Gaza, Liliana Segre durissima: “Provo repulsione per Netanyahu e il suo governo fascistoide e razzista”

Queste le parole, tratte dal libro-intervista di Liliana Segre "Non posso e non voglio tacere - Riflessioni di una donna di pace", scritto con la giornalista Alessia Rastelli L'articolo Gaza, Liliana Segre durissima: “Provo repulsione per Netanyahu e il suo governo fascistoide e razzista” proviene da Globalist.it.

Mag 5, 2025 - 13:02
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Gaza, Liliana Segre durissima: “Provo repulsione per Netanyahu e il suo governo fascistoide e razzista”

“Vedo due popoli, quello israeliano e quello palestinese, in trappola, incapaci di liberarsi da una sorta di condanna a odiarsi e a combattersi a vicenda. Aggrava la situazione il fatto che entrambi siano guidati dalle componenti peggiori delle rispettive classi dirigenti, tanto che per lungo tempo hanno dato, molto cinicamente, l’impressione di avere bisogno l’una dell’altra per restare in piedi. Trovo mostruoso il fanatismo teocratico e sanguinario di Hamas e delle altre fazioni terroristiche che hanno provocato la nuova guerra. Ma sento anche una profonda repulsione verso il governo di Benjamin Netanyahu e verso la destra estremista, iper-nazionalista e con componenti fascistoidi e razziste al potere oggi in Israele. È chiaro che, dopo un trauma come quello del 7 ottobre, qualunque governo israeliano avrebbe reagito con durezza. Ma la guerra a Gaza ha connotati di ferocia inaccettabili e non è condotta secondo i principi umanitari e di rispetto del diritto internazionale che dovrebbero guidare Israele. Israele è andato ben oltre i limiti del diritto di difesa, facendo stragi di civili e distruzioni immani”.

Queste parole, tratte dal libro-intervista di Liliana Segre “Non posso e non voglio tacere – Riflessioni di una donna di pace”, scritto con la giornalista Alessia Rastelli e pubblicato da Solferino, sono apparse in anteprima sul Corriere della Sera il 5 maggio 2025, in vista dell’uscita del volume il giorno successivo.

Le dichiarazioni della senatrice a vita, sopravvissuta alla Shoah, rappresentano un intervento potente nel dibattito sul conflitto israelo-palestinese, in particolare sulla guerra a Gaza. Segre non risparmia critiche al governo di Benjamin Netanyahu, che descrive come guidato da una destra estremista con tendenze “fascistoidi e razziste”. La sua condanna della risposta israeliana, definita di “ferocia inaccettabile” e contraria al diritto internazionale, si affianca a una altrettanto netta denuncia del “fanatismo teocratico e sanguinario” di Hamas, responsabile dell’attacco del 7 ottobre 2023 che ha causato oltre 1.200 morti e il rapimento di circa 250 ostaggi. La senatrice sottolinea la tragica condizione di due popoli “in trappola”, intrappolati in un ciclo di odio alimentato da leadership inadeguate, incapaci di perseguire la pace.

Il libro, frutto di un dialogo con Alessia Rastelli, giornalista del Corriere della Sera, non si limita al conflitto in Medio Oriente. Segre, alla soglia dei 95 anni, affronta temi globali come il riemergere dell’antisemitismo, che ritiene “mai morto, ma nascosto”, e le derive autoritarie, dalla rielezione di Donald Trump alla crescita dell’estrema destra in Europa. Torna anche sulla sua esperienza personale ad Auschwitz, ribadendo l’importanza di non banalizzare termini come “genocidio”, che rifiuta di applicare a Gaza, preferendo parlare di “crimini di guerra e contro l’umanità” commessi da entrambe le parti. In precedenza, il 29 novembre 2024, aveva firmato un appello per il cessate il fuoco e partecipato a un presidio per i bambini israeliani uccisi da Hamas, mantenendo un approccio umanitario che protegge i civili di ogni nazionalità.

Le parole di Segre su Netanyahu e sulla guerra a Gaza hanno suscitato reazioni contrastanti. Su X, alcuni utenti ne lodano l’equilibrio, altri criticano la sua riluttanza a usare il termine “genocidio” per le azioni israeliane, che hanno causato oltre 40.000 morti palestinesi secondo stime del 2024. Il volume, che raccoglie riflessioni inedite, si inserisce nel solco di interventi precedenti, come la sua opposizione alla riforma del premierato in Italia nel 2024, quando usò l’espressione “Non posso e non voglio tacere” per denunciare rischi per la democrazia.

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