Quando e perché le Borse potrebbero scendere ancora

Le stime Ubs: perché è previsto un ribasso delle Borse e quali sono le cause dietro il calo - nel breve termine - delle azioni. Rischi e opportunità per investitori.

Apr 24, 2025 - 16:05
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Quando e perché le Borse potrebbero scendere ancora

Secondo Ubs, uno dei maggiori gruppi bancari svizzeri, i mercati azionari globali rischiano ulteriori ribassi nel breve periodo, prima di poter vedere una timida ripresa entro la fine del 2025.

Ma quali sono i motivi di questa prudenza? E quali scenari si prospettano?

Vediamo cosa dicono gli analisti.

Le stime Ubs: perché è previsto un ribasso delle Borse

Un importante punto di riferimento per comprendere l’andamento complessivo dei mercati azionari globali è l’indice MSCI AC World, che raccoglie e sintetizza le performance delle principali Borse mondiali, sia dei Paesi sviluppati che di quelli emergenti. Secondo le previsioni di Ubs, questo indice potrebbe chiudere il 2025 intorno a quota 830, un livello che – rispetto ai valori attuali – rappresenterebbe un guadagno modesto, pari a circa il +5%.

Ma attenzione: questo possibile rialzo non sarà lineare né privo di scosse. Gli analisti della banca, infatti, mettono in guardia sul fatto che, prima di arrivare a quel traguardo, i mercati potrebbero vivere una fase di debolezza. Secondo il loro scenario centrale, è probabile che l’indice torni a testare i minimi recenti, ovvero i livelli più bassi toccati nei mesi passati, se non addirittura a scendere leggermente al di sotto di essi.

In pratica, Ubs non esclude un rimbalzo dei mercati entro fine anno, ma avverte che prima di quel recupero potrebbe esserci ancora della strada in discesa da percorrere. Questo spiega perché, nel breve termine, potremmo assistere a nuovi ribassi, causati da fattori come utili deludenti, tensioni geopolitiche o dati macroeconomici inferiori alle attese.

Per gli investitori, quindi, il messaggio è chiaro: il 2025 potrebbe concludersi con un bilancio positivo, ma solo dopo aver superato una fase di turbolenza. In altre parole, prima di risalire, le Borse potrebbero dover toccare (o ritoccare) il fondo.

Le cause del possibile calo delle azioni

Una delle principali fragilità che potrebbe spingere al ribasso i mercati azionari è rappresentata dalle aspettative sugli utili aziendali eccessivamente positive. Negli ultimi mesi, cioè, molti analisti e investitori hanno continuato a proiettare una crescita sostenuta dei ricavi delle imprese, nonostante un contesto economico ancora fragile, segnato da inflazione elevata, politiche monetarie restrittive e tensioni geopolitiche.

Ma cosa accade quando le aspettative non si realizzano? I mercati finanziari sono sistemi che si muovono non solo sui dati concreti, ma anche – e soprattutto – sulle aspettative future. Se le società quotate non riescono a centrare i target di crescita previsti, o addirittura annunciano revisioni al ribasso, la reazione degli investitori è spesso brusca: i prezzi delle azioni scendono, a volte rapidamente, per riallinearsi alla nuova realtà.

Ubs evidenzia un dato particolarmente significativo: ogni riduzione dell’1% del Pil globale si traduce, in media, in un calo dell’8% degli utili per azione (Eps) a livello mondiale. In altre parole, anche una lieve frenata della crescita economica può avere effetti amplificati sui profitti delle aziende, e quindi sulle loro quotazioni in Borsa.

A rendere il quadro ancora più delicato è la forte esposizione degli Stati Uniti. Le aziende americane rappresentano quasi il 60% degli utili mondiali: ciò significa che un rallentamento dell’economia statunitense – o una contrazione della domanda interna – potrebbe avere un impatto sistemico, trascinando al ribasso interi comparti dei mercati globali.

Scenari possibili

Sulla base dei dati raccolti e analizzati, Ubs costruisce tre possibili traiettorie per il 2025, ovvero:

  • scenario base (più probabile): il mercato azionario mondiale scende nei prossimi mesi, poi rimbalza fino a 830 punti entro fine anno, con un +5% di performance complessiva;
  • scenario peggiore: se permangono le tensioni commerciali e i mercati perdono fiducia nella solidità Usa, l’indice mondiale potrebbe scendere fino a 680, ovvero un calo del 14%.
  • scenario ottimista: in caso di distensione sui dazi e politiche monetarie più espansive, l’indice potrebbe volare fino a 910, pari a +15% dai valori attuali.

In ogni caso, Ubs invita alla cautela, spiegando, nel suo report, che nella maggior parte dei casi i ribassi sono fisiologici e temporanei e non preludono a un crollo prolungato. Questo però non significa che il pericolo sia del tutto scongiurato, perché la possibilità di ulteriori “scivoloni” delle Borse resta concreta, soprattutto nel breve termine. L’attuale contesto globale, tra tassi d’interesse ancora elevati, tensioni commerciali e rischi geopolitici, può facilmente alimentare episodi di volatilità improvvisa.