Re Carlo e la confessione sul tumore: «È scoraggiante e fa paura…». Il sovrano ai malati oncologici: mai così esplicito sulla sua salute
Dallo scorso anno, re Carlo ha reso pubblica la diagnosi del cancro. Fonti reali confermano che il sovrano continua la terapia, che di recente lo aveva riportato in ospedale. Il messaggio ai pazienti e i cenni sulla sua esperienza personale L'articolo Re Carlo e la confessione sul tumore: «È scoraggiante e fa paura…». Il sovrano ai malati oncologici: mai così esplicito sulla sua salute proviene da Open.

Il cancro «è un’esperienza scoraggiante e a tratti spaventosa» ma rende più chiare le priorità della vita. A dirlo è re Carlo III davanti a un gruppo di pazienti oncologici ricevuti a Buckingham Palace con alcune associazioni. Quello del sovrano è stato un messaggio a cuore aperto. Secondo la stampa britannica, mai era stata affrontata la salute di un regnante nel Regno Unito in questo modo così esplicito. Il re Carlo dallo scorso anno è alle prese in prima persona con il tumore, che gli è stato diagnosticato lo scorso anno, ma finora rimasto di natura imprecisata.
Le priorità della vita che cambiano
Re Carlo ha detto quanto l’esperienza di convivenza con il cancro gli ha dimostrato che «i momenti più bui della malattia possono essere illuminati da una maggiore compassione». Oltre a rendere più chiara la visione della vita e delle sue priorità. Il sovrano ha detto poi che, essendo lui stesso parte della statistica dei malati oncologici, «posso garantire che può anche essere un’esperienza che mette a fuoco il meglio dell’umanità». Ha elogiato la «comunità di cura» di chi aiuta i malati oncologici con competenza e umanità.
Come sta re Carlo dopo la diagnosi del tumore
Fonti reali citate dalla Bbc dicono che il sovrano sta continuando a curarsi e sarebbe «sulla strada giusta». Ma non ci sono stati aggiornamenti più dettagliati sulle sue condizioni di salute. A marzo era stato ricoverato per alcuni giorni per alcuni effetti collaterali della terapia. Ma ad aprile si sarebbe ripreso abbastanza bene. Al punto da poter venire in visita in Italia.
L’impatto personale del contatto umano
Il re ha anche fatto un cenno alla sua esperienza personale in ospedale. E ha sottolineato «il profondo impatto del contatto umano, che si tratti di una spiegazione attenta da parte di un’infermiera specializzata, della mano tenuta da un volontario di un hospice o dell’esperienza condivisa in un gruppo di supporto». Per quanto il percorso di ogni paziente è diverso, grazie a quell’aiuto «una diagnosi di cancro non significa mai affrontare il futuro senza speranza e sostegno».
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