Oro in correzione dai massimi, le previsioni future e le stime di prezzo

Dopo aver toccato il 22 aprile i massimi storici a 3.500 dollari l'oncia, l’oro ha subito una brusca correzione, spinto da una combinazione di tregue geopolitiche, dollaro forte e calo della domanda da parte di ETF e banche centrali. Ma si tratta solo di una pausa momentanea o dell’inizio di un trend ribassista strutturale? Ecco quali sono le prospettive tecniche e fondamentali dell’oro secondo le analisi e dati provenienti da IG Italia e ING.

Mag 16, 2025 - 22:44
 0
Oro in correzione dai massimi, le previsioni future e le stime di prezzo

L’oro ha vissuto un 2025 da protagonista, raggiungendo il 22 aprile il suo massimo storico di 3.500 dollari l’oncia, trainato da tensioni geopolitiche, timori inflattivi e acquisti record da parte delle banche centrali. Tuttavia, il trend ha subito una brusca inversione: come spiega Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, il metallo ha perso circa il 10% in pochi giorni, toccando minimi a 3.120 dollari prima di risalire verso l’ex supporto chiave a 3.200 dollari.

A pesare sull’oro è stata soprattutto la riduzione della domanda di beni rifugio, favorita da tre fattori principali: la tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina, l’apprezzamento del dollaro Usa e dati macroeconomici più solidi del previsto. A questo si aggiunge, come rileva anche Ewa Manthey, Commodities Strategist di ING, una frenata degli acquisti di ETF e delle banche centrali, due dei principali propulsori che prima avevano alimentato il rally del metallo prezioso.

Unknown block type "image", specify a component for it in the `components.types` option

Le recenti decisioni politiche hanno inciso in modo sostanziale sulla percezione del rischio globale. L’accordo raggiunto il 12 maggio tra Usa e Cina, che ha visto la riduzione temporanea dei dazi (dal 145% al 30% per gli Usa e al 10% per la Cina), ha drasticamente ridotto l’interesse per l’oro come rifugio. Inoltre, Pechino ha sospeso alcuni divieti di esportazione e investimenti nei confronti delle aziende americane, consolidando l’impressione di un clima commerciale più disteso, anche se solo per i prossimi 90 giorni.

Nel frattempo, il dollaro si è rafforzato grazie a dati economici positivi e all’attenuazione delle aspettative di tagli aggressivi dei tassi da parte della Federal Reserve. Un dollaro forte penalizza direttamente l’oro, rendendolo più costoso per gli investitori stranieri e quindi meno appetibile.

Anche il contesto inflazionistico ha giocato un ruolo chiave: l’indice dei prezzi al consumo (CPI) statunitense di aprile è cresciuto solo dello 0,2%, meno del previsto, placando i timori di inflazione e riducendo così l'urgenza di cercare copertura tramite l’oro.

Unknown block type "image", specify a component for it in the `components.types` option

Il 2024 ha visto gli ETF e le banche centrali come motori principali della crescita dell’oro. Tuttavia, con l’inizio del secondo trimestre 2025, entrambi hanno iniziato a ridurre gli acquisti. Secondo ING, gli ETF sull’oro stanno mostrando deflussi consistenti, alimentando la pressione ribassista (vedi grafico sottostante).

Unknown block type "image", specify a component for it in the `components.types` option

Anche le banche centrali, pur continuando ad acquistare, lo fanno con maggiore cautela. Nel primo trimestre 2025, sono state acquistate 244 tonnellate d’oro, un calo del 33% rispetto al trimestre precedente (vedi grafico qui sotto).

Unknown block type "image", specify a component for it in the `components.types` option

La Cina, per esempio, ha aggiunto solo 2,2 tonnellate alle proprie riserve ad aprile, molto meno rispetto ai mesi precedenti. La motivazione? Prezzi record e una strategia di diversificazione più graduale.

Unknown block type "image", specify a component for it in the `components.types` option

Secondo il World Gold Council, nel 2024 Polonia, India e Turchia sono stati i maggiori acquirenti, ma nel 2025 si osserva una normalizzazione dei flussi. Nonostante ciò, le banche centrali restano acquirenti netti, spinte dalle preoccupazioni geopolitiche e dalla volontà di ridurre l’esposizione al dollaro Usa, soprattutto alla luce delle sanzioni internazionali imposte negli ultimi anni.

Unknown block type "image", specify a component for it in the `components.types` option

Dal punto di vista tecnico, l’oro ha rotto l’importante supporto a 3.200 dollari, toccando minimi a 3.120 dollari. Come sottolinea Diodovich (IG Italia), un superamento deciso dei 3.220 dollari potrebbe aprire la strada a un recupero fino a 3.325 dollari, ma il quadro resta fragile. Se invece il metallo dovesse violare nuovamente al ribasso il livello di 3.120 dollari, i prossimi target tecnici sono 3.028 dollari (area dell’EMA100) e poi 3.000 dollari, soglia psicologica e strategica.

Le prospettive di IG Italia di medio termine sono ribassiste e sono fissate per un possibile ritorno verso la soglia dei 3.000 dollari. Tuttavia nel breve potrebbe essere possibile assistere a movimenti rialzisti fino a 3.325 dollari (in caso di superamento della resistenza a 3.220 dollari).

Le previsioni di ING vedono una media del prezzo a 3.250 dollari nel secondo trimestre 2025 e a 3.128 dollari sull’intero anno. L’oro si trova in una fase di consolidamento, dove l'equilibrio tra rischio geopolitico e fiducia nei mercati finanziari sarà cruciale.

Unknown block type "image", specify a component for it in the `components.types` option

Nel medio termine, lo scenario resta moderatamente ribassista, ma eventuali recrudescenze nei rapporti Usa-Cina, nuove tensioni globali, o un crollo degli asset rischiosi potrebbero invertire nuovamente la rotta. Come sempre, l’oro resta una componente strategica in un portafoglio diversificato, ma il suo momentum speculativo sembra essersi affievolito.