luogo di culto ma anche un’associazione che si adopera per attività sociali a sostegno dei più bisognosi. "Abbiamo tra 800 e 1000 fedeli che frequentano la chiesa la domenica, con età comprese tra gli zero e i novant’anni" racconta Mosè, diacono della Chiesa e vice presidente dell’associazione. "Le persone che frequentano sono tutte di origini cinesi provenienti da Italia e Francia".

"Per provare a rispondere al meglio ai bisogni di tutti abbiamo creato dei gruppi di riunione e preghiera tra cui quello delle coppie e del coro. I momenti di culto si svolgono la domenica in lingua cinese ed una volta al mese in italiano. I più piccoli frequentano anche la scuola domenicale che corrisponde al catechismo della chiesa Cattolica. In vari momenti dell’anno facciamo dei ritiri spirituali a tema in base l’età dei partecipanti".

Numerose e varie sono anche le attività sociali fatte a favore dei più i più bisognosi. "Essendo una Chiesa Evangelica Cinese dove i fondatori non parlano o parlano pochissimo italiano, la barriera linguistica ha portato a concentrarci solo sulla comunità cinese, è stata una non scelta, nonostante stiamo cercando di aprire alle altre comunità. La chiesa ha come scopo di annunciare Cristo e noi lo facciamo anche tramite azioni sociali, cercando di aiutare le persone in base ai loro bisogni. Durante il periodo del Covid abbiamo donato mascherine e respiratori offerti da donatori anonimi. Nella quotidianità aiutiamo i bambini con il doposcuola dove possono fare i compiti con alcuni volontari". L’aiuto può essere anche su traduzioni e questioni burocratiche e amministrative. "Infine" continua Mosè "con l’articolo 17 abbiamo la possibilità di entrare in carcere per dare il nostro sostegno alla popolazione cinese che resta emarginata a causa della barriera linguistica. Circa il 10 percento dei detenuti sono di nazionalità cinese e non parlano italiano. Diamo un supporto psicologico condividendo la fede, l’amore e il perdono dei peccati. Tutte queste attività vengono svolte da volontari ma le necessità e le richieste sono molte. "Per il futuro" conclude Mosè "stiamo valutando un metodo per far diventare queste attività di volontariato ancora più strutturate ed efficaci".

Martina Marotta