India contro Pakistan, forti esplosioni vicino all’aeroporto di Jammu. Blackout nella zona
Si alza ulteriormente la tensione dopo che nella notte il pkistan ha effettuato attacchi con droni causando 16 morti

Roma, 8 maggio 2025 – Diverse forti esplosioni sono state avvertite nella città di Jammu, nella porzione del Kashmir amministrata dall'India. Lo riferisce il giornale indiano Hindustan Times, che riporta anche di un blackout.
"Non abbiamo molti altri dettagli – ha detto alla Cnn un portavoce dell'Esercito indiano –. Stiamo cercando di verificare la situazione. C'è un blackout". Una testimonianza da Jammu raccolta dalla Bbc parla di 16 "oggetti" caduti vicino all'aeroporto. Su X Shesh Paul Vaid, ex numero uno della Polizia nel territorio indiano di Jammu e Kashmir ha scritto di "forti esplosioni, sospetti bombardamenti o attacchi missilistici".
Blackout vengono segnalati anche nelle città di Hoshiarpur e Amritsar, nello stato indiano del Punjab. Lo riferisce il giornale Hindustan Times, dopo le notizie arrivate da Jammu, nel Kashmir amministrato dall'India.
Tensione che continua a crescere fra India e Pakistan. Per la seconda notte ci sono stati attacchi aerei in India e in Pakistan, mentre la giornata è stata scandita da nuovi scambi di accuse tra le parti. L'Operazione Sindur, lanciata dall'India contro “infrastrutture terroristiche” in Pakistan a due settimane dall'attentato del 22 aprile a Pahalgam, nel Jammu e Kashmir indiano, è stata seguita da attacchi pachistani con missili e droni contro obiettivi militari nell'India settentrionale e occidentale. A sua volta l'India ha preso di mira obiettivi militari in Pakistan. Entrambe le parti rivendicano successi, che sarebbero confermati da detriti rinvenuti sul terreno. Secondo i dati ufficiali dei due Paesi, i morti sono 16 in India e 31 in Pakistan.
Secondo il ministero della Difesa indiana, che sostiene di aver neutralizzato gli attacchi, il Pakistan ha tentato di colpire diversi obiettivi ad Awantipura, Srinagar, Jammu, Pathankot, Amritsar, Kapurthala, Jalandhar, Ludhiana, Adampur, Bhatinda, Chandigarh, Nal, Phalodi, Uttarlai e Bhuj. Inoltre, il Pakistan "ha aumentato l'intensità del fuoco non provocato lungo la linea di controllo”, la demarcazione militare non corrispondente al confine internazionale che separa il territorio kashmiro controllato dall'India da quello sotto il controllo del Pakistan, “utilizzando mortai e artiglieria di grosso calibro nelle aree di Kupwara, Baramulla, Uri, Poonch, Mendhar e Rajouri nel Jammu e Kashmir”.
Nuova Delhi non ha precisato quali "radar e sistemi di difesa aerea” abbia colpito in Pakistan, ma ha riferito di informazioni “attendibili” su un sistema di difesa aerea neutralizzato a Lahore. Il Servizio interforze di pubbliche relazioni (Ispr) pachistano, invece, ha reso noto l'abbattimento di 25 droni indiani Harop di fabbricazione israeliana “in diverse zone del Pakistan”.
Soprattutto, Nuova Delhi e Islamabad, entrambe dotate di armi nucleari, si sono scontrate sull'esercizio della moderazione e sulla responsabilità di acuire le tensioni. Il ministero degli Esteri indiano ha respinto l'accusa di escalation, sostenendo che è l'attentato del 22 aprile a Pahalgam "l'escalation originaria”, alla quale l'India “ha risposto”.
Anche le forze armate indiane hanno ribadito "il loro impegno a non aumentare le tensioni, a condizione che tale impegno venga rispettato dall'esercito pachistano”. C'è attesa ora per la prossima iniziativa del Pakistan, che si è riservato il diritto di rispondere.
Nel febbraio del 2019, dopo l'attentato a Pulwama, nel Jammu e Kashmir indiano, rivendicato dall'organizzazione terroristica pachistana Jaish-e-Mohammed (Jem) e costato la vita a 40 agenti di polizia indiani, si scatenarono due giorni di raid, prima dell'India e poi del Pakistan. Nelle prossime ore si vedrà se questa crisi si raffredderà o se durerà di più dell'ultimo precedente paragonabile.