Povera sinistra, orfana di Francesco
Bergoglio aveva unito persino le correnti Pd

La verità è che gli orfani più inconsolabili di papa Francesco sono i politici di sinistra. Gli stessi che in questi giorni guardano con ansia e smarrimento alle prime mosse di Robert Francis Prevost per capire se potranno ancora avere un Papa. Prendiamo i dem. Figli legittimi sia di Peppone che di don Camillo, dopo sei anni di dialoghi, tentativi e ‘ma-anchismi’ non avevano ancora trovato il modo di scaldare la loro fusione a freddo, quando il Papa “che arriva dalla fine del mondo” si è presentato a togliere loro le castagne dal fuoco e incrociare due rette parallele che, pur vicinissime, senza un intervento divino non si sarebbero incrociate mai.
In quel 13 marzo 2013 Jorge Mario Bergoglio fu per loro un autentico miracolo. La sintesi perfetta di un popolo che votava a sinistra ma era cresciuto in oratorio, che si professava orgogliosamente laico ma si sposava in chiesa, che sceglieva la materia alternativa alla religione per quei figli che poi arruolava negli scout, e che aveva appeso sul muro dei circoli, orgogliosamente l’uno di fronte all’altro, sia Moro che Berlinguer. Due quadri che si guardavano con diffidenza perlomeno finché qualcuno non gli ha piazzato in mezzo l’effigie di Francesco. Da apprezzare anche se Papa, lo disse anche Scalfari.
Bergoglio "Era perfetto, ma purtoppo è morto”, per citare un vecchio sketch sui leader Pd di un irragiungibile Corrado Guzzanti. Da qui lo smarrimento e i titubanti ammiccamenti dei giorni scorsi di fronte a un nuovo Papa in rosso, che per la Chiesa vuol dire tradizione. “Com’è sto Prevost?” Si sussurra tra la base a mezza bocca. Bergogliano nella spinta sociale, ma freddino nei diritti civili. Un riformatore ma senza esagerare con le novità, da tenere sotto osservazione per vedere cosa prevale.
Così, d’improvviso, il centrosinistra italiano si è ritrovato di nuovo orfano e diviso. Un popolo che, si sa, nei ‘papi’ stranieri crede da sempre. Quanti ne abbiamo visti, solo tra i politici? Kamala Harris, Josè Luis Rodriguez Zapatero, Pepe Mujica, Alexandria Ocasio-Cortez, Tony Blair, Alexis Tsipras e il suo ministro dell’Economia Gianīs Varoufakīs... La lista è lunga e inversamente proporzionale alla durata dell’infatuazione. Francesco, forse perché il solo ontologicamente Papa, era stato l’unico a durare nel Pantheon. E ora quel posto vuoto rischia di far crollare l’intero castello.