Direttiva “Case Green”: servono investimenti per oltre 16 miliardi l’anno

Per gli obiettivi della Direttiva “Case Green” al 2030 servirebbero investimenti per 13 miliardi di euro all’anno (78 mld in 6 anni) La direttiva EPBD punta ad un risparmio energetico del 16% rispetto ai livelli del 2020 per il settore residenziale, grazie ad interventi integrati che combinano almeno un intervento edile e la sostituzione dell’impianto […] The post Direttiva “Case Green”: servono investimenti per oltre 16 miliardi l’anno first appeared on QualEnergia.it.

Apr 7, 2025 - 10:39
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Direttiva “Case Green”: servono investimenti per oltre 16 miliardi l’anno

Per gli obiettivi della Direttiva “Case Green” al 2030 servirebbero investimenti per 13 miliardi di euro all’anno (78 mld in 6 anni)

La direttiva EPBD punta ad un risparmio energetico del 16% rispetto ai livelli del 2020 per il settore residenziale, grazie ad interventi integrati che combinano almeno un intervento edile e la sostituzione dell’impianto termico.

La stima è di Agici ed è stata realizzata insieme a CVA e presentata a Milano il 1° aprile nel corso dell’11° Convegno annuale dell’Osservatorio sull’efficienza energetica.

La società di ricerca e consulenza ritiene che per gli edifici pubblici servano 2,5 miliardi all’anno (15 mld in 6 anni), e una cifra di 700 milioni all’anno per le imprese.

Complessivamente, ci sarebbe bisogno di investimenti annui di circa 16,2 miliardi di euro entro fine decennio.

La combinazione migliore per edifici unifamiliari

Lo studio ha analizzato il potenziale di riduzione di consumi ed emissioni degli interventi di efficienza energetica in combinazione con impianti a fonti rinnovabile.

Il modello ha preso in esame i consumi energetici di edifici unifamiliari (100 mq di superficie) in diverse zone climatiche, rilevando una media di 21,5 MWh/anno, pari a 4,2 tonnellate di CO2/anno emesse.

Sono stati studiati interventi che combinano efficientamento e caldaia a biomassa, pompa di calore, fotovoltaico e accumulo elettrico, efficientamento e teleriscaldamento.

Per l’abitazione unifamiliare, la tecnologia che permette di ridurre maggiormente le emissioni è la combinazione tra interventi sull’involucro, impianto fotovoltaico, pompa di calore e accumulo, capace così di abbattere fino al 94% delle emissioni.

Tuttavia, la combinazione più efficiente da punto di vista dei costi è quella che richiede interventi sull’involucro e caldaia a biomassa, perché presenta il costo livellato dell’abbattimento delle emissioni (LCCA – Levelised Cost of Carbon Abatement) più basso: 343 €/tCO2.

Simulando l’impatto delle detrazioni fiscali sui costi del progetto emerge che con le attuali aliquote, gli incentivi coprirebbero tra il 34% e il 35% del totale, mentre i risparmi sulla bolletta generati dall’intervento sarebbero tra il 22% e il 36%.

Condomini, la via del teleriscaldamento

Per il modello basato su condomini, il report indica l’integrazione tra coibentazione dell’involucro e teleriscaldamento come soluzione più efficace, in grado di ridurre l’89% delle emissioni.

Sono stati analizzati i consumi energetici di condomini di diverse dimensioni (superficie media di 9.735 mq) con consumi medi intorno a 1,38 GWh/anno ed emissioni di CO2 di 279 t/anno.

Anche in questo caso sono state studiate combinazioni tecnologiche che includono, oltre all’efficienza energetica, l’impianto a biomassa, la caldaia ad alta efficienza con fotovoltaico o teleriscaldamento.

La combinazione più efficace è risultata, come detto, quella con il teleriscaldamento, anche dal punto di vista del costo di abbattimento della CO2 (1.038 €/ton).

In questo caso gli incentivi considerati, una combinazione di detrazioni fiscali e Conto Termico per specifiche voci di costo, andrebbero a coprire tra il 34 e il 36% dei costi totali di progetto.

Fotovoltaico e accumulo per le industrie

Quanto alle industrie, il modello ha simulato i consumi di un’impresa energivora esposta alla competizione internazionale e inclusa nel sistema ETS.

Ipotizzando che l’energia termica ed elettrica sia prodotta con due generatori separati a bassa efficienza, la simulazione ha stimato consumi di metano per 343.888 MWh/anno e una generazione di 159.444 MWh/anno di energia utile con relative emissioni per 63.031 tCO₂/anno.

La combinazione tecnologica più efficace in termini di riduzione delle emissioni è risultata quella che integra interventi di efficienza energetica, fotovoltaico e accumulo (-54,1% delle emissioni), mentre la più “costo-efficiente” è quella che integra solo efficienza energetica e fotovoltaico (95 €/tCO₂).

Immaginando di installare un elettrolizzatore, sia con PPA che con impianto fotovoltaico dedicato, questa soluzione “presenterebbe costi molto alti e riduzioni delle emissioni pressoché nulle” rispetto alle altre combinazioni tecnologiche. Per l’idrogeno lo studio suggerisce quindi di investire nello sviluppo di una rete di produzione e distribuzione, anziché su impianti autonomi.

Gli incentivi considerati (Transizione 5.0 e TEE) migliorano tutti gli indicatori finanziari. Di per sé non sarebbero indispensabili per la sostenibilità finanziaria del progetto, poiché si stima che i risparmi siano in grado di coprire il costo dell’investimento in circa 20 anni.

Tuttavia vengono ritenuti “fondamentali” perché permetterebbero di mobilitare un investimento molto superiore e ridurre i tempi di ritorno.

Quali incentivi?

Sul fronte degli incentivi, i modelli mostrano che le detrazioni fiscali non riescono a stimolare sufficientemente gli investimenti privati, soprattutto se combinati con schemi di finanziamento bancario.

La combinazione dei titoli di efficienza energetica con lo schema di finanziamento Energy Perfomance Contract (EPC), che prevede di ripagare gli interventi con i risparmi ottenuti dagli interventi di efficientamento, si è dimostrata invece la più efficiente e capace di mobilitare capitale privato generando ritorni positivi.

Questa combinazione è però considerata efficace soprattutto per interventi che generano risparmi a costi contenuti e quindi con livelli di riduzione delle emissioni compresi tra il 20 e il 50%.The post Direttiva “Case Green”: servono investimenti per oltre 16 miliardi l’anno first appeared on QualEnergia.it.