Niente pensione né lavoro per il 40% delle donne sopra i 50 anni: i numeri Istat

La radiografia offerta da un recente rapporto dell’Istituto di statistica. La quota dei percettori di pensione in Italia è tra le più basse in Europa, quella delle persone che non lavorano tra le più alte

Mag 12, 2025 - 20:39
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Niente pensione né lavoro per il 40% delle donne sopra i 50 anni: i numeri Istat

Roma, 12 maggio 2025 – Quanti sono i pensionati in Italia tra i 50 e il 74? Quanti, nella stessa classe di età, non ricevono né la pensione né uno stipendio e, dunque, risultano esodati di fatto? Quali differenze si registrano tra uomini e donne? A offrire una radiografia aggiornata su questa fascia di popolazione è il recente report dell’Istat ‘Pensione e partecipazione al mercato del lavoro dei 50-74enni’.


Un terzo dei 50-74enni percepisce almeno una pensione, l’80,5% ha 65 anni o più

Ebbene, il 32,1% della popolazione tra 50 e 74 anni (circa 6 milioni e 607mila individui) riceve almeno una pensione; l’età media è pari a 68,3 anni: il 37,1% ha tra 65 e 69 anni e il 43,4% ha almeno 70 anni. Le donne, nonostante rappresentino la maggioranza (51,6%) della popolazione tra 50 e 74 anni, costituiscono meno della metà (il 45%) del sottogruppo di coloro che percepiscono trattamenti pensionistici: si tratta di 2 milioni e 971mila pensionate, di cui ben il 46,7% ha 70 anni e oltre. Tra gli uomini 50-74enni, i beneficiari di pensione sono 3 milioni e 637mila, di cui oltre un quinto (21,7%) ha tra 50 e 64 anni.

La quota di percettori di pensione in Italia è tra le più basse d’Europa

Il 43,4% della popolazione di età compresa tra 50 e 74 anni non percepisce una pensione ed è occupata, quasi 9 milioni di individui relativamente giovani, essendo l’età media pari a 56,3 anni. La quota è in linea con la media dell’Unione europea (43,2%).
La percentuale dei pensionati tra i 50 e i 74 anni di età, 32,1%, è invece tra le più basse in Europa, superiore solo a quelle di Spagna (24,3%), Danimarca (25,5%) e Grecia (31,7%), distanziandosi di oltre 8 punti percentuali dalla media Ue27 (40,5%). Di contro, in Italia la quota di persone che non lavorano e non beneficiano di alcuna pensione (24,4%) è tra le più alte (è inferiore solo a quelle di Spagna, 29,8%, e Grecia, 25,1%) e si discosta dalla media dei Paesi di 8,1 punti percentuali.

Elevato il gap di genere

Elevate le differenze di genere: in Italia il 28% delle donne percepisce una pensione, contro una media europea del 40,7%; per gli uomini i valori sono rispettivamente 36,5% e 40,4%. In altri termini, l’Italia si colloca al di sotto della media Ue27 di circa 13 punti percentuali per effetto della componente femminile (essendo la differenza di appena 4 punti con riferimento alla componente maschile).
Più bassa rispetto alla media europea (4,1%) è anche la quota, pari al 2%, di chi riceve una pensione con funzione di vecchiaia ed è occupato; si tratta di 418mila individui con un’età media pari a 66,5 anni.
Infine, un individuo su quattro non lavora e non beneficia di alcuna pensione; sono circa 5 milioni di individui e hanno in media 59,8 anni, sono soprattutto donne (75,7%) che vivono in coppia (33,4% senza figli coabitanti e 38,7% con figli coabitanti), con cittadinanza italiana (92,6%), poco istruiti (il 67,4% ha al massimo la licenza media inferiore), che in metà dei casi risiedono nel Mezzogiorno; un terzo non ha mai lavorato: il 42% tra le donne, quota che sale al 47% nel Mezzogiorno e raggiunge il 55% tra chi possiede al più la licenza elementare.

Una donna di 65-74 anni su quattro non lavora e non beneficia di alcuna pensione

Il 63,5% dei 50-64enni è occupato e solo il 9,5% percepisce un trattamento pensionistico; nella fascia di età 65-74 anni i valori passano rispettivamente al 9,7% e al 77,5%. Nel Mezzogiorno si registra la quota più bassa sia di occupati sia di percettori di trattamenti pensionistici: lavora poco più della metà delle persone tra 50 e 64 anni (contro circa il 70% nel Nord) e beneficia di una pensione poco meno del 70% delle persone tra 65 e 74 anni (rispetto a valori superiori all’80% nel Nord). Inoltre, sempre nel Mezzogiorno, il 23,8% delle persone tra 65 e 74 anni non è occupata e non riceve alcuna pensione, rispetto al 14,6% nel Centro, al 13% nel Nord ovest e al 12,2% nel Nord est.

Tra i 65-74enni, soltanto il 68,3% delle donne percepisce un trattamento pensionistico, contro l’87,7% degli uomini; all’opposto, il 26,8% delle donne non lavora e non beneficia di alcuna pensione, percentuale quasi cinque volte più elevata rispetto a quella degli uomini (5,7%). Tale evidenza, che si verifica anche nella classe di età 50-64 anni (non è occupato e non ha una pensione il 40,5% delle donne contro il 15,4% degli uomini), è legata al fatto che la componente femminile si caratterizza rispetto a quella maschile per tassi di occupazione più contenuti, per carriere lavorative più brevi e discontinue e anche per una non trascurabile quota di coloro che non hanno mai lavorato, tutti elementi che concorrono a determinare un forte rischio di vulnerabilità economica in età avanzata.

Sei stranieri su 10 non hanno pensione: quanto conta l’istruzione

Il livello di istruzione rappresenta un fattore associato al rischio di trovarsi in una condizione in cui non si è occupati né beneficiari di un trattamento pensionistico. Tra i 65-74enni, appena il 4,8% dei laureati è in questa condizione, quota che sale a un quarto tra i meno istruiti; tra i laureati, inoltre, la quota di chi percepisce una pensione ed è occupato raggiunge l’8,6%. Nella classe di età 50-64 anni, la quota degli occupati (63,5%) è sintesi di forti differenze per genere, territorio e titolo di studio; la percentuale di chi non è occupato né pensionato passa infatti dal 9,6% per i laureati al 62,5% per i meno istruiti. Tra gli stranieri, ben il 59,6% di coloro che hanno tra 65 e 74 anni non percepisce un trattamento pensionistico, valore tre volte superiore rispetto a quello osservato tra gli italiani (21,4%); in particolare, sempre in questa fascia di età, tra gli stranieri la quota degli occupati che non percepiscono pensione (27%) è oltre cinque volte quella degli italiani (5%), mentre quella di chi non lavora e non ha una pensione è circa doppia (32,6% rispetto a 16,4%).