Nel 2024 la spesa militare ha raggiunto la cifra più alta di sempre

Nel 2024, la spesa militare globale ha raggiunto i 2.718 miliardi di dollari, registrando un aumento rispetto all’anno precedente del 9,4%, il più consistente dal lontano 1988. Lo ha attestato il nuovo rapporto dell’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI), una delle fonti più autorevoli su questo tema, che ha confermato come il […] The post Nel 2024 la spesa militare ha raggiunto la cifra più alta di sempre appeared first on L'INDIPENDENTE.

Apr 28, 2025 - 18:44
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Nel 2024 la spesa militare ha raggiunto la cifra più alta di sempre

Nel 2024, la spesa militare globale ha raggiunto i 2.718 miliardi di dollari, registrando un aumento rispetto all’anno precedente del 9,4%, il più consistente dal lontano 1988. Lo ha attestato il nuovo rapporto dell’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI), una delle fonti più autorevoli su questo tema, che ha confermato come il valore risulti in crescita per il decimo anno consecutivo. Il peso della spesa militare sul PIL globale è salito al 2,5%, mentre la spesa pro capite ha raggiunto i 334 dollari, la quota più alta da 35 anni a questa parte. I cinque principali Paesi per spesa militare — USA, Cina, Russia, Germania e India — hanno rappresentato insieme il 60% del totale mondiale.

Come dettagliato nel report, gli Stati Uniti si sono confermati il primo spender mondiale con 997 miliardi di dollari, seguiti dalla Cina con 314 miliardi. La Russia, a causa della prosecuzione della guerra contro l’Ucraina, ha incrementato la sua spesa del 38% fino a 149 miliardi, pari al 7,1% del suo PIL. Kiev ha invece speso 64,7 miliardi, posizionandosi all’ottavo posto posto globale, avendo destinato il 34% del suo PIL al settore militare. Nel continente europeo, la spesa militare risulta in aumento del 17%, toccando i 693 miliardi di dollari, trainata dal conflitto in Ucraina e dal generale riarmo. Tutti i gli Stati europei, con la sola eccezione di Malta, hanno aumentato il proprio budget. I membri della NATO hanno speso in totale 1.506 miliardi di dollari, rappresentando il 55% della spesa globale. Diciotto su 32 membri NATO hanno raggiunto o superato il 2% del PIL in spese militari, in linea con gli obiettivi aggiornati dell’Alleanza.

La Germania è diventata il quarto più grande spender globale con 88,5 miliardi di dollari, aumentando del 28% rispetto al 2023. L’India ha incrementato leggermente la spesa a 86,1 miliardi, con un focus crescente sulla produzione domestica di armamenti. La Polonia ha visto un aumento del 31% arrivando a 38 miliardi, con una spesa pari al 4,2% del PIL, la più alta nell’Europa centrale e occidentale. L’Italia si posiziona al tredicesimo posto a livello globale, con una crescita contenuta ma costante (+1,4%). Negli Stati Uniti, la spesa ha riflesso le priorità della Strategia Nazionale di Difesa 2022: rafforzare la deterrenza integrata contro Russia e Cina, investendo 246 miliardi in potenziamento nucleare e sistemi di difesa missilistica. Particolare attenzione è stata rivolta anche al supporto a Ucraina (48,4 miliardi) e Israele (10,6 miliardi) tramite stanziamenti straordinari. La Cina ha continuato il suo trend di crescita ininterrotta da tre decenni, con un aumento del 7% nel 2024. La modernizzazione delle forze armate entro il 2035 rimane l’obiettivo strategico di Pechino, che ha investito in nuove capacità nei settori aereo, subacqueo, nucleare e cyber.

In Africa, la spesa militare ha raggiunto 52,1 miliardi, con un aumento del 3%. La crescita è stata trainata soprattutto dal Nord Africa, con Algeria primo spender continentale. In Africa subsahariana, invece, la spesa è calata del 3,2%, con flessioni significative in Sudafrica, Nigeria ed Etiopia. Nelle Americhe, la spesa è cresciuta del 5,8% a 1.100 miliardi di dollari. Oltre agli USA, si registra un forte aumento in Messico (+39%), a sostegno delle forze di sicurezza interne come la Guardia Nacional, e in Guyana (+78%) a causa delle tensioni territoriali con il Venezuela. La spesa ha continuato a crescere anche in Asia e Oceania, con il Giappone che ha registrato il maggiore aumento dal dopoguerra (+21%), avendo destinato cospicue risorse a nuove capacità di attacco a lungo raggio. Nella polveriera del Medio Oriente, la spesa militare è cresciuta del 15% a 243 miliardi. L’aumento più eclatante – e non è una sorpresa – si è verificato in Israele (+65%), che ha portato la spesa al 8,8% del PIL. L’Arabia Saudita ha speso 80,3 miliardi, mentre l’Iran ha visto un calo del 10% dovuto a problemi economici interni.

Sulla costante tendenza al riarmo di UE e NATO i riflettori erano già stati accesi alla fine del 2023 dal rapporto “Arming Europe”, commissionato a un team di esperti dalle articolazioni italiana, tedesca e spagnola di Greenpeace. La ricerca aveva attestato come in dieci anni gli investimenti per i nuovi sistemi d’arma dei Paesi dell’Alleanza Atlantica all’interno dell’UE fossero cresciuti quattordici volte di più rispetto al loro PIL complessivo. In Italia, da 2,5 miliardi di euro la spesa militare si era alzata fino a toccare i 5,9 miliardi. Eppure, mentre enormi quantità di risorse sono state incanalate in questa direzione, il Prodotto Interno Lordo dei Paesi di riferimento è risultato stagnante. Al posto che al welfare e alla spesa ambientale, si è preferito mettere mano a quella militare: basti pensare che in Italia, mentre la spesa in armi ha subito un incremento addirittura del 30%, quella per la sanità è aumentata soltanto dell’11%, quella per la protezione ambientale del 6% e quella per l’istruzione di un risicatissimo 3%.

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