Guerra Ucraina, l’ambasciatore e la trattativa difficile: “Solo con Putin e Trump si sblocca”

Il diplomatico Scarante: sono stati fatti alcuni passi in avanti ma non bastano per arrivare a una soluzione. "I volenterosi? Ci credo poco, perché stanno tentando di inserirsi in un negoziato dal quale sono stati esclusi"

Mag 17, 2025 - 07:18
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Guerra Ucraina, l’ambasciatore e la trattativa difficile: “Solo con Putin e Trump si sblocca”

Roma, 17 maggio 2025 – La speranza è che il flop di Istanbul possa almeno favorire la ripresa dei contatti fra Russia e Ucraina in futuro. Ma il processo sarà lungo e l’unica prospettiva che potrebbe accorciarlo è che ci sia un colloquio fra Trump e Putin che possa sbloccare la situazione. L’Ambasciatore Gianpaolo Scarante, diplomatico di lungo corso e docente di Teoria e Tecnica della negoziazione internazionale alla facoltà di Scienze politiche dell’Università di Padova, ha spiegato perché per una svolta ci vuole ancora molto tempo.

L’ambasciatore e la trattativa difficile: "Solo con Putin e Trump si sblocca"
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky con il primo ministro britannico Keir Starmer ieri a Tirana, capitale dell’Albania

Ambasciatore Scarante, nulla di fatto fra Russia e Ucraina a Istanbul…

"Se dovessi sintetizzare, direi che la montagna ha partorito un topolino. Ma di questi tempi anche un topolino può essere importante. Se si fossero incontrati Putin, Zelensky e Trump avremmo potuto parlare di svolta. Diciamo che a Istanbul abbiamo visto una ripresa dei contatti che si erano aperti nel marzo del 2022 sotto forma di delegazioni meno importanti. C’è dunque un ridimensionamento. Però aggiungerei che di questi tempi, in una situazione così complessa e difficile come quella in Ucraina, il fatto che si siano incontrate le parti dopo tre anni può essere un segnale positivo".

Gli ucraini hanno però definito le richieste russe come ‘irricevibili’. Cosa può succedere ora?

"Da una dichiarazione simile ci dobbiamo immaginare che, almeno sulla carta, la situazione si fermi qui. Ma io vedo due situazioni diverse riferite alle parti in causa. Zelensky, se guardiamo bene, oscilla un po’ troppo fra concessioni e rigidità, in un certo senso è un po’ imprevedibile anche lui. Putin è in una situazione diversa".

Qual è la strategia del presidente russo?

"Da una parte il presidente russo sembra non volere la tregua, dall’altra non è disposto a tirare la corda con Trump. Non ci dimentichiamo che proprio il numero uno della Casa Bianca ha permesso che Putin si riaffacciasse sulla scena internazionale. Prima Putin era isolato. La famosa telefonata lo ha fatto tornare come interlocutore e a livello degli Stati Uniti".

Però non sembra disposto ad accettare il cessate il fuoco…

"Infatti Putin naviga in una situazione incerta, non vuole scontentare Trump, ma non vuole nemmeno tornare sulle sue posizioni, tanto più che ha anche riconquistato i territori nella regione di Kursk, che poteva essere per Kiev una merce di scambio in fase negoziale. Evidentemente c’è qualcosa che lo spinge a tenere ancora aperta la partita ucraina, forse sperando in ulteriori vantaggi militari".

Qual è la strategia di Trump?

"La strategia di Trump, se la possiamo definire tale, è quella di fare proposte irricevibili per creare scompiglio e vedere cosa succede. Per il momento si sta scontrando con un granitico Putin, che per il momento non vuole cedere. Io credo che in qualche modo, con difficoltà, si arriverà a una tregua, ma ci vorrà del tempo".

La coalizione dei volenterosi, con la sua pressione sulla tregua, può avere un ruolo?

"Credo di no, perché questo gruppo di volenterosi mi pare più stia tentando di inserirsi in un negoziato da cui è stato escluso, ma non può giocare carte efficaci, come per esempio truppe di Paesi appartenenti alla Nato schierate come forza di interposizione. Chiudere o fermare il conflitto in una situazione che vede truppe di paesi della Nato dentro il territorio ucraino sembrerebbe una sconfitta per la Russia, quindi la vedo difficile".