Bergamo, Riccardo Claris è morto per un coro dell’Inter: «Jacopo De Simone aggredito con le spranghe»
La ricostruzione dell'omicidio di Bergamo. L'omicida: «Sono salito a prendere il coltello per difendere mio fratello» L'articolo Bergamo, Riccardo Claris è morto per un coro dell’Inter: «Jacopo De Simone aggredito con le spranghe» proviene da Open.

Riccardo Claris, 26 anni, una laurea in economia con specializzazione in Lussemburgo e un contratto a tempo indeterminato per una finanziaria di Milano, è morto per uno sfottò. Ha ricevuto un colpo fatale sotto la scapola sinistra. Con un coltello da cucina in ceramica. Talmente forte da staccare la lama dal manico. Accusato di omicidio volontario è Jacopo De Simone, 18 anni. Che è stato prelevato in via dei Ghirardelli mentre aveva ancora la felpa e le mani sporche di sangue. «Sono salito a prendere il coltello per difendere mio fratello», è la sintesi resa agli inquirenti e al pm Guido Schininà, assistito dall’avvocato Luca Bosisio.
L’aggressione
Vittima e aggressore sono incensurati. Un litigio scoppiato al Reef Cafè di via Borgo Santa Caterina fra il gruppo di De Simone e alcuni tifosi atalantini. Lui ha cantato un coro dell’Inter. E questo è bastato. Claris, secondo la sua ricostruzione, lo ha affrontato armato di catene. E lui si è difeso con il coltello. Ma questo contrasta con la ferita alla schiena. La madre «è distrutta — dice lo zio Luca Salvioni —. Riccardo dormiva, lo ha avvisato la fidanzata della rissa e lui è sceso». «Frequentava la curva, ma in maniera sana — continua lo zio —. Fatico a capire come sia finito in questa gazzarra. Era un ragazzo per bene». La storia parte proprio da una canzone: «Ho canticchiato una strofa, l’hanno sentita gli atalantini… ».
La caccia all’interista
«Pensavo che mio fratello fosse in pericolo», dice De Simone. Per questo colpisce Claris. Giù in strada, all’una di notte di domenica, i vicini sentono urla e minacce. «Gridavano: sporco interista, interista bastardo », ricorda un residente. «Un giovane mi ha chiesto: conosci uno dell’Inter che abita qui in zona?», racconta un altro. «Avevano bastoni e spranghe. Mi hanno inseguito fin sotto casa, erano una decina, mi minacciavano — le parole messe a verbale dal 19enne — Sono salito in casa, mio fratello non era rientrato, ho preso il coltello e sono sceso per difenderlo. Pensavo fosse in pericolo ».
Omicidio volontario
«Dovrà pagare per quello che ha fatto ma mi chiedo come si faccia a inseguire una persona per un coro», confida il responsabile del locale. Per il giovane, il pm Guido Schininà ipotizza l’omicidio volontario. Nei prossimi giorni l’interrogatorio del gip.
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