Oltre i confini della Chiesa | L’analisi di Gian Guido Vecchi
“Gli elettori della Sistina sanno di avere una responsabilità che va oltre i confini della Chiesa cattolica”. Lo scrive Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera: “Provengono da 71 Paesi, talvolta remoti.“ Un Conclave multipolare come il pianeta lacerato da una cinquantina di conflitti per lo più ignorati – la «terza guerra mondiale a pezzi» […] L'articolo Oltre i confini della Chiesa | L’analisi di Gian Guido Vecchi proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

“Gli elettori della Sistina sanno di avere una responsabilità che va oltre i confini della Chiesa cattolica”.
Lo scrive Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera: “Provengono da 71 Paesi, talvolta remoti.“
Un Conclave multipolare come il pianeta lacerato da una cinquantina di conflitti per lo più ignorati – la «terza guerra mondiale a pezzi» di cui parlava Bergoglio – minacciato dai cambiamenti climatici, segnato dalla tragedia delle migrazioni e tentato dal fascino oscuro dei dispotismi, dalle soluzioni facili e illusorie offerte dai populismi di segno opposto.
Per questo, nelle considerazioni scambiate dentro e fuori le congregazioni generali, ricorre fra i cardinali la consapevolezza che non è il momento di dividersi, anche per offrire al mondo un esempio di convivenza delle differenze.
Certo non è facile. «Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze» aveva scritto Francesco nell’esortazione Evangelii Gaudium, il suo programma all’inizio del pontificato, quello che fece gridare alcuni al «Papa comunista».
Ma la scossa di Bergoglio – sottolinea l’editorialista – ha conosciuto resistenze feroci, anche dentro la Chiesa.
In questi giorni ciascun cardinale, durante le congregazioni generali, è intervenuto a presentare la situazione della propria chiesa, della terra in cui vive.
Ne è risultato un quadro che abbraccia i sette continenti e un miliardo e quattrocentomilioni di fedeli, con tutte le differenze che distinguono ad esempio il Nord e il Sud del mondo ma anche alcuni punti in comune.
È il quadro in base al quale si definisce il profilo dell’uomo che dovrà guidare tutto questo. Un uomo, si dice, capace anzitutto di tenere assieme e comporre le differenze.
Che abbia la capacità pastorale del predecessore e insieme sia più rassicurante sul piano della dottrina. Un Papa che non agisce da solo, ma si serve della Curia romana e delle strutture al suo servizio.
E infine – conclude – considerata la situazione del mondo, dotato di una visione planetaria: che sappia cogliere «i segni dei tempi» ma anche leggere la realtà concreta del presente nelle sue sfumature geopolitiche. Un compito quasi impossibile, tutto sommato.
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