Un secondo momento Schuman, per una difesa comune e un’unione politica
Il poeta tedesco Friedrich Hölderlin nell'inno Patmos (1800) scrisse: “Wo aber Gefahr ist, wächst das Rettende auch” (“Ma dove è il pericolo, cresce anche ciò che salva”).

E in effetti, un nuovo spirito civile europeo sta emergendo in tutto il continente. Come si è visto il 15 marzo 2025, da Roma a Tbilisi, a Budapest, Bucarest, Belgrado e in molte altre città d’Europa. Il sostegno all’integrazione europea è elevato, secondo l’ultimo Eurobarometro. È un sentimento popolare quello di difendere la pace, la democrazia e il multilateralismo, contro l’imperialismo, l’autoritarismo e le guerre commerciali, e sostenere la resistenza ucraina e l’ideale europeo. I cittadini comprendono che oggi, come ai tempi della Brexit, l’UE è minacciata da Putin e Trump e dai suoi tirapiedi europei. Il popolo europeo sta dimostrando un forte attaccamento al progetto europeo e alla nostra cultura comune, ma chiede anche azioni concrete per garantirci una sicurezza e difesa propria, e quindi la pace in quest’epoca, la competitività, il modello sociale e una più forte unità politica e capacità di agire.
Le istituzioni dell’UE, e in particolare i suoi governi nazionali, devono fornire una risposta all’altezza delle grandi sfide geopolitiche che stiamo affrontando e delle richieste dei cittadini. Infatti, quasi 75 anni fa, la Dichiarazione Schuman già sosteneva che “la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”. Questa frase risuona ancora con forza nel nostro tempo. Il documento proponeva anche un’azione da intraprendere “immediatamente su un punto limitato ma decisivo: […] mettere l’insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un’organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei”.
Noi, membri del ricostituito Comitato d’azione per gli Stati Uniti d’Europa, crediamo che l’istituzione di una Difesa Comune Europea sia oggi il punto chiaro e decisivo da affrontare nella costruzione europea. Questo passaggio è ormai necessario, alla luce del disimpegno transatlantico di Trump in materia di sicurezza. Il 12 marzo 2025, il Parlamento europeo ha invitato il Consiglio europeo ad attivare in tal senso le diverse disposizioni dell’articolo 42 del Trattato di Lisbona.
Una decisione così importante aprirà la strada alla creazione di un Sistema Europeo di Difesa e Sicurezza (EDSS) autonomo, dotato di una propria catena di comando e responsabile della difesa territoriale, che agirà come pilastro europeo della NATO o comunque in modo compatibile con essa. Tale EDSS non dipenderà dalla volontà e dai capricci dell’attuale Presidente degli Stati Uniti e renderà operativa la clausola di mutua assistenza prevista dall’articolo 42.7 del Trattato.
Abbiamo inoltre bisogno di un bilancio UE più ampio, finanziato con Eurobond e nuove risorse proprie raccolte dall’Unione, per provvedere alle nostre esigenze comuni di difesa e sicurezza e ad altri beni pubblici europei, tra cui la lotta ai cambiamenti climatici, tra le altre sfide cruciali. Un quadro finanziario europeo rinnovato dovrebbe includere la creazione di strumenti di investimento che consentano ai cittadini dell’UE di destinare direttamente i propri risparmi a questi scopi.
Dobbiamo ricordare agli Stati membri che un autentico quadro europeo di difesa e sicurezza non può ridursi alle diverse proposte nazionali di riarmo attualmente sul tavolo, che potrebbero anche tradursi in sprechi e inefficienze se non adeguatamente coordinate a livello UE. Inoltre, la sicurezza è multidimensionale e dovrebbe includere la lotta alle minacce ibride, alla sicurezza informatica, allo spionaggio e al sabotaggio, ecc. Infine, non ci sarà una vera e propria Unione Europea della Difesa e della Sicurezza senza le necessarie dimensioni politiche, strategiche e operative (pianificazione, comando e controllo, ecc.).
Allo stesso tempo, la misura proposta può generare forti ricadute politiche sull’integrazione europea, tra cui l’avvio del processo di riforma dei Trattati in conformità con la proposta del Parlamento del novembre 2023. Dobbiamo sottolineare che qualsiasi EDSS praticabile richiede anche il superamento al più presto dei veti nazionali e dell’approccio intergovernativo, garantendo così un adeguato controllo parlamentare e democratico di detta architettura di sicurezza. Per questo motivo suggeriamo l’adozione di un “Atto dell’Unione” che comprenda l’attivazione parallela degli articoli 42.2 (sulla difesa comune) e 48 (sulla riforma costituzionale) del Trattato di Lisbona come pacchetto comune.
Pertanto, proponiamo che il governo francese, in coordinamento con i governi tedesco, spagnolo e polacco e con gli altri Stati membri sostenitori, nonché con il Parlamento europeo, inviti il Consiglio europeo ad adottare il 9 maggio la proposta di “Atto dell’Unione”. I suddetti governi dovranno chiarire che procederanno ad attivare la Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO), prevista dall’articolo 46 del TUE, per l’istituzione dell’EDSS autonomo, qualora non si raggiunga rapidamente un accordo unanime tra i Ventisette Stati membri. Questa PESCO istituzionale rimarrà aperta a tutti gli Stati membri che desiderino aderirvi.
In vista dell’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale e del 75° anniversario della Dichiarazione Schuman, dobbiamo cogliere questa epocale occasione per aprire la strada a una Difesa e Sicurezza Comuni e a una Federazione Europea, come previsto già nel 1941 dal Manifesto di Ventotene, e per unirci alla mobilitazione popolare in atto per la Giornata dell’Europa. Nel momento geopolitico più pericoloso per l’Europa dal 1945, non dobbiamo venir meno all’ambizione manifestata il 9 maggio 1950. L’UE deve essere all’altezza dell’Europa.
Questa dichiarazione è stata scritta da:
Danuta HUBNER: ex commissaria europea ed ex eurodeputata,
Domènec RUIZ DEVESA: presidente dell’Unione dei federalisti europei, ex eurodeputato,
Guy VERHOFSTADT: ex Primo Ministro del Belgio ed ex eurodeputato,
Monica FRASSONI: ex eurodeputata,
Enrique BARÓN CRESPO: ex presidente del Parlamento europeo,
Sandro GOZI: ex presidente del Gruppo Spinelli, eurodeputato,
Christelle SAVALL: presidente degli Young European Federalists (JEF Europe),
Philippe LAURETTE: presidente dell’Associazione Jean Monnet,
Lieven TAILLIE: presidente onorario dell’Associazione europea dei giornalisti (AEJ).