AAA insostenibilità cercasi, se perfino le bombe nucleari sono sostenibili
In Europa tutto è sostenibile: armi, fossili, speculazione, nucleare. Ora la grande sfida è trovare qualcosa da considerare insostenibile L'articolo AAA insostenibilità cercasi, se perfino le bombe nucleari sono sostenibili proviene da Valori.

Ancora nulla. Alla fine anche i maggiori esperti del settore si sono dovuti arrendere. Malgrado giorni di intenso lavoro, dibattiti e svariati tentativi, i migliori specialisti europei non sono riusciti a trovare un solo settore, attività o impresa insostenibile. Professori universitari, consulenti con diverse competenze, studiosi di clima e di diritti umani e del lavoro si sono riuniti nei giorni scorsi per esaminare le Direttive e le linee guida europee sulla sostenibilità. Come noto, l’Europa ha avviato ormai anni fa un percorso per definire e inquadrare quali attività siano sostenibili e quali no, quali siano i confini e i paletti della finanza sostenibile.
Se tutto è sostenibile, nulla lo è
Il problema è che il risultato di questo lungo percorso delle istituzioni europee è che gas e nucleare sono sostenibili. Le armi sono sostenibili. Anche le armi nucleari sono sostenibili. Costruire scatole cinesi societarie per produrre in Paesi che non rispettano i diritti umani è sostenibile. Sfruttare i paradisi fiscali è sostenibile. Le peggiori forme di speculazione finanziaria sono sostenibili. Tutto questo e altro ancora è perfettamente lecito in base alle attuali definizioni proposte dalle istituzioni europee.
Partendo da questa evidenza, è stato convocato un convegno per cercare di trovare almeno una singola attività o anche una singola impresa che fosse insostenibile. Purtroppo inutilmente. L’emergenza rimane. Se tutto è sostenibile, nulla lo è, e ci troviamo al punto di partenza. Va bene diluire a oltranza le definizioni di sostenibilità per fare contenta ogni possibile lobby produttiva o finanziaria all’interno dell’Ue. Va bene inseguire gli Stati Uniti di Trump in una gara al ribasso sul clima o i diritti, nel nome di una presunta “competitività”. Ma se si svuota completamente il contenitore, magari a qualcuno viene in mente che non è più molto utile averne uno.
Solo una sana e consapevole impresa non sostenibile
Per questo motivo ora tocca correre ai ripari. Circolano voci sempre più insistenti sul fatto che l’Ue voglia aprire un bando per cercare qualcuno disposto a dichiararsi insostenibile. Ora che sono state smarcate anche le armi di distruzione di massa non si può ovviamente sperare di escludere un intero settore produttivo, ma non sono del tutto perse le speranze di trovare almeno un’impresa che, in maniera del tutto volontaria, si candidi a rappresentare l’insostenibilità.
Anche una sola in tutta Europa potrebbe bastare. Ma i criteri sono durissimi. Secondo le definizioni attuali di sostenibilità promosse dalla stessa Unione europea, una ditta che produce mine antiuomo sfruttando il lavoro minorile e sversando illegalmente rifiuti tossici mentre è controllata da un’intricata rete di società fantoccio nei peggiori paradisi fiscali, potrebbe ancora non bastare.
Serve impegno, competenza ma anche fantasia per riuscire a non rientrare nelle attuali definizioni di sostenibilità. Ma i burocrati europei non demordono, e sono convinti che qualcuno ce la possa fare. Una sola impresa insostenibile per potere salvare la faccia e affermare che tutto il resto della produzione e delle imprese europee meritano di trovarsi dal lato della sostenibilità. Per chi se la sente, è il momento di farsi avanti.
Nota: per quanto – purtroppo – i criteri rimandino alle vere definizioni europee di sostenibilità, ovviamente le notizie circa un convegno di esperti o un bando europeo per scovare qualcosa di insostenibile sono inventate. Il fatto che sia opportuno inserire un disclaimer per specificarlo dovrebbe già di per sé essere fonte di notevole preoccupazione.
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