Uccisa dall’ex fidanzato. Il cellulare di Ilaria a casa del killer
Smartphone rinvenuto nell’appartamento di lui dopo che aveva detto di averlo consegnato alla madre. Potrebbe aggravarsi la posizione della donna, già indagata per concorso in occultamento di cadavere.

di Alessandro D’amato
Era nell’appartamento di via Homs e non in un tombino. Il cellulare di Ilaria Sula, uccisa a coltellate dal suo ex fidanzato Mark Anthony Samson a Roma, si trovava a casa del 23enne di origine filippina. Ad ammetterlo è stato lui stesso in un colloquio con i suoi avvocati difensori, che potrebbe costituire un elemento decisivo per le imputazioni: lo smartphone, che il ragazzo afferma di avere consegnato alla madre, è stato individuato dagli agenti della squadra mobile nella stanza da letto dei genitori di Samson.
LO SMARTPHONE
Adesso il telefono di Ilaria dovrà essere analizzato dalla procura, che ne ha già disposto la copia forense. Il ritrovamento del cellulare però è significativo perché la posizione di Nors Manlapaz, già indagata per concorso in occultamento di cadavere, potrebbe aggravarsi. In primo luogo però il telefono sarà probabilmente decisivo per stabilire la data della morte della ragazza che viveva a Terni. Samson ha detto di averla uccisa la mattina del 26 marzo, gli inquirenti sospettano che l’omicidio risalga alla sera precedente. "Siamo rimasti a parlare, si era fatto tardi e Ilaria ha deciso di rimanere a dormire da me perché non c’erano più bus che la riportassero a casa", è la versione fornita dal ragazzo al procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e alla pm Maria Perna. Il giorno dopo le ha portato la colazione in camera, poi ha letto sul cellulare della ragazza alcuni messaggi di un altro giovane e l’ha accoltellata.
LA MADRE
Secondo chi indaga è difficile credere che la ragazza, venuta perché Mark si era presentato a casa sua e voleva portare via il suo pc, sia rimasta davvero a dormire con lui volontariamente quella sera. Manlapaz ha invece sostenuto che ha sentito dei rumori, poi Mark gli ha aperto la porta: "Lui era rosso, tremava forte, da far paura, mi ha detto: “Non ho dormito, non ho mangiato“. Lo diceva come fosse un demonio, ho avuto paura che facesse del male anche a me". La madre sostiene di aver visto una donna "con la faccia a terra", ma di non essere entrata nella stanza. Poi il figlio "è venuto nella mia stanza e mi ha chiesto: “Mamma abbiamo una valigia grande?“. Io gli ho indicato dove si trovava".
I MESSAGGI ALLE AMICHE
Nella confessione-fiume il giovane aveva sostenuto di aver buttato il cellulare in un tombino, senza specificare dove. Ora il 23enne dice invece di aver dato lo smartphone alla madre e che lei lo ha nascosto. Poi, sempre stando al suo racconto, ha gettato la valigia alle 18 del 26 marzo in un burrone in zona Capranica Prenestina nei pressi del monte Guadagnolo. Di certo c’è che Samson ha cercato di depistare le ricerche di Ilaria inviando messaggi dal suo cellulare sia ai genitori (ai quali aveva detto di non preoccuparsi) che alle amiche, illudendole che fosse ancora viva e raccontando che stava con un ragazzo conosciuto su Tinder. Al 23enne i pubblici ministeri contestano l’omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e l’occultamento di cadavere. Ad assisterlo gli avvocati Fabrizio Gallo e Alessandro Pillitu.