Per le famiglie italiane meno bond e più risparmio gestito | Lo studio di Bankitalia

Fra il 2010 e il 2023 si è ridotto il peso degli investimenti diretti in obbligazioni ed è aumentato quello dei prodotti del risparmio gestito, inclusi gli investimenti in polizze vita. La quota di attività detenuta in depositi è rimasta sostanzialmente costante. Secondo le indagini, nel periodo 2010-2020 la ricomposizione delle attività finanziarie è stata […] L'articolo Per le famiglie italiane meno bond e più risparmio gestito | Lo studio di Bankitalia proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Mar 18, 2025 - 09:25
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Per le famiglie italiane meno bond e più risparmio gestito | Lo studio di Bankitalia

Fra il 2010 e il 2023 si è ridotto il peso degli investimenti diretti in obbligazioni ed è aumentato quello dei prodotti del risparmio gestito, inclusi gli investimenti in polizze vita. La quota di attività detenuta in depositi è rimasta sostanzialmente costante.

Secondo le indagini, nel periodo 2010-2020 la ricomposizione delle attività finanziarie è stata diffusa fra tutte le tipologie di famiglie ed è stata più pronunciata tra i nuclei più benestanti e tra quelli residenti nelle grandi città. Gli investimenti in PIR sono rimasti contenuti.

Lo riferisce uno studio “La composizione del portafoglio delle famiglie nel periodo 2010-2023: evidenze dai Conti finanziari”, pubblicato dalla Banca d’Italia, che analizza la composizione del portafoglio delle famiglie italiane utilizzando sia i dati dei Conti finanziari, che consentono di valutare le tendenze nell’intero periodo, sia le informazioni granulari dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane (IBF) condotte tra il 2010 e il 2020. Si approfondiscono inoltre gli andamenti degli investimenti in polizze vita e nei Piani individuali di risparmio (PIR).

Fra il 2010 e il 2020 – decennio in cui hanno prevalso livelli molto contenuti dei tassi di interesse di policy e, nella seconda metà, delle altre attività finanziarie – si è osservata una significativa riallocazione dei portafogli finanziari delle famiglie italiane. Si è ridotta la quota di obbligazioni pubbliche e private ed è aumentata quella del risparmio gestito (da circa un quinto a poco più di un terzo, secondo i Conti finanziari).

Alla ricomposizione hanno contribuito sia, dal lato della domanda, la ricerca di rendimenti più elevati da parte delle famiglie sia, da quello dell’offerta, la necessità degli intermediari bancari di far fronte alla compressione del margine di interesse attraverso l’aumento degli introiti da commissioni.

Sulla domanda di obbligazioni bancarie ha inoltre inciso la rimozione, nel 2011, del vantaggio fiscale ad esse associato. La disponibilità di rifinanziamento a lungo termine da parte della BCE e l’introduzione della direttiva BRRD, nel 2014, hanno anche verosimilmente ridotto l’offerta di questi strumenti.

La quota dei depositi sul totale delle attività è lievemente aumentata (al 27,6 per cento, dal 26,6). Più di recente, fra il 2022 e il 2023, in concomitanza con il brusco rialzo dei tassi di interesse, si sono registrati consistenti acquisti netti di titoli di debito (oltre 206 miliardi), soprattutto quelli pubblici italiani (160 miliardi). I flussi di risparmio gestito e di depositi sono stati negativi, in particolare nel 2023.

Nonostante ciò, alla fine del 2023 l’incidenza del risparmio gestito (28,7 per cento) si manteneva al di sopra di quella del 2010 (22,4 per cento). Quella dei depositi (al 24,1 per cento) era inferiore di 2,5 punti percentuali, mentre quella degli investimenti in obbligazioni (7,6 per cento) di poco meno di 12.

Infine, i dati microeconomici dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane (IBF), relativi al periodo 2010-2023, mostrano che la ricomposizione è stata un fenomeno diffuso, più intenso fra le famiglie appartenenti alle classi di reddito più elevate, per i residenti in centri abitati di maggiore dimensione e per quelle con capofamiglia di età inferiore ai 35 anni; meno per i nuclei con età pari o superiore a 65 anni.

Dalla metà del decennio si è osservato anche un aumento degli investimenti effettuati attraverso il canale digitale e/o a distanza. Gli approfondimenti monografici mostrano che all’incremento del risparmio gestito si è accompagnato un aumento degli investimenti in polizze vita, soprattutto da parte delle famiglie di età compresa fra 35 e 54 anni e di quelle più anziane e ricche.

I Piani individuali di risparmio (PIR), invece, sono rimasti poco attraenti, verosimilmente per effetto delle loro caratteristiche intrinseche e delle incertezze legislative che hanno accompagnato questi prodotti a partire dal 2019.

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