Non è l’Arizona: questo canyon rosso è in Italia e puoi esplorarlo in mezza giornata

Le chiamano “Lame Rosse”, ma potrebbero tranquillamente figurare in un set cinematografico del Far West, magari accanto a John Wayne che cavalca all’alba sotto un cielo che promette tempesta. E invece no. Siamo in Italia, nelle Marche, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, sopra il Lago di Fiastra. Non serve il passaporto, né...

Apr 13, 2025 - 21:05
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Non è l’Arizona: questo canyon rosso è in Italia e puoi esplorarlo in mezza giornata

Le chiamano “Lame Rosse”, ma potrebbero tranquillamente figurare in un set cinematografico del Far West, magari accanto a John Wayne che cavalca all’alba sotto un cielo che promette tempesta. E invece no. Siamo in Italia, nelle Marche, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, sopra il Lago di Fiastra. Non serve il passaporto, né una scorta d’acqua per attraversare il deserto: bastano un paio di scarpe comode, un pizzico di curiosità ed una mezza giornata libera.

Uno scenario da film western, a due passi da casa

Il nome potrebbe ingannare, ammettiamolo. Il termine “Lame Rosse” evoca spade, coltelli, battaglie, forse qualcosa di tagliente intriso di sangue. In realtà, la parola “lama” assume un significato tutto suo: nel dialetto locale indica una parete ripida e friabile, una montagna che sembra liquefarsi e franare sotto il sole, lasciando scoperta la sua anima color ruggine. Quel rosso, quel rosa antico, sono il frutto di una lenta, inesorabile danza tra roccia, vento, pioggia e tempo, mentre le formazioni rocciose che si incontrano lungo il sentiero altro non sono che stratificazioni di ghiaia, argilla e limi, scolpite dagli agenti atmosferici come gigantesche cattedrali naturali.

lame rosse marche 2

@wikipedia

A vederle da vicino, sembrano intagliate a mano, forse da un artista distratto che ha lasciato la sua opera incompleta. Pinnacoli, guglie, torrioni: un mondo immobile, ma vibrante, che trasmette qualcosa di antico e allo stesso tempo fuori dal tempo, che è proprio lì, a portata di scarponcini.

Come arrivarci: tra il lago, la diga e la lecceta

Il punto di partenza dell’escursione più comune è la diga del Lago di Fiastra. Basta lasciare l’auto al parcheggio, attraversare la diga a piedi e cominciare a salire. All’inizio si cammina su una strada sterrata abbastanza larga e in buone condizioni, poi il sentiero si inoltra in un bosco di lecci, un gradito sollievo nelle ore più calde.
Il percorso è lungo circa 7 chilometri, tra andata e ritorno, con un dislivello di 200 metri. Tradotto: adatto a quasi tutti, bambini compresi. Serve solo un po’ di voglia di camminare e qualche pausa qua e là per riprendere fiato – anche perché, diciamocelo, la vista vale ogni singolo passo.
In alternativa, si può partire dal belvedere della Ruffella, passando per la frazione di Fiegni. Un percorso forse meno battuto, ma altrettanto suggestivo, che saprà regalare bellissimi scorci sul lago e sulla valle del Fiastrone.

La sorpresa finale: un canyon marziano tra i Sibillini

Dopo circa un’ora di cammino, il paesaggio cambia improvvisamente. La vegetazione si dirada, il sentiero si apre, e davanti agli occhi si spalanca un canyon rosso che proprio non ci si aspetta, come se la natura avesse deciso di giocare a fare l’illusionista: un momento prima sei in un bosco umido e ombroso, il momento dopo ti ritrovi su Marte, oppure in Arizona. O magari in un sogno.
Le Lame Rosse appaiono così, quasi dal nulla. La forma è quella tipica delle morfologie calanchive, risultato dell’erosione di sedimenti depositati milioni di anni fa. Ma c’è qualcosa in più, una bellezza imperfetta, quasi fragile, che cambia colore con la luce del giorno: all’alba sembrano dorate, nel pomeriggio si tingono di ruggine, al tramonto diventano rosa antico, per uno spettacolo che lascia davvero senza parole.

Natura viva: tra lecci, rose canine e lupi appenninici

Non c’è solo roccia in questo angolo incantato delle Marche, visto che ci troviamo nel Parco dei Sibillini, luogo in cui la biodiversità la fa da padrona.
Lungo il percorso potremo incontrare una flora molto variegata, tra querce, carpini, fiori selvatici e, con un po’ di fortuna, qualche timido fungo che spunta tra le foglie secche.
Senza dimenticare la fauna. Potremmo incontrare uno scoiattolo che ci osserva curioso da un ramo, scovare un riccio dalla naturale discrezione (si farà vedere nelle ore più improbabili), e pedinare un istrice che lascia le tracce ben impresse nella terra. E se la fortuna dovesse assisterci – oltre ad una buona vista – potremmo perfino avvistare un falco pellegrino o un gufo reale volteggiare sopra le Lame.
Decisamente più rari, ma non impossibili, gli incontri con il lupo appenninico ed il misterioso gatto selvatico.
Siete pronti a conoscere la vita segreta della montagna?

Perché vale la pena andarci (anche se non siete tipi da escursioni)

Perché le Lame Rosse sono una vera sorpresa. Non sono sponsorizzate come dovrebbero, non riempiono i social con pletore di foto patinate e storie da influencer. Eppure, una volta arrivati in cima, ci si sente facilmente parte di qualcosa, al pari di un’ammissione ad un club esclusivo, di quelli senza tesserino ma con il cuore aperto.
Non servono attrezzature da scalatore, neanche la forma fisica di un trail runner. Basta rallentare, osservare, lasciarsi stupire, e magari portarsi un panino nello zaino per mangiarlo seduti di fronte a quel muro rosso, che pare vivo e pulsante come un cuore antico.

Un consiglio spassionato

Cercate di andare sul presto, oppure in mezzo alla settimana, perché in estate e nei weekend il sentiero si riempie di famiglie, escursionisti della domenica, scolaresche in gita e così via. Niente di male, intendiamoci, ma per assaporare davvero la magia del luogo, per sentire il rumore del vento tra le guglie e il silenzio del canyon che respira, serve un po’ di pace.

lago di fiastra marche

@wikipedia

E magari, nel caso in cui vi restasse ancora del tempo utile, potreste considerare l’idea di scendere fino al Lago di Fiastra per un tuffo, un picnic o semplicemente per rilassarvi con i piedi nell’acqua. Perché, diciamolo, qui il bello non finisce mai.

Le Lame Rosse non sono l’Arizona.

Sono molto di più: un piccolo miracolo geologico italiano, uno di quei posti che vi faranno esclamare “Ma davvero siamo ancora in Italia?”.
Eh sì, lo siamo. E meno male.

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