Merz vuole già dettare la linea in Ue: priorità alla Difesa, dazi e migrazione. “Spesa per le armi? Si deve fare di più”
Priorità a Difesa, salvaguardia del commercio e delle industrie europee e lotta all’immigrazione. Poi una nuova spinta diplomatica, con l’auspicio di una tregua “a breve” in Ucraina e la chiamata al premier israeliano Netanyahu. Friedrich Merz vuole riportare la Germania al centro dell’Ue, dopo mesi di governo debole e sfiduciato, e lo fa promuovendo politiche […] L'articolo Merz vuole già dettare la linea in Ue: priorità alla Difesa, dazi e migrazione. “Spesa per le armi? Si deve fare di più” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Priorità a Difesa, salvaguardia del commercio e delle industrie europee e lotta all’immigrazione. Poi una nuova spinta diplomatica, con l’auspicio di una tregua “a breve” in Ucraina e la chiamata al premier israeliano Netanyahu. Friedrich Merz vuole riportare la Germania al centro dell’Ue, dopo mesi di governo debole e sfiduciato, e lo fa promuovendo politiche chiare e in linea con quelle sponsorizzate dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Il palcoscenico che sceglie per il suo primo discorso europeo da capo dell’esecutivo ha un peso simbolico particolare: in conferenza stampa a Bruxelles proprio in occasione della Giornata dell’Europa.
LA DIFESA – Il punto al centro dei piani europei rimane la Difesa, una strada da percorrere, sostengono i vertici di Bruxelles, per garantire maggiore sicurezza ai 27 Stati membri, ma che ha anche scopi di politica industriale, col possibile rilancio di diverse industrie, a partire da quella dell’automotive, grazie alla riconversione delle linee produttive. “Alla luce degli sviluppi attuali, dobbiamo unire le forze per costruire un’industria europea della difesa. Dobbiamo fare molto di più per quanto riguarda i fondi disponibili per gli equipaggiamenti militari e dobbiamo farlo insieme”.
Non solo, però. Sfruttando la presenza del segretario generale della Nato, Mark Rutte, prende un impegno anche come nuovo leader tedesco ad aumentare la spesa per la Difesa in rapporto al Pil, come chiede la stessa Alleanza su inputi, in particolare, degli Stati Uniti. “Siamo noi, gli alleati, a decidere delle nostre capacità di difesa, della nostra vita in pace, sicurezza e libertà. Abbiamo dato un forte contributo in questo senso. Ma sappiamo che la Germania deve fare di più – ha ammesso il leader della Cdu – Abbiamo preso la decisione, per la prima volta, prima che il nuovo governo iniziasse a lavorare, di modificare la Costituzione e rendere possibile l’aumento della spesa per la difesa. Ora saremo in grado di spendere più dell’1% del Pil tedesco per la Difesa. Questo non sarà più limitato dalla riduzione del debito, possiamo fare ciò che ho detto a Berlino, a qualunque costo. Possiamo spendere il denaro necessario per garantire la nostra capacità di difesa in questa alleanza”. Non solo attraverso un aumento della spesa, però, ma anche dell’efficientamento degli arsenali: “Ci sono tre parole d’ordine. La prima è semplificazione. La seconda è standardizzazione. E la terza sono le economie di scala. Dobbiamo assicurarci che l’Europa, ed è una questione europea, non dipenda dall’Alleanza nel suo complesso. È qualcosa che i partner europei della Nato devono fare, diventare più efficienti nei nostri approvvigionamenti e produrre di più, in modo da avere queste economie di scala. Abbiamo bisogno di più equipaggiamenti per i soldi che spendiamo”.
I DAZI – Di guerra l’Europa dovrà affrontarne anche un’altra. Non si combatte con missili e carri armati, ma può comunque mettere in ginocchio il continente. È quella dei dazi lanciata da Trump. E anche su questo tema Merz prova a mettersi alla guida dei 27, nel tentativo di recuperare quella rilevanza che ridia slancio all’asse franco-tedesco. E lo fa ostentando unità europea, in contrasto col tentativo di Washington di dividere l’Unione: “Mi sono congratulato con Trump per l’accordo che ha raggiunto ieri con il Regno Unito, ma gli ho anche detto che non è possibile” fare accordi separati “con i singoli Paesi Ue perché abbiamo potere di negoziare sul commercio solo insieme. La mia impressione è che lo abbia accettato e ora sa che può negoziare con noi solo insieme. Mi sono coordinato strettamente con la presidente della Commissione Ue”. Parole che arrivano dopo che proprio Trump ha invitato il nuovo cancelliere a Washington. A questo proposito, sposa la proposta europea su un allentamento delle tariffe, in direzione totalmente opposta a quella indicata dal presidente americano: “La mia opinione personale” è che “preferiremmo non vedere alcun dazio. Abbiamo avuto un periodo con aliquote tariffarie molto basse, leggermente diverse tra l’Ue e gli Stati Usa e per le diverse categorie di prodotti. Ma sono fermamente convinto che l’azzeramento dei dazi sia la soluzione migliore e che il riconoscimento reciproco degli standard tecnologici ne sia parte integrante”.
“DEBITO COMUNE? SOLO IN CASI ECCEZIONALI” – Tutte queste necessità non diano però l’impressione che Berlino sia disposta ad allargare ulteriormente le maglie sul tema del debito. Su questo, Merz chiarisce la propria posizione: “Ci saranno sicuramente alcune divergenze di opinione” sul nuovo bilancio Ue, “non cambierò la posizione del governo federale tedesco sulle possibilità di indebitamento dell’Ue. Quelle devono restare eccezioni. Ci sono state delle eccezioni in passato”, ma “non si può giustificare il ricorso al debito comune troppo spesso. Ci sono divergenze tra la Germania, alcuni Paesi nordici e altri Stati membri” e anche con “la Francia“, ma “ne parliamo in modo costruttivo”. Il messaggio sembra chiaro: di nuovo ‘no’ agli Eurobond, o soluzioni simili, anche se dovessero servire per le spese nella Difesa.
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