Riders e piattaforme digitali: più tutele sul lavoro per i ciclo-fattorini
Il Ministero ha fornito nuovi chiarimenti sulle tutele per i ciclo-fattorini e l'inquadramento normativo del lavoro tramite piattaforme digitali.

Il Ministero del Lavoro è tornato ad affrontare il tema delle tutele per i lavoratori ciclo-fattorini (i riders) che operano tramite piattaforme digitali. Con la nuova Circolare n. 9 del 18 aprile 2025, ha fornito utili indicazioni per definire le modalità di inquadramento normativo al fine di garantire tutele adeguate a questa categoria di lavoratori, pur in assenza di un contratto subordinato.
L’obiettivo è di assicurare che i lavoratori, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, possano godere di un’adeguata tutela giuridica.
Inquadramento ciclo-fattorini su piattaforme digitali
La prestazione dei riders attraverso le piattaforme digitali può essere organizzata in maniera molto diversa, a seconda delle specificità della piattaforma e del tipo di servizio offerto. La circolare riconosce che i ciclo-fattorini costituiscono una delle tipologie di lavoratori più rappresentative in questo contesto, ma che non si esaurisce solo nella consegna di beni.
La normativa vigente, che si basa sul Dlgs n. 81/2015, contempla un inquadramento che si estende oltre la mera prestazione di lavoro subordinato. Un ulteriore provvedimento chiave è la Direttiva UE 2024/2831, che stabilisce le prescrizioni minime comuni per i lavoratori delle piattaforme digitali, obbligando gli Stati membri a riconoscere l’effettivo inquadramento senza ricorrere al lavoro autonomo fittizio e condannando l’abuso di tale modalità.
Una delle novità principali è la presunzione legale di subordinazione, che si applica durante i procedimenti amministrativi e giudiziari. Significa che, nei casi in cui non sia chiaro l’inquadramento occupazionale, si farà riferimento alla natura del lavoro effettivamente svolto e non alla descrizione formale data dalle parti nel contratto.
Necessità di una valutazione caso per caso
Il Ministero del Lavoro sottolinea tuttavia che, nonostante l’approvazione della Direttiva, il legislatore nazionale non ha ancora recepito appieno le nuove linee guida comunitarie. Fino a quel momento, sarà necessario procedere con un’analisi caso per caso dei rapporti di lavoro, in modo da determinare se l’inquadramento dei lavoratori ciclo-fattorini rispetti i criteri di subordinazione o di autonomia.
La circolare del Ministero del Lavoro evidenzia anche la necessità di equilibrio tra tutela dei lavoratori e peculiarità del settore digitale. Sebbene non si voglia anticipare l’orientamento che sarà adottato dal legislatore, si ritiene fondamentale che la protezione legale dei lavoratori sia garantita senza però compromettere la flessibilità che caratterizza questo tipo di attività.
Il futuro del lavoro tramite piattaforme digitali, e in particolare per i ciclo-fattorini, appare dunque segnato dalla necessità di un inquadramento normativo più chiaro, che vada oltre le tradizionali definizioni di lavoro subordinato o autonomo, garantendo comunque una protezione adeguata per chi opera in questo settore.