Israele sull’ambulanza colpita . L’ammissione: "Aveva le luci accese"
Soccorritori uccisi a Gaza, la prima versione dell’esercito smentita da un video diffuso dal New York Times. Netanyahu va da Trump. Ma il Procuratore generale gli chiede di tornare in patria per essere interrogato.

di Aldo Baquis
Un video recuperato sul terreno dalla Mezzaluna Rossa ed analizzato a fondo dal New York Times mette le forze armate israeliane sotto accusa per la uccisione, avvenuta il 23 marzo a Tel Sultan (Rafah), di otto paramedici palestinesi, di sei membri della difesa civile di Gaza e di un impiegato dell’Onu. Contraddicendo una prima versione delle forze armate (giunta peraltro con giorni di ritardo) il video dimostra in maniera inequivocabile che tre veicoli di soccorso avevano attivato i lampeggianti quando avevano raggiunto il luogo di un precedente scontro a fuoco, e che il personale medico era chiaramente distinguibile. Il video, secondo la Mezzaluna Rossa, e’ stato trovato nel cellulare di uno degli uccisi, Rifat Radwan. Per sette minuti si sentono spari continui. Avvertendo che la propria fine era vicina, l’autore ha recitato le ultime preghiere.
La Mezzaluna rossa ha preannunciato che inoltrerà quel video all’Onu. Il segretario generale Antonio Guterres si è già detto "sconvolto" per la vicenda. Ieri il comandante della regione militare sud gen. Yaniv Asur ha ammesso che non era corretta la prima versione fornita dall’esercito: ossia che i militari avevano sparato contro "veicoli sospetti" che avanzavano a luci spente. Sulla base di un’indagine più approfondita l’esercito afferma che in un primo scontro a fuoco i soldati hanno colpito un veicolo di Hamas uccidendo un agente e catturandone due. Due ore dopo è sopraggiunto il convoglio dei soccorritori da cui"sono scese correndo alcune persone sospette". I militari "ignoravano" che fra di loro ci fossero paramedici e, sentendosi in pericolo, hanno aperto il fuoco.
"Dei 15 uccisi – secondo l’esercito - almeno sei erano membri attivi di Hamas". Israele respinge poi le accuse di fonte palestinese secondo cui parte dei soccorritori furono legati e passati per le armi. Sul terreno le forze israeliane continuano ad erodere le posizioni di Hamas nel sud (sull’ ‘Asse Morag’, fra Rafah e Khan Yunis) e a nord, nel rione di Sajaya. I servizi medici locali hanno contato ieri decine di morti. Hamas ha intanto divulgato il video di due ostaggi. Il portavoce dell’ala militare, Abo Ubeida, ha avvertito che la metà degli ostaggi vivi sono in aree sconvolte dai combattimenti. "Non li sposteremo – ha detto a Israele – ma sappiate che la loro sorte è in pericolo immediato".
E anche ieri, come tutti i sabati, decine di migliaia di dimostranti si sono riuniti a per invocare la fine dei combattimenti e la liberazione in blocco dei 59 ostaggi. Nelle stesse ore Benyamin Netanyahu era a Budapest, osptite di Victor Orban che in occasione della sua visita ha annunciato l’uscita dell’Ungheria dalla Corte penale internazionale, in protesta per il mandato di cattura nei confronti del premier israeliano.
Domani a Washington Netanyahu affronterà la questione anche con Donald Trump, che pure ha minacciato sanzioni a quella Corte. I due leader discuteranno inoltre la guerra a Gaza, il tema Iran e il tema dazi. Le importazioni in Usa da Israele saranno tassate al 17% ma Netanyahu spera in un margine di manovra. In casa lo aspettano manifestazioni di massa per il licenziamento del capo dei servizi segreti che indaga su legami fra alcuni consiglieri del premier e il Qatar. Martedì la scottante questione sarà esaminata dalla Corte Suprema di Gerusalemme. L‘ufficio del Procuratore generale si è opposto alla richiesta degli avvocati di Netanyahu di rinviare la sua testimonianza al fine settimana, sostenendo che il suo incontro con Trump avrà luogo lunedì e la testimonianza postrà svolgersi mercoledì.