Nuove vendite a Wall Street, aumentano le previsioni di tagli dei tassi Fed
La guerra dei dazi di Trump continua a pesare sul sentiment della Borsa di New York e i timori di una recessione negli Stati Uniti potrebbero spingere la Federal Reserve a modificare la sua attuale politica monetaria.

Si preannuncia una nuova seduta caratterizzate dalle vendite a Wall Street, ancora intimorita dalle conseguenze della guerra dei dazi scatenata da Donald Trump che avevano portato a due sedute consecutive in rosso.
I future sui principali indici di New York (Dow Jones, S&P500 e Nasdaq) riducono le vendite della mattinata ma cedono ancora il 2% quando manca circa un’ora all’avvio delle contrattazioni ufficiali.
Il dollaro resta debole nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD scambia a 1,0963, mentre non si arresta la flessione del Bitcoin (-7%).
I prezzi dell’oro guadagnano mezzo punto percentuale: future con scadenza a giugno che sale 3.060 e spot a 3.040 dollari l’oncia.
L’annuncio dell’OPEC+ di voler aumentare la produzione di greggio a partire da maggio spinge al ribasso le quotazioni del petrolio, con il Brent che scende (-2%) a 63,80 dollari e il greggio WTI venduto a 60,3 dollari al barile.
Il presidente nel fine settimana non ha mostrato segni di arretramento di fronte al panico di Wall Street e alla resistenza internazionale, definendo i cali dei mercati una “medicina” che gli investitori devono prendere.
“Gli investitori avevano sperato che il danno economico avrebbe spinto a ripensare la politica, ma Trump ha insistito sul fatto che la ‘medicina’ era necessaria per fare tornare in equilibrio la bilancia commerciale e aumentare la produzione statunitense (con un conseguente incremento dei posti di lavoro)”, spiega Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, che aggiunge: “le ritorsioni della Cina e le probabili reazioni degli altri paesi colpiti hanno incrementato le preoccupazioni degli addetti ai lavori su una caduta della domanda globale a causa di una conclamata guerra commerciale”.
Secondo l'economista capo di JP Morgan Bruce Kasman, i dazi probabilmente spingerebbero gli Stati Uniti e forse l'economia globale in recessione nel 2025 se rimanessero in vigore. Gli economisti di Goldman Sachs Group hanno aumentato la loro valutazione della probabilità di recessione e anticipato la tempistica prevista per il prossimo taglio dei tassi della Fed.
Mentre aumentano i timori di una recessione negli Stati Uniti (IG la prevede al 50%), gli swap mostrano ora una probabilità di circa il 40% che la Federal Reserve abbassi il suo tasso di riferimento di 25 punti base entro la prossima settimana, ben prima della prossima decisione politica programmata dalla Fed il 7 maggio, prospettive che hanno indebolito il dollaro.
“I mercati stanno rapidamente scontando molteplici tagli dei tassi della Fed, potenzialmente a partire da maggio, sebbene il presidente Jerome Powell rimanga cauto in mezzo ai rischi di inflazione”, evidenzia Diodovich.
"Le dimensioni e l'impatto dirompente delle politiche commerciali statunitensi, se mantenute, sarebbero sufficienti a far precipitare in recessione un'espansione statunitense e globale ancora sana", ha detto Bruce Kasman, responsabile del settore economico di JPMorgan, che valuta al 60% il rischio di una recessione. "Continuiamo a prevedere un primo allentamento della Fed a giugno", ha aggiunto, e “ora pensiamo che il Comitato tagli ad ogni riunione fino a gennaio, portando il limite massimo del tasso di riferimento dei fondi al 3%".
La strada verso l’allentamento monetario, però, non appare priva di incertezze. "C'è molto spazio perché le cose peggiorino", prevede Michael Brown, uno stratega senior della ricerca presso Pepperstone Group Ltd, e “un cambiamento di politica, da parte della Casa Bianca o della Fed, è ciò che il mercato desidera ardentemente. Nessuno dei due, per il momento, sembra particolarmente probabile".
Apple (-2%): sta facendo ricorso contro l'ordine del governo britannico di creare una ‘back door’ per i suoi sistemi di archiviazione cloud criptati, secondo quanto confermato oggi dall'Investigatory Powers Tribunal (IPT).
Coinbase (-7%): azionario legato alle criptovalute in calo con il Bitcoin che cede il 7%, scambiato a 76 mila dollari dopo aver toccato i minimi di cinque mesi. Male anche Strategy (-8%), Riot Platforms (-9%), Mara Holdings (-9%), Cleanspark (-9%) e Bit Digital (-8%).
Howmet Aerospace (-7): potrebbe interrompere alcune spedizioni se impattate dai dazi annunciati dal Presidente Trump, secondo una lettera visionata dall’agenzia Reuters.
Alphabet
Jefferies: ‘buy’ e prezzo obiettivo sempre a 200 dollari.
Meta
Jefferies: ‘buy’ e target price diminuito da 725 a 600 dollari.
Microsoft
Jefferies: ‘buy’ e prezzo obiettivo tagliato da 500 a 475 dollari.
Boeing
Jefferies: ‘buy’ e prezzo obiettivo confermato a 220 dollari.
Exxon Mobil
TD Cowen: ‘buy’ e target price ridotto da 128 a 125 dollari.
Walt Disney Company
Seaport Global Securities: ‘buy’ e prezzo obiettivo diminuito da 127 a 124 dollari.