Miracolo papale papale di Starlink in Vaticano. Che diavolo succede?
Starlink aggira le regole Agcom e conquista San Pietro: disparità di trattamento evidente. La lettera di Luigi Pereira.

Starlink aggira le regole Agcom e conquista San Pietro: disparità di trattamento evidente. La lettera di Luigi Pereira
Caro direttore,
tu sai che non sono un fissato anti Musk e ho apprezzato l’equilibrio giornalistico che caratterizzano i nostri approfondimenti ad ampio spettro su spazio e dintorni che lambiscono Starlink pubblicati su Startmag.
Ciò detto e premesso, noto che sui giornali si sia sottovalutato la portata tecnologica e regolatoria della questione Starlink che emerge dal caso dell’elezione di Papa Leone XIV sommersa nei giornali da questioni più o meno pop legate al nuovo Pontefice.
Nel cuore del conclave, mentre le autorità italiane hanno bloccato ogni tipo di copertura telefonica per garantire la segretezza delle operazioni in Vaticano, le emittenti televisive si sono collegate regolarmente con il resto del mondo grazie a Starlink, il sistema satellitare di Elon Musk. La scena è stata documentata da Andrea Stroppa, referente di Musk in Italia, che ha rilanciato su X le foto delle troupe attrezzate con microfoni, telecamere e l’inconfondibile antenna quadrata del servizio satellitare.
La realtà è semplice e sconcertante: Starlink può operare in Piazza San Pietro perché non è soggetta alle rigide regolamentazioni dell’Agcom, l’autorità italiana per le comunicazioni.
Mentre gli operatori italiani sono vincolati a sospendere il servizio per motivi di sicurezza e protocollo, la rete satellitare americana funziona senza ostacoli, offrendo una corsia preferenziale a chi può permettersi di aggirare il sistema con la tecnologia di Musk.
Questa situazione solleva un problema evidente di disparità di trattamento tra operatori italiani e soggetti esteri: da un lato aziende costrette a rispettare normative stringenti, dall’altro una piattaforma globale che opera in deroga, o meglio, al di fuori del perimetro regolatorio nazionale.
Un’anomalia che, oltre a minare la concorrenza leale, evidenzia l’urgenza di una revisione delle normative che tenga conto dell’evoluzione del mercato e dell’arrivo di nuovi attori non soggetti alla giurisdizione italiana.
Insomma: non si tratta di essere pro o contro Musk, tifosi o critici di Starlink, ma solo di avere regole uguali per tutti e poi vinca il migliore.
Non credi?
Cordiali saluti,
Luigi Pereira
(La foto è stata pubblicata dal giornalista Nino Luca del Corriere.it sul suo profilo X)