Mercati in fibrillazione in vista del “Liberation Day” di Trump

L’attesa per l’annuncio dell’imminente ondata di dazi da parte del presidente Donald Trump sta alimentando tensioni nei mercati globali. Secondo Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGR, “l’imminente ondata di dazi che verrà comunicata dal presidente Donald Trump la prossima settimana sembra destinata a interessare un più mirato paniere... Leggi tutto

Mar 31, 2025 - 09:16
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Mercati in fibrillazione in vista del “Liberation Day” di Trump

L’attesa per l’annuncio dell’imminente ondata di dazi da parte del presidente Donald Trump sta alimentando tensioni nei mercati globali. Secondo Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGR, “l’imminente ondata di dazi che verrà comunicata dal presidente Donald Trump la prossima settimana sembra destinata a interessare un più mirato paniere di merci rispetto a quello molto ampio minacciato nei mesi scorsi, offrendo così un possibile sollievo ai mercati, che temono un’escalation della guerra commerciale”.

L’annuncio, atteso per il “Giorno della Liberazione” il 2 aprile, prevede l’introduzione di “dazi reciproci” volti a contrastare le barriere commerciali imposte da altri paesi, compresi alleati storici degli Stati Uniti. “Secondo le indiscrezioni, l’efficacia di tali misure dovrebbe essere immediata ed entrare in vigore il giorno stesso, impedendo così qualsiasi forma di negoziazione, come era invece avvenuto solo qualche mese fa con Messico e Canada” ha sottolineato Brusa.

I destinatari delle misure

L’obiettivo principale delle nuove misure saranno i cosiddetti “Dirty 15”, ovvero i paesi con i maggiori squilibri commerciali con gli USA, tra cui Unione Europea, Messico, Giappone, Corea del Sud, Canada, India e Cina. Tuttavia, rimangono incertezze sulla composizione esatta del paniere di beni colpiti dai dazi. “Dovrebbero essere per il momento esclusi farmaci, auto e chip, ma il condizionale con Trump è sempre d’obbligo”.

Con l’avvicinarsi della scadenza del 2 aprile, diverse nazioni stanno cercando soluzioni per evitare di incorrere nelle sanzioni americane. Il Regno Unito, ad esempio, sta valutando l’abolizione della tassa sui servizi digitali, mentre la Malesia sta intensificando i controlli doganali per prevenire il passaggio di chip Nvidia verso la Cina.

Le contromosse internazionali

I paesi maggiormente colpiti dai dazi stanno adottando strategie per mitigare gli effetti economici della guerra commerciale con Washington. Il primo ministro canadese Mark Carney ha annunciato un pacchetto di misure per contenere l’impatto, tra cui la possibilità per le imprese di posticipare il pagamento dell’imposta sul reddito delle società. Al contempo, l’Unione Europea ha già predisposto pacchetti di “ritorsione”, come avvenuto all’inizio di marzo, quando ha risposto ai dazi americani su acciaio e alluminio con misure compensative su prodotti statunitensi quali whiskey, sigarette, prodotti siderurgici e alimentari.

Impatti sull’economia globale

Gli effetti delle nuove tariffe si rifletteranno sull’economia mondiale, con un impatto difficile da quantificare. La Federal Reserve ha già rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL americano per il 2025, passando dal 2,1% all’1,7%, mentre l’OCSE stima un calo del PIL globale compreso tra lo 0,2% e lo 0,3% per il biennio 2025-2026.

“Non va sottostimato, inoltre, l’impatto sui prezzi, destinati inesorabilmente a salire. Le quotazioni del rame, ad esempio, hanno raggiunto in questi giorni un livello record in previsione di forti tariffe sull’import” afferma Brusa. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ritiene che l’aumento dei prezzi sarà temporaneo, ma il mercato obbligazionario rimane in attesa di risposte concrete. “Il mercato prezza ancora due tagli da qui a fine anno, ma anche in questo caso il condizionale è d’obbligo”.

L’annuncio del 2 aprile sarà un punto di svolta per la politica commerciale degli Stati Uniti e le sue conseguenze si faranno sentire in tutto il mondo.