La rosa ancestrale era gialla: così la genetica riscrive la storia dei fiori

La prima rosa della storia era gialla e selvaggia Un’importante ricerca guidata dal professore Chao Yu dell’Università Forestale di Pechino ha rivelato che l’antenata comune di tutte le rose moderne aveva fiori gialli e petali semplici, senza le elaborate stratificazioni che oggi conosciamo. Attraverso un’analisi genomica dettagliata di 80 specie selvatiche cinesi e del genoma […] La rosa ancestrale era gialla: così la genetica riscrive la storia dei fiori

Apr 22, 2025 - 18:49
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La rosa ancestrale era gialla: così la genetica riscrive la storia dei fiori
La prima rosa della storia era gialla e selvaggia Un’importante ricerca guidata dal professore Chao Yu dell’Università Forestale di Pechino ha rivelato che l’antenata comune di tutte le rose moderne aveva fiori gialli e petali semplici, senza le elaborate stratificazioni che oggi conosciamo. Attraverso un’analisi genomica dettagliata di 80 specie selvatiche cinesi e del genoma completo di Rosa persica, i ricercatori sono riusciti a ricostruire l’aspetto e la distribuzione geografica della rosa primigenia, che si trovava probabilmente in Cina. Questa scoperta sorprendente rovescia secoli di percezioni poetiche e culturali: le rose rosse, celebrate in letteratura come simbolo d’amore, sono infatti un’invenzione relativamente recente dovuta alla selezione da parte dell’uomo. Dall’epoca preistorica alla selezione industriale L’origine della rosa moderna non è solo una questione di estetica. Con oltre 35.000 cultivar conosciuti e il 30% del mercato globale dei fiori recisi, il commercio delle rose rappresenta un settore florovivaistico di enorme rilievo economico. Tuttavia, la diversità genetica si è drasticamente ridotta nel tempo a causa della selezione per caratteristiche commerciali: resistenza, profumo tenue, durata nei vasi. Proprio come accade per molte colture agricole, anche la rosa ha vissuto un percorso di selezione artificiale che ha privilegiato alcune varietà a scapito di altre. In passato, la fragranza era molto più variegata; oggi invece molte profumazioni sono andate perse in favore della resistenza alle malattie. Le montagne, il clima e la diversità perduta Lo studio mette in luce anche il ruolo del cambiamento geologico e climatico nella differenziazione delle specie. In particolare, la formazione dell’Himalaya, cominciata circa 23 milioni di anni fa, ha avuto effetti profondi sul clima asiatico, influenzando le precipitazioni e la temperatura. Questi mutamenti hanno drasticamente ridotto gli habitat naturali delle rose, portando a una frammentazione delle popolazioni. Tra le poche varietà a sopravvivere a questi eventi c’è la Banksianae, famosa per i suoi fiori bianchi e gialli, che ha conosciuto una ripresa circa 200.000 anni fa. Questi dati rafforzano l’idea che la biodiversità sopravvissuta sia fondamentale per la creazione di nuove varietà. Il futuro della rosa passa dal suo passato La mappa genetica elaborata dai ricercatori rappresenta uno strumento fondamentale per i futuri incroci. Conoscere la discendenza filogenetica permette di individuare tratti genetici rari o dimenticati, e di ripristinare varietà più profumate o adattabili a nuovi contesti ambientali, minacciati da cambiamenti climatici sempre più estremi. In un’epoca in cui la biodiversità rappresenta una delle più grandi ricchezze da salvaguardare, anche un fiore come la rosa – tanto amato quanto manipolato – può raccontare una storia di resilienza genetica e adattamento evolutivo. Quando la genetica incontra la cultura Sebbene le rose gialle siano spesso associate a gelosia e tradimento nella cultura occidentale, i fioristi e gli ibridatori stanno lavorando da tempo per cambiare questa percezione, rendendole simbolo di amicizia, luce e positività. Il fatto che proprio la rosa gialla sia la madre di tutte le rose potrebbe contribuire a restituirle il posto che merita nel giardino simbolico della nostra cultura. Una nota ironica chiude lo studio: forse oggi le rose gialle, invidiose del successo delle sorelle rosse, serbano rancore per una fama che, in fondo, era tutta loro.

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