Settimana intensa a Wall Street tra trimestrali e dati macro

Nei prossimi giorni quattro delle Magnifiche Sette sono attese alla prova degli utili mentre dal fronte macro le luci si accenderanno sull’inflazione e sul report sul lavoro.

Apr 28, 2025 - 14:31
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Settimana intensa a Wall Street tra trimestrali e dati macro

Oggi Wall Street sembra voler aprire intorno la parità questa prima seduta di una settimana che si preannuncia intensa visti i dati macro e le trimestrali attese nei prossimi giorni.

I future sul Nasdaq e quelli sullo S&P500 cedono lo 0,20% quando manca circa un’ora all’avvio delle contrattazioni, seguiti in scia dai contratti sul Dow Jones.

Il dollaro resta poco mosso nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD scambia a 1,1368, con l’oro poco mosso (+0,20%) a 3.300 dollari l’oncia (future). Bitcoin in crescita dell’1% a 95 mila dollari.

Questa settimana saranno 180 le società componenti lo S&P500 a pubblicare i risultati trimestrali, tra cui sono attese soprattutto le big tech Apple (giovedì), Amazon (giovedì), Meta (mercoledì) e Microsoft (mercoledì), oltre a Coca-Cola (domani), Eli Lilly (giovedì) e Chevron (venerdì).

In termini di capitalizzazione di mercato, questa è la settimana più intensa dell'anno per gli utili, con le società quotate nell'indice S&P 500 per un valore di 20.000 miliardi di dollari che avranno pubblicato i risultati.

Gli analisti prevedono che il gruppo delle ‘Magnifiche Sette’ (che comprende anche Alphabet, Tesla e Nvidia) registrerà una crescita media degli utili del 15% nel 2025, una previsione che non si è mossa quasi per niente dall'inizio di marzo, nonostante l'inasprimento delle tensioni commerciali.

Dal fronte macro, venerdì sarà diffuso il dato sull'occupazione non agricola e gli economisti prevedono che l'economia statunitense abbia creato 133 mila posti di lavoro il mese scorso, con il tasso di disoccupazione che si è attestato al 4,2%.

Mercoledì sarà il turno dell'indice di inflazione preferito dalla Fed, il Personal Consumer Expenditures (PCE), per valutare l'impatto dei dazi, in particolare sulle spese ‘core’ (esclusi alimentari, carburanti e tabacchi) della popolazione.

"In generale, penso che i dati di questa settimana non saranno troppo negativi per l'economia, perché precedono di fatto l'annuncio dei dazi", spiega a Bloomberg TV Kathy Jones, responsabile della strategia sul reddito fisso di Charles Schwab & Co. "I dati sull'inflazione non dovrebbero essere troppo negativi. Ma seguirò con attenzione i dati ISM a fine settimana e, naturalmente, i dati sull'occupazione, dove potremmo vedere una certa debolezza", ha aggiunto.

Il mercato continua a guardare anche a eventuali segnali di progresso nelle trattative commerciali tra Stati Uniti e altri Paesi, dopo che Trump ha lasciato intendere che un ulteriore rinvio dei suoi dazi fosse improbabile.

L'amministrazione ha redatto un quadro di riferimento per gestire i negoziati con i partner commerciali, secondo quanto riportava venerdì il Wall Street Journal. I colloqui vedrebbero gli USA ospitare ogni settimana i negoziatori di un numero selezionato di Paesi e lo schema di lavoro prevede che gli Stati Uniti tengano discussioni con circa 18 Paesi (sei ogni settimana) nell'arco di tre settimane, a rotazione, fino alla scadenza.

Il Segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent, ha affermato che l'amministrazione sta lavorando ad accordi commerciali bilaterali con 17 partner chiave, esclusa la Cina, e ha ribadito la tesi dell'amministrazione secondo cui Pechino sarà costretta a sedersi al tavolo delle trattative perché il Paese asiatico non può sostenere l'ultimo livello tariffario imposto da Trump del 145% sui prodotti cinesi.

La situazione di stallo con la Cina limiterà anche i potenziali benefici che gli USA possono trarre dagli accordi con i partner commerciali asiatici, secondo Phoenix Kalen, responsabile globale della ricerca sui mercati emergenti di Société Générale SA. "C'è già stato un forte posizionamento degli investitori per la conclusione di alcuni accordi, soprattutto con il Giappone e soprattutto con la Corea del Sud", prosegue Kalen, "ma la portata sarà relativamente limitata e ostacolata. La preoccupazione, soprattutto per i partner commerciali asiatici, su come la Cina risponderà ai termini limiterà la misura in cui potranno concordare determinate condizioni con l'amministrazione Trump".

Domino’s Pizza (-2%): vendite in calo dello 0,5% nel trimestre, risultato inferiore al +0,5% previsto dagli analisti (dati LSEG).

DoorDash (+0,10%): ha offerto 3,6 miliardi di dollari per acquistare la britannica Deliveroo.

Revvity (+6%): l'unità Life Sciences della società, che fornisce reagenti e strumenti per la scoperta e lo sviluppo di farmaci, ha registrato ricavi per 340,4 milioni di dollari, superiori alle stime di 332 milioni.

Biohaven (+8%): ha annunciato un investimento fino a 600 milioni di dollari da parte della società di investimento Oberland Capital in cambio di pagamenti e royalty sulle future vendite del suo farmaco sperimentale, il troriluzolo.

Apple

Morgan Stanley: buy e target price alzato da 220 a 235 dollari.

Amazon

Oppenheimer: buy e prezzo obiettivo tagliato da 260 a 220 dollari.

Alphabet

China Renaissance: buy e target price ridotto da 207 a 225 dollari.

Microsoft

Jefferies: buy e prezzo obiettivo confermato a 475 dollari.

Meta

Jefferies: buy e target price sempre a 600 dollari.

Biontech

Jefferies: buy e prezzo obiettivo ribadito a 149 dollari.