Dfp 2025 approvato, stime Pil al ribasso e giallo su giovani e famiglie

Approvato il Dfp 2025: il testo, passato in versioni leggermente differenti fra Camera e Senato, dimezza le stime di crescita del Pil. Le spese militari sono confermate al 2%

Apr 24, 2025 - 16:05
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Dfp 2025 approvato, stime Pil al ribasso e giallo su giovani e famiglie

Il Parlamento ha approvato la risoluzione di maggioranza sul Dfp 2025 (Documento di Finanza Pubblica), con testi differenziati tra Camera e Senato.

Alla Camera è stato incluso un impegno per giovani e famiglie, assente invece nella versione approvata dal Senato. Questi i sì nei due rami del parlamento: Camera 176 sì, Senato 88 sì.

Stime Pil al ribasso

Il Dfp approvato è un testo più timido rispetto alle aspettative iniziali sul Pil: si dimezza infatti la già modesta stima di crescita del Pil facendola calare dal +1,2% al +0,6% nel 2025 a causa delle note variabili geopolitiche e commerciali, come la guerra dei dazi e i conflitti globali (Ucraina-Russia e Israele-Hamas). Ed anche per il 2026, per i medesimi motivi, la previsione è stata ritoccata al ribasso attestandosi a +0,8%.

Nonostante le difficoltà, l’esecutivo ha scelto la via della cautela: confermato l’impegno a riportare il rapporto deficit/Pil sotto la soglia del 3% già dal 2026. Un obiettivo ambizioso, da raggiungere anche grazie al graduale allentamento del peso del Superbonus sui conti pubblici.

Spese militari

Sul nodo delle spese militari, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti esclude per il momento uno scostamento di bilancio, pur mantenendo l’obiettivo del 2% di spesa militare sul Pil in linea con la Nato. In pratica, il ministro Giorgetti ha detto no a nuove spese militari senza le opportune coperture. Ma bisognerà attendere il prossimo vertice Nato di giugno, che sarà cruciale per ridefinire gli equilibri di bilancio alla luce delle nuove sfide geopolitiche.

Altri obiettivi

Sul fronte delle politiche pubbliche, il Dfp impegna il governo a valutare misure per rafforzare la prevenzione sanitaria, puntando in particolare su immunizzazione e screening, cioè programmi sistematici di prevenzione e diagnosi precoce sulla popolazione. L’obiettivo è duplice: da una parte si punta a salvare la vita al maggior numero di persone, dall’altra parte, con un occhio ai conti pubblici, si ritiene più conveniente puntare sulla prevenzione che su lunghe e costose cure. Tali punti vengono considerati strumenti fondamentali per garantire la resilienza sociale ed economica del Paese.

Previsti poi investimenti a favore degli enti locali, con l’obiettivo di contrastare la marginalità sociale e il degrado attraverso progetti di riqualificazione.

Giovani e famiglia

Il punto che ha generato più discussioni riguarda l’impegno del governo Meloni sulle politiche per i giovani e per le famiglie. Alla Camera è stato incluso un paragrafo in cui si invita l’esecutivo a considerare misure per contrastare la crisi demografica, sostenere maternità e paternità e incentivare la conciliazione tra vita familiare e lavorativa. Il paragrafo, però, è saltato nella versione approvata dal Senato. La scelta ha sollevato critiche anche all’interno della stessa maggioranza.

L’entusiasmo di Giorgetti

Pur non potendo partecipare ai lavori parlamentari perché impegnato a Washington con il Fondo Monetario Internazionale, il ministro Giorgetti, ha espresso soddisfazione e ha ribadito la necessità di una gestione prudente dei conti pubblici

Le critiche

Intanto, le opposizioni e i sindacati si mostrano tutt’altro che entusiasti. La Cgil parla apertamente di “fallimento delle politiche economiche del governo”, mentre per la Uil mancano del tutto investimenti strutturali e strategie per affrontare le transizioni sociali in atto.