All’essenza: i pensieri e le parole di Battiato in un libro promosso dalla Fondazione

Uscito per Mondadori lo ha curato il nostro collaboratore Giordano Casiraghi. Presentazione ufficiale alla Fiera del Libro a Torino il 17 maggio. L'articolo All’essenza: i pensieri e le parole di Battiato in un libro promosso dalla Fondazione proviene da Globalist.it.

Mag 5, 2025 - 13:02
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All’essenza: i pensieri e le parole di Battiato in un libro promosso dalla Fondazione

di Giordano Casiraghi

Per l’ottantesimo compleanno è uscito un libro che riporta solo parole sue. “All’essenza” è il titolo del libro di Franco Battiato, voluto dalla Fondazione Battiato insieme a Mondadori (pagg. 370 – 24€). Libro che verrà presentato alla Fiera del libro di Torino il giorno 17 maggio alle 19.45 presso il Lingotto.

Saranno presenti la nipote Grazia Cristina Battiato, Francesco Cattini membro della Fondazione e manager di Battiato dal 2001, Massimo Stordi responsabile della comunità buddista tibetana di Pomaia e Giordano Casiraghi, curatore dell’intero volume. Abbiamo contattato quest’ultimo essendo nostro collaboratore da anni e gli abbiamo chiesto di spiegarci il valore di quest’opera.  

Era necessaio un ennesimo libro su Battiato?

Certamente no, ne sono usciti tanti e ancora ne usciranno. Diciamo che per apprezzare l’evoluzione artistica e umana di Battiato nessun libro è necessario, meglio ascoltare la sua musica e le sue canzoni per conoscere il suo percorso, ricco di sorprese e mutamenti. 

E allora che valore diamo a questo libro che hai curato per la Fondazione Battiato?

Intanto il libro lo firma Battiato stesso, io mi sono limitato a selezionare frasi attraverso l’elaborazione di tantissime interviste rilasciate a quotidiani, periodici, riviste specializzate di musica, ma anche interviste televisive e radiofoniche. Ho utilizzato essenzialmente il mio archivio, oltre a qualche suggerimento proveniente da appassionati e collezionisti dell’artista. 

Potrebbe essere vista come un’autobiografia postuma. Quello che manca, nelle oltre mille frasi selezionate, lo si trova nelle canzoni dove l’artista ha più spesso espresso il suo pensiero su vari argomenti.

A proposito di argomenti, come si sviluppa il libro?

Vi sono tre grandi capitoli che vanno sotto i titoli di: “Spirito. Lontano, irresistibile, il richiamo”, quindi “Arte. Mi lambivano suoni che coprirono rabbie e vendette”, infine “Materia. La linea orizzontale”. In questi capitoli confluiscono innumerevoli argomenti: abitudini, alimentazione, altri artisti, America, anni Settanta, amore, sesso, canzoni, musica, suono, ricerca, cultura, cinema, denaro, dolore, droga, educazione, famiglia, guerra, immagine, infanzia, letture, evoluzione interiore, meditazione, morte, reincarnazione, solitudine, silenzio, Milano, Sicilia, politica, sociale, pubblico, relazioni. Mi è capitato di leggere interviste dove le domande si ripetevano uguali e nel contempo Battiato non poteva che rispondere alla stessa maniera. Nel caso ho scelto la versione meglio espressa. 

Per uno come te che lo hai seguito dai primissimi anni Settanta, hai trovato qualcosa che ancora non conoscevi?

Mi sono meravigliato di quante volte Battiato è entrato nel merito di argomenti sociali e politici. Lo ha fatto con canzoni come “Povera patria”, “Inneres Auge”, “Tibet”, “Ermeneutica”, ma anche nelle interviste, lasciando spesso sconcertato l’interlocutore. Incredibile a dirsi, ma Battiato è stato di gran lunga più politico di tanti colleghi cantautori che nei primi anni Settanta si erano fatti la nomea di artisti impegnati politicamente. Proprio nei Settanta il suo impegno era rivolto alla ricerca artistica e spirituale, non si è accodato alla moda corrente che voleva il cantautore impegnato, perchè altrimenti rischiava di essere contestato. Il suo impegno politico e sociale si palesa più chiaramente nei decenni successivi. Che poi, se vogliamo ricordare, nell’album “Patriots” del 1980 cantava: “…le barricate in piazza le fai per conto della borghesia che crea falsi miti di progresso”. Ed erano anni ancora caldi. La pensava come il suo amico Gaber che aveva sferzato la sinistra con l’invettiva “Quando moda è moda”. 

Battiato era attentissimo a quello che succedeva nel mondo e in particolare in Italia, leggeva quotidiani e seguiva trasmissioni televisive, come quella di Santoro. Ne parla nel libro. 

Che rapporto aveva Battiato con l’interlocutore?

All’inizio particolarmente severo, ovvero non si concedeva allo scherzo e alla leggerezza. In televisione lo vedevi arrivare e rispondere a monosillabi al presentatore, cantare la canzone e andare via. Poi tutto è cambiato, dopo il successo popolare di “La voce del padrone”. Intanto l’interlocutore comincia a trattarlo con rispetto. C’è la famosa apparizione a Domenica In ai tempi di “L’era del cinghiale bianco”, con Pippo Baudo che lo presenta come un esordiente e lui replica: “esordiente per uno che ha pubblicato dieci dischi non è male”. Poi i due andranno a braccetto e anche per questo episodio nel libro Battiato spiega il suo punto di vista. 

Come inizio avete posizionato il capitolo dedicato allo Spirito, alla sua evoluzione interiore. Era l’argomento principale per Battiato?

Sì, dagli anni Settanta in poi. Lo ha espresso anche nelle canzoni, fin dai primi album. In “Pollution” del 1972 invitava alla riflessione con “Ti sei mai chiesto quale funzione hai?”, di lì a poco avrebbe cominciato a esplorare zone sconosciute della mente, partendo dai saggi indiani Yogananda, Aurobindo e “Il libro tibetano dei morti”. Ne parla a più riprese nel libro. Poi, sempre nei Settanta, arriva la scoperta dell’insegnamento di Gurdjieff. Lo ricorda lui stesso in una frase del libro che ho voluto salvare. È stato il pianista e amico Antonio Ballista a mettergli in mano il testo che segnerà una svolta nella sua ricerca. Si tratta di “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di Uspensky. Poi arriveranno altri approfondimenti che lui stesso spiega in più parti nel libro, la meditazione, l’incontro con il buddismo, ma anche il cristianesimo. Al punto che si spinge a costruire un docu film, “Attraversando il bardo”, incentrato sul passaggio morte-reincarnazione. Molte pagine vengono dedicate a questo argomento.

Lunga questa ricerca che ha portato alla realizzazione del libro. È stato facile recuperare le tante frasi e sopratutto i suoi scritti?

Non difficile, ma la ricerca è stata lunga. Oltre alle interviste, di suo pugno Battiato ha scritto tante note e prefazioni a libri e dischi di altri, a opere e dischi suoi, ma soprattutto testi su commissione, per il Tutto Musica, La Stampa, la Repubblica e per la rivista vaticana Nuntium, su commissione di monsignor Fisichella. Nessuna ricordava questo testo e sono particolarmente soddisfatto di averlo recuperato. Una ricerca che mi ha appassionato, per 55 scritti che vanno a costituire il capitolo finale, il quarto.

Ha lasciato qualcosa di incompiuto Battiato?

Non teneva canzoni o idee nel cassetto, ma certamente ha investito molte energie e tempo per la realizzazione del film su Handel, preparato nei minimi dettagli, ma mai andato in lavorazione. Se ne parla molto nel libro, con l’elenco degli attori prescelti, ma si parla anche di un progetto discografico del 1969. Un disco pronto, che non verrà mai stampato.

E per ultimo la copertina…

Un libro importante, promosso dalla Fondazione Battiato con Mondadori, non poteva certamente avere una copertina standard. Infatti è telata e cartonata con un’immagine molto essenziale. La F. che prende tutto lo spazio della copertina, mentre nel retro c’è la sua firma per intero: F. Battiato. Un’idea dell’editor Mondadori che si è rivelata efficace e molto azzeccata. Sono certo che sarebbe piaciuta a Battiato.  

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