Incentivi Rinnovabili: autoconsumo collettivo e comunità energetiche

Autoconsumo collettivo, anche in condominio e comunità energetiche per la produzione di energie rinnovabili: come funzionano e tutti gli incentivi.

Mag 9, 2025 - 10:28
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Incentivi Rinnovabili: autoconsumo collettivo e comunità energetiche

La tariffa incentivante per la promozione dell’autoconsumo collettivo e gli incentivi alle comunità energetiche da fonti rinnovabili permettono di consumare l’energia che producono, con o senza l’impiego dei sistemi di accumulo. La tariffa è in alcuni casi cumulabile anche con i bonus edilizi. Vediamo i dettagli.

Autoconsumo collettivo: cos’è

Con autoconsumo collettivo ci si riferisce in generale alla possibilità concessa per legge di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili prodotta da un impianto di generazione locale e consumarla nell’abito della propria collettività, intesa come i membri di uno stesso edificio. Una comunità energetica per autoconsumo collettivo può, più in particolare, vedere tra i soggetti che la compongono sia condomini che aziende o enti pubblici e persone fisiche. Secondo la definizione dell’ENEA:

L’autoconsumo di energia è una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un soggetto giuridico, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali.

L’autoconsumo di energia si può dunque realizzare a 3 livelli: individuale, collettivo e di comunità. In Italia, l’autoconsumo collettivo e le comunità energetica (livelli 2 e 3) sono anche riconosciute legalmente (dal 2020). Ogni comunità ha caratteristiche accomunate da uno stesso obiettivo: autoprodurre e fornire energia rinnovabile a prezzi competitivi.

Differenze rispetto alla comunità energetica

La legge regolamenta l’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche, a cui possono partecipare persone fisiche, piccole e medie imprese, enti locali ubicati in un perimetro condiviso. Lo scopo è in tutti i casi quello di ottenere forti risparmi in bolletta per le utenze domestiche, condominiali, delle PMI o dei distretti artigiani. Oltre ad introdurre incentivi alle Rinnovabili, si mira ad accelerare sulla transizione energetica ed ecologica del sistema elettrico in Italia verso un modello decentrato, alimentato con energie pulite. Su questo solco agiscono anche molti degli obiettivi del PNRR.

  • Si parla di autoconsumo collettivo quando si ha un singolo edificio con diverse utenze (un condominio, un centro commerciale, ecc.). Gli impianti possono essere di proprietà di soggetti terzi e usufruire di detrazioni fiscali. Il classico esempio è il condominio con pannelli solari sul tetto che forniscono elettricità alle utenze condominiali ed alle unità abitative del palazzo.
  • Si parla di comunità energetica quando i membri che la compongono (tramite contratto) sono un gruppo di privati, enti, PMI che si costituiscono in forma giuridica per produrre e condividere energia. In questo caso i soggetti che partecipano devono necessariamente produrre energia green e condividerla tramite reti di distribuzione esistenti e o con autoconsumo virtuale.

Entrando ancor più nello specifico, le comunità energetiche possono essere di due tipi:

  1. Comunità Energetica Rinnovabile: con autonomia tra i membri (posti in prossimità degli impianti di generazione) e possibilità di gestire l’energia in diverse forme (elettricità, calore, gas) purché generate da fonte rinnovabile.
  2. Comunità Energetica di Cittadini: non sono previsti i principi di autonomia e di prossimità dei membri e può gestire soltanto la generazione di elettricità.

Autoconsumo collettivo: come funziona

Con l’autoconsumo, l’energia prodotta dal proprio impianto viene utilizzata per le esigenze energetiche del proprio edificio. Con l’autoconsumo collettivo, secondo lo stesso principio, tutti i soggetti che appartengono alla medesima collettività utilizzano l’energia autoprodotta condividendola  attraverso la rete di distribuzione esistente. Come funziona? In pratica, ogni utente dispone di un contatore che calcola l’energia consumata ed uno che calcola quella immessa.

Autoconsumo collettivo in condominio: un esempio pratico

Per capire come funziona nella pratica l’autoconsumo collettivo condominiale, proviamo a fare un esempio.

Con l’installazione di un impianto fotovoltaico di adeguate dimensioni, una palazzina è in grado di produrre energia elettrica a sufficienza per alimentare le utenze per le parti comuni dell’edificio e coprire una parte del fabbisogno energetico dei singoli appartamenti del condominio, con una quota di autoconsumo che in media si aggira intorno al 50% dell’energia prodotta.

L’impianto centralizzato usufruisce delle detrazioni fiscali del caso (a partire dal 50% in su, a seconda del progetto complessivo), godendo anche di eventuale sconto in fattura. In più, le famiglie della palazzina possono accedere agli incentivi ventennali sull’energia condivisa, con un risparmio di migliaia di euro, in grado di coprire l’investimento in pochi anni.

Incentivi per autoconsumo di energie rinnovabili

L’autoconsumo collettivo di energia rinnovabile rappresenta dunque una delle principali leve per la transizione energetica in Italia. Grazie alla combinazione di incentivi fiscali e contributi pubblici, è possibile ridurre i costi energetici e promuovere l’uso di fonti rinnovabili a livello locale.

Tariffe incentivanti alle CER

Il Decreto Ministeriale 28 febbraio 2025, n. 59 ha prorogato al 30 novembre 2025 la scadenza per gli incentivi per le Comunità Energetiche Rinnovabili e l’autoconsumo diffuso. Il provvedimento rientra nella Missione 2, Componente 2, Investimento 1.2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con l’obiettivo di promuovere l’uso delle energie rinnovabili a livello locale.

Si tratta di una tariffa incentivante sull’energia condivisa, prodotta da impianti fino a 1 Megawatt (esclusi quelli agevolati con il Superbonus) per 20 anni, a partire dalla data di entrata in esercizio. Si calcola tra 60 e 120 €/MWh, con una maggiorazione fino a 10 €/MWh in base alla collocazione geografica (prezzo zonale orario dell’energia elettrica).

Per l’energia autoconsumata è previsto un corrispettivo di circa 8 €/MWh mentre per quella rimanente si applicano le tariffe del ritiro dedicato. I pagamenti avvengono tramite acconti periodici costanti e un conguaglio annuale.

Contributi a fondo perduto

Previsti anche contributi a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili per la realizzazione di impianti fotovoltaici destinati all’autoconsumo collettivo. Questi incentivi sono rivolti principalmente ai Comuni con meno di 5.000 abitanti e sono finanziati attraverso il PNRR. I fondi sono disponibili fino al 30 giugno 2026 e vengono erogati in più quote in relazione allo stato di avanzamento dei lavori.

Bonus fotovoltaico al 50%

Il Bonus Fotovoltaico rientra tra gli interventi ammessi al classico Bonus per le Ristrutturazioni edilizie e consente di detrarre dall’imposta sul reddito il 50% delle spese sostenute per interventi di ristrutturazione edilizia, che includono anche l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia solare. Questo vantaggio fiscale rende più accessibile l’adozione di tecnologie sostenibili per i partecipanti all’autoconsumo collettivo.

Incentivi per le piccole e medie imprese

Le piccole e medie imprese (PMI) possono accedere a incentivi specifici per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Questi incentivi sono destinati a sostenere l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo.  Le agevolazioni concedibili variano in base alla dimensione dell’impresa:

  • 30% per le medie imprese
  • 40% per le micro e piccole imprese.