Padre Pagano, messa in Santo Spirito nel segno di Leone XIV: “Abbiamo fatto il botto”

Il priore di Santo Spirito è amico personale di Robert Prevost e nella sua omelia ha parlato a lungo del Pontefice: “L’invito a Firenze? Piano piano...”

Mag 11, 2025 - 12:55
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Padre Pagano, messa in Santo Spirito nel segno di Leone XIV: “Abbiamo fatto il botto”

Firenze, 11 maggio 2025 – Era un appuntamento speciale, quello di stamani in Santo Spirito. Perché la messa dell’11 maggio, celebrata da Padre Pagano, era anche la prima dopo l’elezione del nuovo Pontefice. Papa Leone XIV è amico personale del priore fiorentino: i due, appartenenti all’ordine degli Agostiniani, si conoscono dall'83, dai tempi degli studi al collegio internazionale Santa Monica di Roma: padre Pagano è stato studente in Teologia, mentre Robert Prevost è stato studente di Diritto Canonico. 

Padre Pagano e Papa Leone XIV

“Abbiamo fatto il botto”, dice lo stesso Padre Pagano durante l’omelia. Che poi prosegue: “Non ho ancora avuto occasione di parlarci, il nostro ultimo colloquio è stato prima che entrasse in Conclave. Ma immagino che avrà molto da fare”. Per il priore di Santo Spirito, Prevost è una scelta che non deve sorprendere. “Era molto vicino a Papa Francesco e le sue caratteristiche sono adatte a quello di cui la chiesa necessita in questo momento. Si sa che la sua è stata una larga maggioranza, è stato eletto al quarto scrutinio. Sono cose che non si dovrebbero sapere, ma se la sua è stata un’elezione per acclamazione è sicuramente un segnale importante di unità della chiesa”.

Padre Pagano e l’amico Papa: “Ci siamo sentiti prima del Conclave”

Ancora padre Pagano: "Molti non hanno compreso la dottrina di Papa Francesco, creando situazioni di disagio. Ma Gesù ci dice che saremo riconosciuti da come ci ameremo. L’unità è alla base della chiesa, per questo Sant’Agostino si risentiva nelle divisioni. Senza Gesù al centro delle opere, tutto si perde. Per questo Papa Leone XIV ha voluto sottolinearlo”.

Padre Pagano, a inizio messa, ha anche spiegato, introducendo la figura di Martinelli (ultimo cardinale agostiniano ad entrare in Conclave prima di Prevost) che la pianeta che indossava oggi è stato un dono del porporato vissuto tra il 1848 e il 1918, con ricamati lo stemma del cardinale coil giglio e in aggiunta un agnello.

Infine una battuta: "Gli ho mandato un messaggio e fatto un augurio, piano piano risponderà. Ma non so nemmeno se userà lo stesso telefono. Invitarlo a Firenze? Piano piano… Lui è stato qui per una celebrazione importante, è stato un momento molto bello che ricordiamo con piacere”.