Un calcio alla miseria: la classifica dei calciatori più pagati in Italia e nel mondo

Quasi 17 milioni di euro al mese, 4 milioni e 200mila a settimana, 555mila e rotti al giorno, 23mila e una manciata di euro all’ora, circa 386 al minuto, quasi 7 euro al secondo. Sono le entrate di qualche multinazionale? No, si tratta dello stipendio di Cristiano Ronaldo, l’atleta più pagato al mondo. Attenzione, atleta: […]

Mag 16, 2025 - 22:20
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Un calcio alla miseria: la classifica dei calciatori più pagati in Italia e nel mondo

Quasi 17 milioni di euro al mese, 4 milioni e 200mila a settimana, 555mila e rotti al giorno, 23mila e una manciata di euro all’ora, circa 386 al minuto, quasi 7 euro al secondo. Sono le entrate di qualche multinazionale? No, si tratta dello stipendio di Cristiano Ronaldo, l’atleta più pagato al mondo. Attenzione, atleta: non calciatore. Ovvero nessuno sportivo (dai campioni di Formula 1 al tennisti; dai giocatori di basket ai calciatori) prende più di lui in questo momento. 

Cifre mostruose che gli sono garantite dai sauditi dell’Al Nassr, squadra con cui il cinque volte Pallone d’oro – ammirato negli anni scorsi anche in Italia con la maglia della Juventus –, ormai a fine carriera, ha rinnovato fino al 2026. Uno stipendio di circa 220 milioni di dollari all’anno che si somma ad altri guadagni legati a sponsor ed iniziative varie. Secondo Forbes, che ha stilato la classifica dei calciatori che hanno guadagnato di più nel 2025, CR7 avrebbe incassato circa 285 milioni di dollari. 

Alle sue spalle, 150 milioni di dollari più indietro, Lionel Messi e Neymar, che di certo con i rispettivi 135 e 110 milioni non se la sono passata male… 

Effetto Riad
Nella top ten dei calciatori più profumatamente retribuiti su scala planetaria non c’è nemmeno un italiano né nessuno che giochi in Italia, segno di come il nostro calcio sia sostanzialmente in declino, almeno dal punto di vista economico. 

I dieci giocatori più pagati al mondo militano in campionati “minori” e alla ricerca di visibilità, come quelli dell’Arabia Saudita e degli Stati Uniti, oppure nei top club europei come Real Madrid (Spagna), Manchester City e Liverpool (Inghilterra). Nello specifico, sono quattro i campioni in campo e in banca che nel 2025 hanno giocato in club sauditi: Cristano Ronaldo, Neymar (ora passato al Santos, in Brasile), Benzema e Mané. Messi gioca negli Stati Uniti, al Miami Fc, mentre in Europa troviamo solo Mbappé e Vinicius, assi del Real Madrid, e tre stelle della Premier League inglese: Halland, De Bruyne e Salah. 

A drogare la classifica sono ovviamente i soldi sauditi. Da qualche anno infatti la monarchia di Riad ha deciso di investire pesantemente nel calcio. L’obiettivo è quello di far diventare la Saudi Premier League una delle dieci migliori leghe al mondo, «dal punto di vista tecnico, commerciale, finanziario e mediatico», si legge sul sito. Come farlo? Portando tanti campioni a giocarci. 

Il problema è che per convincere i calciatori di alto livello a mollare il calcio che conta per giocare in mezzo al deserto servono tanti, tantissimi, soldi. Da qui le offerte fuori mercato per molti atleti, anche non campionissimi, europei. 

Niente di nuovo. Qualche anno fa la Cina fece la stessa mossa andando però incontro a un sonoro fallimento. C’è però chi fa notare come il governo saudita – a differenza di quello cinese – non vede questo investimento come un fuoco di paglia. Inoltre, al di fuori dell’Arabia, è forte la tesi dello sportwashing, per cui il Paese starebbe tentando di ripulirsi la coscienza con il pallone, nascondendo dietro alla bellezza delle tante stelle del calcio, i problemi della criminalizzazione dell’omosessualità, delle restrizioni alla libertà di parola e ai diritti delle donne. 

Italia indietro
E in Italia? Qual è la situazione nel nostro Paese? Le cifre non sono affatto paragonabili con quelle che circolano in Arabia, anche se – per un comune mortale – sono comunque enormi. 

Secondo il portale Transfermarkt (che cita i dati di Capology), l’attaccante della Juventus Dusan Vlahovic è il calciatore più pagato nel nostro massimo campionato con uno stipendio di 10,5 milioni di euro all’anno. Alle sue spalle Lautaro Martinez (Inter) con 9 milioni certi più 2 di bonus; al terzo posto Paulo Dybala (Roma) con 7 milioni di euro più 1 di bonus. 

La classifica prosegue poi con Barella (Inter), Calhanoglu (Inter), Lukaku (Napoli) e Marcus Thuram (Inter), tutti intorno ai 6 milioni più bonus. La top 20 si chiude poi con i milanisti Pulisic ed Hernandez e i loro 4 milioni di euro a stagione. 

In totale la Serie A, secondo i dati raccolti da Calcio e Finanza all’inizio di questa stagione (2024-2025), ha un monte stipendi di circa 1,06 miliardi di euro. Dato rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. 

Solo tre squadre superano i 100 milioni di euro in stipendi lordi. L’Inter, attuale campione d’Italia, è in cima alla classifica con un monte ingaggi di 141,7 milioni di euro, seguita dalla Juventus con 111,7 milioni e dal Milan con 104,3 milioni. Subito fuori dal podio si colloca la Roma, con 89,9 milioni, seguita dal Napoli, che registra un monte stipendi di 82,9 milioni di euro. 

Sorprende l’inserimento nella top 10 del neopromosso Como, al decimo posto con 38,1 milioni di euro di stipendi lordi, superando il Bologna di Joey Saputo con un monte ingaggi di 36,1 milioni.

Rispetto all’anno scorso, si evidenziano aumenti nei budget di Inter (+20,3%) e Milan (+14,6%), mentre la Juventus ha registrato una lieve diminuzione (-4,1%). Anche il Napoli ha incrementato il proprio monte ingaggi del 11,1%. In calo invece le due squadre della Capitale: la Roma ha ridotto i propri stipendi del 17%, mentre la Lazio di Claudio Lotito ha visto un taglio del 10,7% rispetto alla stagione precedente. 

Giro d’affari
Perché i calciatori intascano così tanti soldi? La risposta è semplice: il calcio è lo sport più seguito al mondo ed ormai è diventato un business vero e proprio. Ogni giorno, ora, minuto fa circolare enormi quantità di denaro. Dà lavoro a centinaia di milioni di persone. Lavori di tutti i tipi: dai calciatori – i protagonisti assoluti – pagati milioni di euro, agli altri dipendenti dei vari club (magazzinieri, cuochi, fisioterapisti, medici, traduttori ecc…) che portano a casa stipendi molto più comuni. Il tutto seguito passo passo dai media per soddisfare l’attenzione dei tifosi, coloro che generano i ricavi necessari ai vari club per pagare tutto e mandare avanti quella che è diventata un’industria da miliardi di euro. 

I ricavi delle varie società provengono da diritti tv, sponsorizzazioni, biglietti, merchandising, diritti di immagine, compravendita dei calciatori e tanto altro. Più sono i ricavi più potenzialmente sono gli investimenti su calciatori (e i loro stipendi), strutture, brand e così via. 

Non è un caso che la squadra più vincente al mondo (il Real Madrid) sia anche quella che ha il fatturato più alto e che ogni anno compra i giocatori “più forti” (e spesso cari) presenti sul mercato.

Secondo la classifica per fatturato stilata da Deloitte Sports Business Group, al primo posto, come detto, c’è il Real Madrid con un fatturato di oltre 1 miliardo di euro. Seguono Manchester City (circa 838 milioni) e Paris Saint Germain (circa 806 milioni). 

Nella top ten non figurano club italiani. Per trovarli bisogna scendere al 13esimo posto dove c’è il Milan (397,6 milioni) e al 14esimo dove figura l’Inter (391 milioni). 

Secondo il report “Football Money League”, i primi venti club di calcio per fatturato a livello mondiale hanno realizzato complessivamente la cifra record di 11,2 miliardi di euro nella stagione nella stagione 2023/24. Si tratta di un aumento del 6% rispetto alla stagione precedente. 

I ricavi da matchday sono cresciuti del +11% su base annua, confermandosi ancora una volta il flusso di entrate a maggiore crescita per i club grazie a un aumento della capacità degli stadi, ai prezzi dei biglietti e alle offerte premium per le partite. I ricavi da matchday hanno superato i 2 miliardi di euro per la prima volta in assoluto, assorbendo il 18% dei ricavi totali, ossia la quota più alta dal 2014/15 (19%). 

Con 4,9 miliardi di euro la parte commerciale è rimasta però la principale fonte di entrate per i club della Football Money League per il secondo anno consecutivo, rappresentando il 44% dei ricavi totali. La crescita del 10% rispetto all’anno precedente è stata in gran parte determinata da un aumento degli eventi dal vivo di natura non calcistica, da un miglioramento delle vendite al dettaglio e da un aumento degli introiti da sponsorizzazione. 

Non si registra invece un incremento degli introiti televisivi (4,3 miliardi di euro) in quanto tutti i principali campionati hanno mantenuto gli stessi cicli di broadcast della stagione precedente. 

Nuove regole
Enormi ricavi, come visto, portano anche ad enormi stipendi, ma a tutto c’è un limite. In Europa infatti esistono delle regole finanziarie (il famoso Fair Play Finanziario) che i club devono rispettare se non vogliono incorrere in sanzioni di diverso tipo: dalle multe all’esclusione dalle competizioni europee (Champions League, Europa League e Conference League). 

Dal primo gennaio 2025 inoltre è andato a regime il Nuovo Financial Fair Play, che prevede più rigidi e articolati paletti per garantire la stabilità finanziaria del movimento calcistico continentale. Nei prossimi dodici mesi le società ammesse ai gironi delle tre competizioni europee – e con un ammontare di costi superiore ai 30 milioni di euro – non potranno spendere più del 70% dei loro ricavi (incluse le plusvalenze da player trading) tra stipendi di giocatori e allenatori, ammortamenti dei cartellini (che potranno essere spalmati al massimo su cinque anni) e le spese per gli intermediari.