Linee guida per la riabilitazione dei lavoratori affetti da sindrome post-Covid

![CDATA[L’EU-OSHA ha pubblicato una serie di documenti per fornire informazioni, in particolare a datori di lavoro e medici competenti, sulla gestione dei lavoratori affetti dalla sindrome Long-Covid, una condizione conseguente all’infezione da Covid-19 che compromette la salute fisica e mentale delle persone. Di cosa tratta: Il periodo di pandemia da Covid-19 ha lasciato un segno indelebile sulle vite di molte persone. Per coloro che hanno contratto il virus, in alcuni casi questo è stato letale, mentre ai più fortunati non sono apparsi sintomi evidenti. C’è poi chi ha contratto il virus e, pur essendo guarito, si porta dietro tutt’ora le conseguenze. Si tratta della sindrome da post-Covid, su cui l’EU-OSHA ha pubblicato il 10 aprile 2025 tre documenti che forniscono informazioni e linee guida per gestire correttamente la patologia all’interno del contesto lavorativo. Il Long Covid viene identificato come una vera e propria malattia, certificabile da parte di un medico e che necessita di azioni di cura e riabilitazione. Può durare da settimane a mesi, o perfino per anni. Difficoltà respiratorie, mal di testa, affaticamento, difficoltà nel concentrarsi, dolori muscolari e articolari, ansia e insonnia sono solo alcuni dei circa 200 sintomi associabili alla sindrome. Può risultare difficoltoso risalire con certezza all’origine di questi problemi, motivo per il quale molte persone che soffrono di Long-Covid non ne sono a conoscenza. È ancora attuale? Da quanto emerge dallo studio “Pascnet”, un progetto coordinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, a distanza di cinque anni dall’inizio della pandemia, circa il 60 % delle persone che avevano contratto il virus in forma grave presenta sintomi riconducibili al post-Covid, mentre tra i pazienti che si erano ammalati lievemente circa il 10 %. Nella maggior parte dei paesi europei, tra cui l’Italia, è stata implementata la tutela previdenziale per i soggetti affetti da Covid-19 e successivamente da Long Covid, ovvero la sindrome viene riconosciuta come malattia professionale se l’infezione da SARS-CoV-2 è stata contratta in ambito lavorativo. Il riconoscimento dà accesso a misure riabilitative, indennità e supporto al reinserimento. Indicazioni operative I documenti pubblicati dall’EU-OSHA hanno la finalità di fornire informazioni e linee guida ai soggetti coinvolti nella salute e sicurezza dei lavoratori, per garantire che coloro che sono affetti da Long-Covid abbiano il tempo e le risorse necessarie per una corretta riabilitazione. Nei casi più gravi sarà necessario un piano di cure presso centri specializzati, mentre se i sintomi sono lievi sarà sufficiente un piano di rientro basato su esercizi fisici e mentali di auto-riabilitazione quotidiani, ovviamente su indicazioni di un medico. In quest’ultimo caso diventa importante la comunicazione tra il lavoratore, datore di lavoro e medico competente. Il medico competente deve, innanzitutto, stabilire se il lavoratore è idoneo per riprendere la propria mansione e individuare eventuali limitazioni, soprattutto nel primo periodo dopo il rientro. Successivamente, è necessario che il lavoratore disponga delle risorse e del tempo necessari per svolgere gli esercizi riabilitativi. A tal fine può essere data priorità al lavoro agile, alla riduzione dell’orario di lavoro e all’aumento delle pause. Un adeguato piano di rientro permette, mediante un reintegro graduale del soggetto, di: Ripristinare le condizioni di produttività; ridurre le assenze dal lavoro; ridurre la probabilità infortuni causati da difficoltà di concentrazione. L’OMS ha pubblicato a riguardo delle linee guida per l’auto-gestione della sindrome, indicando alcuni esercizi utili per il rafforzamento fisico, la gestione dei problemi vocali e di affanno, il miglioramento dell’equilibrio, dei livelli di energia, attenzione e dell’umore. Si allega sotto il documento di riflessione pubblicato sul sito dell’EU-OSHA in lingua inglese.]]

Apr 18, 2025 - 23:20
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Linee guida per la riabilitazione dei lavoratori affetti da sindrome post-Covid
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L’EU-OSHA ha pubblicato una serie di documenti per fornire informazioni, in particolare a datori di lavoro e medici competenti, sulla gestione dei lavoratori affetti dalla sindrome Long-Covid, una condizione conseguente all’infezione da Covid-19 che compromette la salute fisica e mentale delle persone.

Di cosa tratta:

Il periodo di pandemia da Covid-19 ha lasciato un segno indelebile sulle vite di molte persone. Per coloro che hanno contratto il virus, in alcuni casi questo è stato letale, mentre ai più fortunati non sono apparsi sintomi evidenti. C’è poi chi ha contratto il virus e, pur essendo guarito, si porta dietro tutt’ora le conseguenze. Si tratta della sindrome da post-Covid, su cui l’EU-OSHA ha pubblicato il 10 aprile 2025 tre documenti che forniscono informazioni e linee guida per gestire correttamente la patologia all’interno del contesto lavorativo.

Il Long Covid viene identificato come una vera e propria malattia, certificabile da parte di un medico e che necessita di azioni di cura e riabilitazione. Può durare da settimane a mesi, o perfino per anni.

Difficoltà respiratorie, mal di testa, affaticamento, difficoltà nel concentrarsi, dolori muscolari e articolari, ansia e insonnia sono solo alcuni dei circa 200 sintomi associabili alla sindrome. Può risultare difficoltoso risalire con certezza all’origine di questi problemi, motivo per il quale molte persone che soffrono di Long-Covid non ne sono a conoscenza.

È ancora attuale?

Da quanto emerge dallo studio “Pascnet”, un progetto coordinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, a distanza di cinque anni dall’inizio della pandemia, circa il 60 % delle persone che avevano contratto il virus in forma grave presenta sintomi riconducibili al post-Covid, mentre tra i pazienti che si erano ammalati lievemente circa il 10 %.

Nella maggior parte dei paesi europei, tra cui l’Italia, è stata implementata la tutela previdenziale per i soggetti affetti da Covid-19 e successivamente da Long Covid, ovvero la sindrome viene riconosciuta come malattia professionale se l’infezione da SARS-CoV-2 è stata contratta in ambito lavorativo. Il riconoscimento dà accesso a misure riabilitative, indennità e supporto al reinserimento.

Indicazioni operative

I documenti pubblicati dall’EU-OSHA hanno la finalità di fornire informazioni e linee guida ai soggetti coinvolti nella salute e sicurezza dei lavoratori, per garantire che coloro che sono affetti da Long-Covid abbiano il tempo e le risorse necessarie per una corretta riabilitazione.

Nei casi più gravi sarà necessario un piano di cure presso centri specializzati, mentre se i sintomi sono lievi sarà sufficiente un piano di rientro basato su esercizi fisici e mentali di auto-riabilitazione quotidiani, ovviamente su indicazioni di un medico.

In quest’ultimo caso diventa importante la comunicazione tra il lavoratore, datore di lavoro e medico competente.

Il medico competente deve, innanzitutto, stabilire se il lavoratore è idoneo per riprendere la propria mansione e individuare eventuali limitazioni, soprattutto nel primo periodo dopo il rientro. Successivamente, è necessario che il lavoratore disponga delle risorse e del tempo necessari per svolgere gli esercizi riabilitativi. A tal fine può essere data priorità al lavoro agile, alla riduzione dell’orario di lavoro e all’aumento delle pause.

Un adeguato piano di rientro permette, mediante un reintegro graduale del soggetto, di:

  • Ripristinare le condizioni di produttività;
  • ridurre le assenze dal lavoro;
  • ridurre la probabilità infortuni causati da difficoltà di concentrazione.

L’OMS ha pubblicato a riguardo delle linee guida per l’auto-gestione della sindrome, indicando alcuni esercizi utili per il rafforzamento fisico, la gestione dei problemi vocali e di affanno, il miglioramento dell’equilibrio, dei livelli di energia, attenzione e dell’umore.


Si allega sotto il documento di riflessione pubblicato sul sito dell’EU-OSHA in lingua inglese.]]