Il Cielo in una stanza. I cardinali entrano (divisi) in Sistina. Parolin il favorito, David la sorpresa

Aveline, Zuppi e Tagle gli altri nomi forti per il nuovo Papa. Oggi la prima fumata. Il fronte conservatore insiste con Erdő, il liberal Grech in ascesa per i bookmakers

Mag 7, 2025 - 04:59
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Il Cielo in una stanza. I cardinali entrano (divisi) in Sistina. Parolin il favorito, David la sorpresa

Città del vaticano, 7 maggio 2025 – Non ce ne voglia il regista Nanni Moretti, secondo cui “le parole sono importanti”. Giusto, ma, concluse le Congregazioni generali dei cardinali, elettori e non, per pronunciare il suo fatidico ’Habemus Papam’, ciò che conta adesso sono i numeri. Non che i porporati under 80 anni, chiamati nel pomeriggio di oggi a esprimere il primo voto in Cappella Sistina per scegliere il successore di papa Bergoglio, non si parleranno più. Un altro film, anche in questo caso profetico, ‘Conclave’, racconta bene i conciliaboli nel refettorio, sulle scale e nelle stanze dove alloggiano in Vaticano i cardinali. Solo che la fumata bianca segue la matematica. E solo questa.

I cardinali elettori sono partiti in processione dalla Cappella Paolina, nella Prima Loggia del Palazzo Apostolico Vaticano, verso la Cappella Sistina per l'ingresso in Conclave
I cardinali elettori sono partiti in processione dalla Cappella Paolina, nella Prima Loggia del Palazzo Apostolico Vaticano, verso la Cappella Sistina per l'ingresso in Conclave. La processione, che passa per la Sala Regia, si svolge al canto delle Litanie dei Santi. Il 12 marzo 2013. ANSA/TELEPACE

FAVORITI E SORPRESE

Il golden number per essere eletto Papa è 89, i due terzi dei 133 elettori. Le cordate, formatesi piú che altro negli inner circle fuori dal Palazzo apostolico (ambasciate, ristoranti e residenze private come quella della nobile ex punk e tradizionalista Gloria Thurn und Taxis), adesso si pesano. “Una soluzione unitaria è molto lontana”, confida dall’auto il cardinale Ladislav Német, arcivescovo di Belgrado. Per la fumata bianca potrebbero volerci cinque-sei scrutini, due o tre giorni. Ma chissà. I favoriti della vigilia sono i cardinali Pietro Parolin, Jean Marc Aveline, Matteo Zuppi, Pierbattista Pizzaballa e Luis Antonio Tagle. Le sorprese si chiamano Pablo Virgilio Siongco David, il nome delle ultime ore, allo spagnolo Cristóbal López Romero e Konrad Krajewski, polacco.

I PACCHETTI DI VOTI

Il segretario di Stato vaticano è in pole position. Parolin, 70 anni, dovrebbe partire da 40-50 consensi. Sul suo profilo investe chi vuole una continuità mitigata con Bergoglio. Dalle Congregazioni generali sembra essere emersa la volontà dei presuli di affidarsi a una figura pastorale e gioviale come Francesco, ma meno istintiva. Come il mite Parolin, appunto, anche se empatia spontaneità non sono le sue qualità più manifeste. E poi c’è il capitolo sinodalitá che, architrave del papato di Francesco, il suo braccio destro ha un po’ subito e che i progressisti senza se e senza ma intendono accentuare. Ai blocchi di partenza il loro candidato è proprio il segretario generale del Sinodo dei vescovi, il maltese Mario Grech, 68 anni, accreditato con una dote di 20-30 voti. Ma per i bookmaker è in ascesa. Il blocco conservatore, invece, sembra puntare al primo giro ancora su Péter Erdő, il 72enne arcivescovo di Budapest, considerato il nuovo Wojtyla. Ma l’appello post (molto post) Bergoglio del tradizionalista amico di Viktor Orban (“Cambiamo questa Chiesa”) pare non sfondare il muro dei 30-35 placet. Da qui la suggestione di puntare fin da subito sul patriarca di Gesuraselemme, il bergamasco Pierbattista Pizzaballa, 60 anni. Il cardinale 94enne Camillo Ruini l’ha già investito.

LE STRATEGIE

Da ieri sera i porporati alloggiano chi a Santa Marta, chi a Santa Marta Vecchia per ragioni di spazio. Di solito il Conclave annovera 115-120, stavolta siamo alla cifra monstre di 133 e l’hotel dove alloggiava papa Bergoglio ha solo 128 posti letto. Ovviamente la stanza di Francesco, la 201, resta sigillata. I primi due e tre scrutini saranno molto delicati. Oggi si voterà solo una volta al termine della messa Pro eligendo Pontifice, in programma nella basilica di San Pietro. La prima fumata è attesa alle 19. Poi da domani nel caso saranno due scrutini al mattino e altrettanti al pomeriggio. Una triade di votazioni a vuoto è considerata dagli esperti il segnale di una candidatura di Parolin azzoppata. Un po’ dai veleni dei conservatori Usa – per i quali è filo Pechino e troppo identificato ancora con Bergoglio – e un po’ dai malumori dei liberal. Se dovesse saltare il segretario di Stato, si scoperchierebbe il vaso di Pandora. Il 66enne francese Aveline, che ha mostrato di sapere meglio l’italiano delle previsioni, evoca la giovialità di Giovanni XXIII, senza soddisfare in toto l’agenda riformista. Zuppi, 69 anni, arcivescovo di Bologna, si sa porre con bonarietà bergogliana, ma ha il tallone d’Achille della diplomazia parallela di Sant’Egidio. Di suo il progressista Tagle, pro prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, 67 anni di buon umore e carisma comunicativo, per centristi e conservatori è troppo anticapitalista. Resta dei big il conservatore moderato Anders Arborelius, 75 anni. Lo svedese si è molto esposto a livello mediatico. Forse troppo.

TANA LIBERA TUTTI

E allora ecco i nomi nuovi. Da Pablo Virgilio Siongco David, classe 1959, filippino ma non curiale come Tagle, oppositore del regime di Rodrigo Duterte, a Cristobal Lopez Romero, 72 anni, salesiano e arcivescovo di Rabat. Il primo ha suscitato interesse in Congregazione con un intervento sulla Chiesa inclusiva e ospedale da campo. Oppure potrebbe essere game, set, match per l’appassionato di tennis Robert Francis Prevost, 69 anni. Di professione, prefetto del Dicastero per i vescovi. In tutti e tre i casi non li avrebbero sentiti arrivare.