Smartwatch e tetti riflettenti contro le ondate di calore estremo: così si prova a salvare sempre più vite
Ad Ahmedabad, una città dell’India occidentale da sempre soggetta a estati roventi, il caldo ha ormai raggiunto livelli che possono risultare mortali dopo poche ore di esposizione. In risposta a questa crisi climatica sempre più grave, è partito un progetto pilota che combina tecnologia indossabile e soluzioni architettoniche semplici ma efficaci, come i tetti riflettenti,...

Ad Ahmedabad, una città dell’India occidentale da sempre soggetta a estati roventi, il caldo ha ormai raggiunto livelli che possono risultare mortali dopo poche ore di esposizione. In risposta a questa crisi climatica sempre più grave, è partito un progetto pilota che combina tecnologia indossabile e soluzioni architettoniche semplici ma efficaci, come i tetti riflettenti, per monitorare e ridurre l’impatto del caldo estremo sulle comunità vulnerabili.
Nel quartiere popolare di Vanzara Vas, oltre 200 abitanti sono stati dotati di smartwatch che rilevano battito cardiaco, qualità del sonno e altri parametri vitali. I dati raccolti aiutano i ricercatori a capire come il corpo umano reagisce alle alte temperature, soprattutto in contesti abitativi dove le condizioni sono critiche: case con tetti in lamiera che, sotto il sole, diventano veri e propri forni.
Parallelamente, alcuni tetti sono stati coperti con una speciale vernice riflettente, capace di abbassare la temperatura interna delle abitazioni. Il confronto tra case con e senza questa modifica, unito alle rilevazioni degli orologi intelligenti, permetterà di valutare l’efficacia di questa soluzione a basso costo.
Le temperature estreme colpiscono soprattutto i più poveri
Il progetto, coordinato da università e enti sanitari internazionali e locali, si inserisce in una più ampia ricerca condotta anche in Burkina Faso, Niue (isola del Pacifico) e Messico. L’obiettivo è identificare strumenti pratici per aiutare i circa 1,1 miliardi di persone che vivono in insediamenti informali ad affrontare un clima sempre più ostile.
Ahmedabad è stata tra le prime città indiane a dotarsi di un piano di emergenza contro il caldo, dopo che nel 2010 un’ondata di calore provocò 1.300 morti in eccesso. Ma oggi la sfida si è intensificata: le temperature estreme arrivano prima, durano di più e colpiscono soprattutto i poveri e chi vive ai margini.
I residenti coinvolti accolgono il progetto con speranza: anche se alcune case non hanno ancora ricevuto il trattamento sul tetto, indossare l’orologio le dà fiducia che qualcosa possa cambiare. Per lei e molti altri, il caldo non è solo fastidio: è una minaccia quotidiana alla salute, al lavoro e al riposo notturno. In un mondo dove il cambiamento climatico accentua le disuguaglianze, questi interventi rappresentano un primo passo concreto verso una maggiore giustizia climatica.
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