Tensioni in via Toscana. Ricostruito il memoriale ma arriva la polizia: "Non ce ne andiamo"

I Sudd Cobas hanno posizionato la targa in ricordo dei sette morti della Teresa Moda dopo che l’aiuola è stata distrutta. E’ intervenuta la Digos. "Si preoccupino di quello che c’è dentro queste ditte".

Mag 1, 2025 - 06:29
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Tensioni in via Toscana. Ricostruito il memoriale ma arriva la polizia: "Non ce ne andiamo"

Il "memoriale" dedicato a Zheng Xiuping, Rao Changjian, Lin Guang Xing, Wang Chun Tao, Dong Wenqiu, Su Qifu e Xue Xieqing, gli operai che persero la vita il primo dicembre del 2013 nel rogo della Teresa Moda, è stato ricostruito dagli stessi sindacalisti dei Sudd Cobas e dai volontari che lo avevano realizzato in vista delle celebrazioni del primo maggio, dopo esser stato smantellato e spianato da ignoti. Le operazioni di "ricostruzione" dell’aiuola e della posa della targa però non sono state prive di tensioni: ieri mattina, poco prima delle 10, una volante della polizia è arrivata in via Toscana per l’identificazione di sindacalisti e volontari "di guardia" al manufatto in memoria dei lavoratori orientali che i Sudd Cobas intendono inaugurare oggi a mezzogiorno (allestito a pochi metri di distanza dall’edificio nel quale sorgeva proprio la Teresa Moda).

I rappresentanti di Sudd Cobas Prato Firenze Luca Toscano e Sarah Caudiero non hanno nascosto il loro disappunto nei confronti dell’arrivo degli agenti (allertati secondo loro dai proprietari dei capannoni). Le forze dell’ordine hanno chiesto i documenti ai rappresentanti sindacali e hanno chiesto conto del gazebo allestito in quella "strada privata". In effetti quella fetta di strada appartiene a un consorzio di ditte che si affacciano nell’area: sono stati alcuni dei proprietari a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. A chi faceva notare come potesse teoricamente essere loro contestata l’occupazione abusiva, Caudiero e Toscano hanno ricordato come in quella stessa aiuola ci fossero spesso scarti tessili e spazzatura (invitando gli operatori a controllare i capannoni).

"Penso che sia la prima volta in Italia che qualcuno distrugge un manufatto che ricorda operai morti sul lavoro – ha aggiunto Toscano - ma credo che sia ancora più assurdo identificare e contrastare chi cerca di ricordare i morti sul lavoro e di porre l’accento sull’illegalità che ancora è ben presente all’interno del distretto".

I poliziotti e la Digos si sono allontanati dopo una manciata di minuti, riprendendo la scena ma senza alla fine procedere all’identificazione dei manifestanti. Ma i Sudd Cobas hanno poi continuato ad attaccare i proprietari di alcuni dei capannoni della zona, ritenendoli i "mandanti" dell’opera di distruzione del memoriale dei sette operai cinesi. I proprietari delle ditte e degli immobili, a detta dei sindacalisti, sarebbero intenzionati a rimuovere nuovamente la targa ed avrebbero incaricato un’azienda di agire in tal senso. Anche per questo, i manifestanti hanno ribadito l’intenzione di mantenere il presidio almeno fino a oggi per scongiurare il rischio di una nuova rimozione del manufatto proprio in occasione della Festa dei Lavoratori.

"In un Macrolotto in cui i proprietari dei capannoni chiudono tre occhi di fronte al lavoro nero, ai capannoni trasformati in abitazioni-prigione per gli operai, allo sversamento abusivo di rifiuti tessili, al proliferare di discariche a cielo aperto, non si tollera una targa che ricorda i lavoratori morti – hanno chiosato Toscano e Caudiero - molti operai cinesi hanno apprezzato la nostra iniziativa, con cui intendiamo anche promuovere la sindacalizzazione all’interno della comunità cinese. Noi pensiamo piuttosto che dietro questo gesto ci siano proprietari italiani dei capannoni che riscuotono dalle aziende cinesi affitti d’oro, fregandosene delle condizioni di lavoro a cui sono costretti gli operai. La strage della Teresa Moda, peraltro, ha raccontato in maniera tragica anche questo: quei fiori e quelle parole danno fastidio perché si vuole cancellare la memoria. E con essa la capacità di sentire anche oggi l’urgenza di combattere lo sfruttamento. Noi non ci stiamo". I sindacalisti hanno poi confermato il corteo che alle 15 partirà dalla stazione del Serraglio. E con queste premesse, si annuncia insomma un primo maggio particolarmente movimentato, dalle parti di via Toscana (e non solo).

Giovanni Fiorentino