Gas naturale: come il boom dell’LNG cambierà il mercato europeo
Nonostante il drastico calo delle importazioni di gas russo, l’Europa non ha ancora risolto la sua dipendenza energetica. Tuttavia, secondo Goldman Sachs, un’enorme ondata di nuovi progetti di LNG (gas naturale liquefatto) è in arrivo e potrebbe rivoluzionare i mercati. I prezzi sono destinati a scendere, ma non senza conseguenze sul tessuto industriale del continente.

Il report di Goldman Sachs firmato da Samantha Dart e Frederik Witzemann parte da un dato chiaro: l’Europa non ha ancora superato la sua dipendenza dal gas russo, nonostante i proclami. Dal 2022, le esportazioni russe verso l’Europa nord-occidentale sono crollate dall’26% all’8%. Eppure, i prezzi di gas ed elettricità restano oltre il 120% superiori alla media pre-crisi (2011-2021), un segnale che il deficit energetico è tutt’altro che colmato.
A compensare la carenza di gas non sono stati i maggiori flussi di LNG verso l’Europa, ma piuttosto una drastica distruzione della domanda: calo della produzione industriale, consumi domestici ridotti e due inverni più miti del previsto. I settori energivori, in particolare, non hanno mai recuperato dai minimi toccati nel 2023.
(Il grafico mostra chiaramente come il calo dell’import di gas russo non sia stato pienamente compensato da altre fonti.)
Secondo Goldman Sachs, la vera rivoluzione è appena iniziata. Il 2025 segna l’inizio della più imponente espansione globale di capacità di esportazione di LNG mai registrata. Entro il 2030, la capacità mondiale aumenterà di oltre il 50%, pari a +200 milioni di tonnellate/anno (mtpa) rispetto ai livelli del 2024. I principali attori? Stati Uniti (50% della nuova capacità) e Qatar (27%).
Questo surplus, afferma il report, sarà sufficiente per portare i prezzi europei del gas al di sotto della media storica di 19 EUR/MWh (6,25 $/mmBtu) a partire dal 2027, con prospettive ribassiste fino alla fine del decennio. La conseguenza sarà una pressione significativa al ribasso su tutto il mercato globale del gas, grazie all’incapacità dell’Asia di assorbire l’eccesso di offerta.
(Il grafico evidenzia la crescita futura dell’export di LNG, con focus su USA e Qatar.)
Con l’Asia già satura e una domanda in crescita ma non sufficiente (si prevede un +41% entro il 2030) l’Europa diventerà il principale mercato di sbocco per il surplus di LNG. Questo accadrà perché il mercato europeo è liquido, scambiato in borsa (TTF), e dispone di infrastrutture di importazione adeguate.
Il rovescio della medaglia? Si prevede che gli stoccaggi europei si riempiranno troppo rapidamente, con un rischio reale di congestione già dalla fine del 2027. I trader potrebbero trovarsi davanti a prezzi in caduta libera, non ancora pienamente scontati nei future TTF, motivo per cui Goldman Sachs raccomanda una posizione short sul TTF del terzo trimestre 2027.
(Il grafico mostra l’eccesso previsto di offerta di LNG che finirà inevitabilmente in Europa.)
Anche se i prezzi dell’energia caleranno sensibilmente, Goldman Sachs non si aspetta un ritorno ai livelli di consumo pre-crisi. Le ragioni? Le chiusure strutturali di impianti industriali, l’offshoring della produzione e la concorrenza crescente da parte della Cina. Inoltre, le abitudini di risparmio energetico acquisite da famiglie e imprese potrebbero restare invariate.
L’LNG risolverà il problema del prezzo, ma non quello della domanda industriale. A meno di un forte ciclo di spesa pubblica in infrastrutture e difesa, l’Europa rischia di rimanere un continente con energia più economica ma meno produttivo.
(Il grafico illustra le proiezioni di Goldman Sachs sui prezzi TTF fino al 2030.)