Nuove scoperte ribaltano la storia evolutiva dei monotremi Per decenni si è pensato che i
monotremi — un gruppo di mammiferi che include l’eclettico
ornitorinco e l’irto
echidna — si fossero evoluti esclusivamente sulla
terraferma. Gli scienziati ipotizzavano che l’
ornitorinco si fosse successivamente adattato a uno stile di vita
semi-acquatico, mentre gli
echidna si sarebbero tenuti ben lontani dall’acqua. Tuttavia, un’antica scoperta effettuata nella regione di
Dinosaur Cove, situata nel
sud-est dell’Australia, potrebbe riscrivere radicalmente questa narrazione. Un
omero fossile, rinvenuto circa
trent’anni fa e analizzato solo di recente con moderne tecniche di imaging, suggerisce che i primi monotremi possedessero caratteristiche
acquatiche. Il fossile appartiene a una creatura estinta chiamata
Kryoryctes, vissuta ben
108 milioni di anni fa, durante il
Cretaceo.
Densità ossea e adattamenti evolutivi: una nuova interpretazione A fare la differenza nella recente analisi è stata la
densità dell’osso. Le ossa dell’
ornitorinco, come riportato nello studio pubblicato da
PNAS, sono note per essere
dense e
pesanti, consentendo loro di rimanere sott’acqua con il minimo sforzo, similmente a quanto accade in animali come
balene e
delfini. Al contrario, le ossa degli
echidna moderni risultano
più leggere e
cave, perfettamente adatte a uno stile di vita terrestre. L’esame microstrutturale dell’omero del
Kryoryctes ha mostrato una struttura interna
paragonabile a quella degli ornitorinchi, suggerendo che i primi monotremi fossero probabilmente
semi-acquatici. Secondo
Suzanne Hand, paleontologa presso l’
Università del Nuovo Galles del Sud, questa caratteristica rappresenta un raro caso di un mammifero che, invece di migrare dalla terra all’acqua — un percorso tipico di molte specie — ha compiuto il tragitto opposto.
Il fossile di Kryoryctes e la storia ancora tutta da scrivere Il dibattito scientifico, che ha coinvolto specialisti da tutto il mondo, si è alimentato proprio grazie alle particolari somiglianze esterne tra l’omero di
Kryoryctes e quello degli
echidna contemporanei. Inizialmente, alcuni studiosi pensavano che potesse trattarsi di un antenato “basale” dei monotremi, il che avrebbe giustificato le somiglianze morfologiche con entrambi i rami evolutivi. Tuttavia, il nuovo studio, basato su tecniche di
imaging a sincrotrone non distruttive, ha aperto nuove prospettive: attraverso l’osservazione della microstruttura interna dell’osso, è emersa una forte correlazione con adattamenti
semi-acquatici. Tali metodologie innovative permettono di preservare l’integrità del fossile unico, senza necessità di danneggiarlo con tagli tradizionali.
Il futuro della ricerca sui monotremi antichi La scoperta lascia ancora molte domande senza risposta. Gli scienziati, guidati dal team australiano, continueranno ad analizzare l’unico omero disponibile, sperando di ottenere ulteriori informazioni grazie a nuove tecniche
non invasive. I fossili dei monotremi antichi, specie del
Mesozoico, sono estremamente rari, e ogni frammento può rappresentare una chiave fondamentale per svelare misteri risalenti a oltre
cento milioni di anni fa. Secondo quanto riportato anche da fonti come
Nature e
National Geographic, questa nuova prospettiva offre una comprensione più dinamica e complessa dei processi di
adattamento ambientale dei mammiferi preistorici, invitando a riconsiderare l’intero albero genealogico dei monotremi.
Le sorprendenti origini acquatiche di ornitorinco ed echidna a Dinosaur Cove