Heat Dome: il fenomeno meteo che allarma in vista dell’Estate

Un coperchio d’aria rovente sopra le nostre teste Negli ultimi anni il termine heat dome ha smesso di essere una curiosità scientifica per diventare una minaccia concreta e sempre più familiare. Anche in Italia, eventi estremi legati a questa dinamica stanno incidendo in maniera evidente sul meteo estivo e non solo. La cupola di calore, […] Heat Dome: il fenomeno meteo che allarma in vista dell’Estate

Mag 16, 2025 - 22:40
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Heat Dome: il fenomeno meteo che allarma in vista dell’Estate
Un coperchio d’aria rovente sopra le nostre teste Negli ultimi anni il termine heat dome ha smesso di essere una curiosità scientifica per diventare una minaccia concreta e sempre più familiare. Anche in Italia, eventi estremi legati a questa dinamica stanno incidendo in maniera evidente sul meteo estivo e non solo. La cupola di calore, come può essere definita in italiano, è una struttura atmosferica che intrappola il caldo nei bassi strati, bloccandolo con una sorta di “tetto” formato da un campo di alta pressione molto esteso e persistente. Il paragone più efficace per spiegare il fenomeno è quello di una pentola chiusa da un coperchio: l’aria calda, compressa verso il suolo dall’alta pressione, si riscalda ulteriormente e non riesce a disperdersi, generando condizioni meteo estreme e durature. Questo assetto atmosferico si consolida in genere per effetto di un blocco circolatorio, spesso con struttura a Ω (Omega block), che ostacola il passaggio delle normali perturbazioni e mantiene invariato il quadro termico per giorni, talvolta settimane. Un caldo che non si spegne neanche di notte Tra le caratteristiche più insidiose dello heat dome vi è l’assenza di refrigerio notturno. Le temperature minime restano elevate, compromettendo il naturale raffreddamento del suolo e l’equilibrio fisiologico delle persone. In queste situazioni, la percezione del calore può raggiungere valori superiori ai 45 °C, aggravando il fenomeno del caldo umido e causando condizioni di stress termico estremo, soprattutto per bambini, anziani e persone con patologie croniche. Impatto su città, campagne e infrastrutture L’ambiente urbano soffre in modo particolare l’effetto heat dome. Tra asfalto, cemento e scarsa ventilazione, le isole di calore cittadine amplificano l’effetto della cupola, rendendo le giornate e le notti torride insostenibili. Allo stesso tempo, le reti energetiche vengono messe sotto pressione per l’uso massiccio di condizionatori, aumentando il rischio di blackout e interruzioni di servizio. Anche l’agricoltura subisce gravi danni: fioriture anticipate, essiccamento dei raccolti, cali produttivi e irrigazione insufficiente mettono a dura prova le risorse idriche e alimentari del territorio. Un fenomeno estivo che non è più solo estivo Fino a pochi anni fa, gli heat domes erano considerati fenomeni esclusivi dell’estate, limitati a luglio e agosto. Ma il riscaldamento globale sta spingendo i limiti stagionali, tanto che si osservano oggi strutture simili anche in primavera inoltrata e in pieno inverno. In particolare, nel Sud Italia, la Sicilia e la Calabria hanno sperimentato, anche in gennaio e febbraio, temperature fuori scala, accompagnate da anomalie nel ciclo vegetativo, fioriture anticipate e impatti sugli ecosistemi locali. Il cambiamento climatico spinge la frequenza e l’intensità Le analisi della NOAA, del Met Office britannico e del Copernicus Climate Change Service indicano che lo heat dome è tra i fenomeni più amplificati dalla crisi climatica in atto. L’indebolimento delle correnti a getto e la crescente differenza di temperatura tra latitudini favoriscono la formazione di blocchi atmosferici duraturi, che diventano vere e proprie gabbie di calore statico sopra il continente europeo. In Italia, eventi come quello che ha colpito Catania nel luglio 2023, con una temperatura record di 47,6 °C, o le ondate torride su Sardegna, Puglia e Lazio, sono tutti esempi concreti dell’effetto distruttivo di questi blocchi. E il trend è chiaro: aumentano sia il numero degli episodi, sia la loro durata, sia il momento dell’anno in cui si presentano.

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