Apple multata per 500 milioni, Meta per 200: ecco cosa c’è dietro le sanzioni record
L'UE multa Apple e Meta per violazioni al Digital Markets Act: parte la stretta sulle Big Tech L'articolo Apple multata per 500 milioni, Meta per 200: ecco cosa c’è dietro le sanzioni record proviene da FinanzaDigitale.com.

L’UE ha inflitto una sanzione di 500 milioni di euro ad Apple e una di 200 milioni a Meta, segnando l’inizio dell’applicazione concreta del Digital Markets Act (DMA), la normativa pensata per riequilibrare il potere nei mercati digitali e promuovere una concorrenza più equa. Queste sanzioni, seppur significative, restano ben al di sotto del limite massimo del 10% del fatturato globale annuo previsto dalla legge per le infrazioni più gravi.
Le prime indagini del DMA: Apple e Meta nel mirino
Le indagini sono iniziate il 25 marzo 2024 e hanno puntato i riflettori su due pratiche distinte: le restrizioni imposte da Apple agli sviluppatori dell’App Store e il controverso modello pubblicitario “paga o acconsenti” adottato da Meta. Entrambe le pratiche sono state ritenute in contrasto con le nuove regole europee.
Nonostante l’applicazione del DMA sia centralizzata presso la Commissione Europea, il sistema prevede anche il coinvolgimento delle autorità nazionali, in un modello semi-centralizzato. La normativa consente non solo sanzioni economiche, ma anche rimedi strutturali, divieti di acquisizioni e, in futuro, potenzialmente anche azioni legali da parte di privati cittadini o aziende.
Il nodo Apple: restrizioni sui pagamenti alternativi
La sanzione più pesante colpisce Apple e deriva dalle sue politiche di lungo corso che vietavano agli sviluppatori di fornire agli utenti informazioni su opzioni di pagamento esterne all’App Store. In pratica, le cosiddette regole “anti-steering” impedivano agli sviluppatori di inserire link esterni o anche solo menzionare canali alternativi più economici, penalizzando la concorrenza. Questo ha favorito i servizi interni di Apple a discapito di piattaforme come Spotify, che aveva presentato la denuncia iniziale già nel 2019.
Il DMA impone ai “gatekeeper” digitali – come Apple – di aprire i propri ecosistemi: devono permettere il download delle app anche al di fuori dei loro store e accettare sistemi di pagamento terzi. Nonostante Apple abbia cercato di adeguarsi riducendo le commissioni e introducendo nuove tariffe, la Commissione ha giudicato che le modifiche siano ancora insufficienti.
“Esperienza utente degradata” e precedenti sanzioni
Secondo la Commissione, Apple continua a limitare la libertà degli sviluppatori di offrire soluzioni alternative e dei consumatori di accedervi, definendo il risultato una “esperienza utente degradata”. Non è la prima volta che Cupertino viene sanzionata su questo fronte: nel marzo 2024 aveva già ricevuto una multa di 1,84 miliardi di euro per pratiche simili.
Un futuro più competitivo (forse)
La portata di queste prime sanzioni suggerisce che la Commissione Europea intenda far valere con fermezza il nuovo quadro normativo. Tuttavia, con risorse limitate – solo 80 nuovi membri del personale dedicati al DMA – c’è chi teme che l’enforcement pubblico possa non bastare. In questo scenario, le azioni legali private potrebbero diventare un tassello sempre più importante nella difesa della concorrenza digitale.
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