Un’indagine sull’arte funeraria egizia svela nuovi indizi sul legame tra la Dea Nut e la Galassia Le
raffigurazioni cosmiche degli
Antichi Egizi, cariche di simbolismo e mistero, continuano a rivelare connessioni sorprendenti tra religione e astronomia. Secondo un recente studio pubblicato sul
Journal of Astronomical History and Heritage dal
professore di astrofisica Or Graur dell’
Università di Portsmouth, alcune
iconografie della Dea del Cielo Nut suggeriscono che gli Egizi possedessero una
conoscenza della Via Lattea più sviluppata di quanto ipotizzato in precedenza.
Nut, la signora del cielo stellato, e il “fiume serpentino” celeste Nell’universo mitologico egizio,
Nut è la
divinità che incarna la volta celeste, spesso rappresentata come una figura femminile arcuata che sovrasta la Terra, coperta di stelle, mentre ingloba il Sole al tramonto per poi partorirlo all’alba. Ma un particolare
elemento visivo identificato sulla
bara di Nesitaudjatakhet, una sacerdotessa vissuta circa
3.000 anni fa, ha attratto l’attenzione degli studiosi: una
linea ondulata attraversa il corpo di Nut, decorato da stelle. Secondo Graur, questa curva richiama
la Grande Spaccatura, ossia la zona oscurata della
Via Lattea, visibile anche a occhio nudo nei cieli privi di inquinamento luminoso. Questo
motivo ondulato, sebbene raro,
non è unico: è stato individuato anche nei
soffitti dipinti della
tomba di Seti I, così come in quelle di
Ramses IV, VI e IX, rafforzando l’ipotesi che si tratti di una
codificazione simbolica del nostro braccio galattico.
Dal simbolismo alla cosmologia: la Galassia come elemento del cielo egizio Graur sostiene che la
curva stellata non rappresenti Nut in sé, bensì
un elemento celeste a lei associato, esattamente come il Sole o le stelle. Questo aspetto si inserisce in un’interpretazione più ampia che identifica la
Via Lattea con il cosiddetto
“Fiume Serpeggiante”, termine già discusso negli
antichi testi funerari come i
Testi delle Piramidi, i
Testi delle Bare e il
Libro di Nut. Secondo lo studio, la
Via Lattea poteva fungere da
riferimento astronomico per identificare le
costellazioni sacre, legate alla forma del corpo della dea. Tuttavia, è interessante notare che Nut viene raffigurata
coperta di stelle solo nel 25% circa delle immagini esaminate, suggerendo una
variabilità nell’iconografia che potrebbe riflettere
concezioni diverse del cosmo all’interno della stessa tradizione egizia.
Un confronto interculturale: curve stellari nel mondo antico Lo studio si colloca all’interno di un
progetto più ampio di Or Graur, volto a esplorare come
culture diverse abbiano rappresentato la Via Lattea. Motivi simili alla curva egizia sono stati
identificati anche nell’arte cerimoniale dei
Navajo, degli
Hopi e degli
Zuni, tre popolazioni indigene del Nord America. Questo suggerisce che la percezione della
Via Lattea come “fiume celeste” possa essere
un’esperienza comune all’umanità, filtrata da mitologie distinte ma sorprendentemente affini. Fonte studio: Journal of Astronomical History and Heritage
La curva stellata di Nut rivela la consapevolezza egizia della Via Lattea